In Siria “non ci sono le condizioni per un intervento militare, serve una soluzione politica”. Lo ha detto il Ministro Giulio Terzi nel corso dell’audizione alle Commissioni riunite Esteri di Camera e Senato, a Montecitorio, sui recenti sviluppi politici nella regione mediterranea. Terzi ha poi annunciato che sarà a Tunisi il 24 febbraio per partecipare alla riunione degli ‘Amici del popolo siriano’. “L’incontro servirà – ha spiegato – a coordinare le iniziative internazionali per mettere fine a questo massacro”. “Stiamo sollecitando i russi verso posizioni costruttive”, ha aggiunto il Ministro, dopo il veto di Mosca ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di condanna per la repressione in Siria. “Abbiamo il dovere politico e morale di difendere i diritti dei civili siriani”, ha concluso.
Quanto ai rapporti con la nuova Libia, Terzi ha sottolineato che “siamo sulla buona strada per il rilancio della collaborazione bilaterale”, come dimostra la Dichiarazione di Tripoli firmata dal Premier Mario Monti nella sua recente visita in Libia, “la prima bilaterale con un Paese straniero”. Terzi ha riconosciuto che “la fase della ricostruzione in Libia presenta incognite e incertezze”, quindi ha invitato ad un “atteggiamento approntato alla prudenza” e ad evitare “atteggiamenti paternalistici e forzature che avrebbero effetti controproducenti”.
Il Mediterraneo rappresenta una priorità della politica estera italiana ed in questo senso la riunione del ‘Dialogo 5+5’, il 20 febbraio a Roma, avrà “un carattere concreto e operativo” sui diversi temi in agenda (sicurezza regionale, flussi migratori, energia, tutela dell’ambiente, sviluppo), ha spiegato Terzi, aggiungendo che nel pomeriggio dello stesso giorno la riunione sarà allargata al formato Formed, con l’Egitto, la Grecia e la Turchia, alla quale prenderanno parte anche i segretari della Lega araba e dell’Unione per il Mediterraneo.
Nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, ha puntualizzato Terzi, “abbiamo registrato una forte domanda di Italia, di presenza del nostro Paese: è un’esigenza delle classi politiche e degli operatori economici perché veniamo visti come il Paese che può focalizzare meglio l’attenzione dell’Unione Europea verso la casa comune che è il Mediterraneo”. E per aiutare le transizioni in corso nei paesi della Primavera araba, ha sottolineato Terzi, “occorre agire in fretta con aiuti concreti e strategie a lungo termine”.