Il piano di pace di Kofi Annan per la Siria “non è morto”: lo ha detto lui stesso al termine di una riunione del Consiglio di Sicurezza in cui il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha però affermato che le speranze che abbia successo così com’è si stanno spegnendo. Dopo una discussione in Assemblea Generale, in cui lo stesso Annan ha detto che il suo piano “non è stato attuato”, gli sforzi diplomatici sono rivolti, ora, ad un rilancio del “piano” attraverso una nuova risoluzione mentre la situazione sul campo, in territorio siriano, diventa sempre piu’ drammatica anche alla luce dei colpi di arma da fuoco sparati contro gli osservatori Onu e le tv del mondo riferiscono dell’ennesimo raccapricciante massacro compiuto nei pressi di Hama. Massacro che, ha affermato la Casa Bianca per bocca del portavoce Jay Carney, ha ulteriormente messo in chiaro al mondo intero “che il regime di Assad è illegittimo” e che la transizione democratica in Siria “non può avvenire quando al potere c’è un tiranno come Assad che sta spietatamente uccidendo il suo popolo”.
“Rischio genocidio”
La “strategia di Damasco – ha detto il Ministro Giulio Terzi – rischia di produrre un genocidio, se non si interviene rapidamente” e Annan ha ammonito che se la comunità internazionale non sarà unita nell’esercitare pressioni su Damasco, “presto la situazione in Siria sarà fuori controllo”. L’ex Segretario Generale dell’Onu ha anche ribadito che il suo piano è stato progettato per consentire un cambiamento strategico del governo a Damasco. Tuttavia, ha aggiunto, purtroppo ciò non è avvenuto. Il governo tedesco della cancelliera Angela Merkel ha chiesto di nuovo le dimissioni del presidente siriano Bashar al Assad, dicendosi “inorridito” per i recenti massacri. “Una leadership che permette certi crimini nel suo Paese perde ogni legittimazione. E’ impensabile pensare a una soluzione politica, a una fine del conflitto che veda ancora il signor Assad al vertice della Siria”, ha detto Steffen Seibert, portavoce di Merkel. Il governo tedesco ha poi invitato il Consiglio di sicurezza dell’Onu ad agire con più decisione contro il regime siriano. “L’atteggiamento del Consiglio di sicurezza sarà decisivo per gli sviluppi futuri in Siria”, ha commentato Seibert.
Una nuova risoluzione
L’obiettivo è ora una nuova risoluzione che punterebbe a fornire indicazioni più specifiche sull’attuazione del piano stesso, inclusa una ben precisa scadenza temporale mentre Usa e Lega Araba premono perchè il Palazzo di Vetro stabilisca ulteriori sanzioni di carattere economico contro il regime di Assad sulla base del Capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite. Una nuova risoluzione potrebbe essere agevolata anche dai segnali ritenuti “incoraggianti” lanciati da Mosca: il Viceministro degli Esteri Gennady Gatilov ha fatto sapere, per la prima volta, che Mosca “non ha mai detto” che Assad “deve per forza restare al potere alla fine di un processo politico” e dal vertice di Istanbul, che ha visto attorno ad uno stesso tavolo il Gruppo degli Amici della Siria – convocato dalla Turchia anche su impulso dell’Italia – è venuto un chiaro appello al coinvolgimento di Mosca, “un partner essenziale”, ha detto Terzi, rilevando “segnali che l’appoggio di Mosca al regime Assad non è scontato”.