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Myanmar: L’Italia conferma la linea del dialogo, missione di Terzi dal 24 al 26 aprile

L’Italia conferma la sua linea di dialogo con Yangon sostenuta anche in ambito europeo. Il Ministro Giulio Terzi, infatti, si recherà in visita in Myanmar dal 24 al 26 aprile mentre il mondo occidentale e l’Italia salutano “molto positivamente” l’elezione di Aung San Suu Kyi al Parlamento birmano.


“Vive congratulazioni” dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in un messaggio inviato a Suu Kyi scrive: “é un significativo risultato che premia i suoi messaggi ricchi di idealità e il suo tenace impegno per l’affermazione della democrazia e la tutela dei diritti umani nel suo Paese. La comunità internazionale incoraggia il Governo a proseguire con convinzione sulla strada del ripristino e della tutela delle libertà fondamentali”.


L’UE tenga conto degli sviluppi


Il Ministro Terzi ha auspicato che la prossima riunione dei ministri degli esteri dell’Unione Europea “tenga conto concretamente di questo sviluppo molto positivo”, anche ai fini di un’ulteriore revisione del regime sanzionatorio nei confronti di Myanmar. “E’ un momento storico per la causa della democrazia e un’opportunità unica per favorire una nuova apertura nei rapporti tra la comunità internazionale e Myanmar”, ha detto Terzi.


Vittoria schiacciante della Lega Nazionale per la democrazia


Il trionfo elettorale dell’opposizione con la schiacciante vittoria della Lega Nazionale per la democrazia, guidata da San Suu Kyi che ha portato in Parlamento almeno 40 deputati dell’opposizione, sui 45 seggi a disposizione, avvicina, con ogni probabilità, l’alleggerimento delle sanzioni che l’Unione Europea applica verso Myanmar. Da Bruxelles, con il sostegno dell’Italia, è già giunta una chiara indicazione dell’apprezzamento dell’Ue, i cui Ministri degli esteri si riuniranno il 23 aprile. “Ci sarà un segnale positivo” del Consiglio agli Affari esteri, ha detto la portavoce di Catherine Ashton, l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue.


Dichiarazioni più prudenti sono giunte da Hillary Clinton, che in dicembre ha incontrato Suu Kyi. “E’ troppo presto per valutare la portata dei progressi realizzati”, ha dichiarato il Segretario di Stato americano. Per arrivare a un ripensamento della politica delle sanzioni, il percorso di Washington è comunque molto più complicato: le misure restrittive sono regolamentate da nove provvedimenti diversi, e per rovesciare le più importanti servirà un voto del Congresso.

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