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Bulgaria: modellismo architettonico, mostra sul tema della tolleranza

Sei milioni di fiammiferi bruciacchiati per costruire in 17 anni un modello del monastero stavropigiale di Rila, il più importante e famoso di tutta la Bulgaria: è questa solo una delle tante attrazioni della mostra di modellismo architettonico “Tolleranza: faro per la fede e la vita” inaugurata a Sofia martedì 10 gennaio, e che resterà aperta fino al 30 gennaio, presso il Museo archeologico nazionale.


L’esposizione si tiene sotto l’alto patronato del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Bulgaria con l’appoggio del Sindaco di Sofia, ed è sostenuta dalle massime autorità religiose locali cristiane, ebraiche e islamiche.


Dell’iniziativa ha parlato l’Osservatore Romano dopo un colloquio con l’Ambasciatore in Bulgaria Stefano Benazzo, ideatore e organizzatore della mostra alla quale ha personalmente contribuito nella sua qualità di modellista architettonico insieme ad altri tre modellisti bulgari.


“Un giorno – racconta l’Amb. Benazzo – ho incontrato tre modellisti bulgari e abbiamo in un primo tempo deciso di esporre le nostre opere: case e chiese situate in Paesi diversi e in varie epoche. Poi mi sono chiesto: perché non dare spazio anche a luoghi di culto di altre confessioni monoteiste? In tal senso Sofia è una città unica. Si pensi che l’Editto generale di Tolleranza del 30 aprile 311 emanato dall’imperatore Galerio poco prima di morire a Serdica (l’attuale Sofia) anticipò di poco l’Editto di Milano del 313. Lo stesso Costantino scelse nel 331 di stabilirsi a Serdica, che elesse sua Seconda Roma”.


Quanto alla scelta del tema, Benazzo ha spiegato che in Bulgaria “la tolleranza, sia etnica che religiosa che linguistica, non è un concetto teorico o attuato per editto. È un fatto reale, sentito. Appartiene al dna della società civile, dotata com’è di un’antica e solida tradizione che tiene conto delle complessità della storia E riguarda cattolici, ortodossi, ebrei, musulmani, rom, armeni, pomatzi e così via”. Per Benazzo “possiamo parlare di un stimolo eloquente rivolto al resto d’Europa”.