Sta diventando quasi corale l’invito al Consiglio di Sicurezza dell’Onu affinché si pronunci di nuovo sulla situazione in Siria che lo stesso Segretario generale dell’Onu Ban ki Moon definisce “inaccettabile” mentre lancia un appello affinché la Comunità internazionale ed i membri del Consiglio di Sicurezza Onu “parlino con una voce sola per dimostrare unita”. Le priorità delle Nazioni Unite – ha spiegato Ban Ki-Moon – sono innanzitutto fermare la violenza e avviare un dialogo politico. L’Onu calcola che ad oggi abbiano perso la vita più di 8.000 persone. 2.000 i militari uccisi secondo le autorità.
“In una situazione che può scatenare una guerra civile, quello che serve al più presto è una risoluzione ‘umanitaria’ del Consiglio di sicurezza dell’Onu”: e’ l’appello del Segretario Generale della Lega araba, Nabil El Araby secondo il quale “la risoluzione deve essere chiara e obbligatoria, deve dare uno stop ai combattimenti e fornire un meccanismo appropriato per dare gli aiuti umanitari alla popolazione”. L’immediata cessazione della violenza e l‘avvio di un processo politico inclusivo sono stati ribaditi dal Sottosegretario agli Esteri Marta Dassu’ nel corso di un colloquio alla Farnesina con l’Assistant Secretary General del Dipartimento degli Affari Politici dell’Onu, Oscar Fernandez Taranco.
“Siamo tutti inorriditi dal bagno di sangue che continua” in Siria, ha detto l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Catherine Ashton. “Abbiamo assistito – ha detto Ashton – a combattimenti a Damasco e a crimini contro l’umanità, con oltre ottomila persone uccise, fra cui ragazzi e bambini”. L’alto rappresentante Ue ha quindi reiterato l’appello “per lo stop alla violenza e perché venga dato accesso agli aiuti umanitari” nel paese. Quanto alla missione dell’ex Segretario Generale dell’Onu, secondo Ashton “Kofi Annan sta facendo del suo meglio perché il regime prenda impegni e offra una possibilità di fermare le violenze”. A livello diplomatico l’Ue “continua a lavorare con Lega Araba, Onu e organizzazioni per la cooperazione – ha aggiunto Ashton – per aumentare la pressione e diamo sostegno al lavoro di Kofi Annan per trovare una soluzione politica”. “Per tutti noi – ha ripetuto l’Alto rappresentante Ue – è la popolazione siriana ad avere il diritto di determinare il suo futuro e di avanzare su questa strada, senza paura delle violenze”. Perché questo avvenga “ogni sforzo – ha concluso Ashton – viene fatto all’Onu, tramite le sanzioni e il processo politico”.