Per ricordare il giudice Giovanni Falcone morto venti anni fa nella strage di Capaci, lo scorso 8 novembre l’università di Varsavia ha ospitato un convegno al quale sono intervenuti il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso, Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, e Michele Prestipino, procuratore aggiunto a Reggio Calabria. L’iniziativa, promossa dagli atenei dell’Aquila e di Varsavia, ha avuto il patrocinio dell’ambasciatore d’Italia in Polonia Riccardo Guariglia, che ha aperto i lavori della conferenza con un saluto inviato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il “metodo Falcone”
Il procuratore Grasso, gia’ collaboratore di Falcone, ha ricordato la sua “proverbiale tenacia” nell’ attuare il cosiddetto “metodo Falcone” nella lotta sistematica e pluridimensionale contro Cosa nostra, che ha portato al maxiprocesso conclusosi (in primo grado) con 19 ergastoli e 2675 anni di reclusione inflitti complessivamente ai capi mafia siciliani. “Non ho paura di morire, la verita’ deve vincere” – ha detto Grasso rievocando le parole di Falcone. Il procuratore Antimafia, che solo per caso non accompagnò Falcone il giorno della strage, ha ribadito i meriti del magistrato nel sostenere – nonostante le forti resistenze politiche – che “il fenomeno della mafia andava affrontato con interventi decisi e misure drastiche, e con nuove strutture altamente specializzate”.
“Un eroe solo”
Da parte sua il procuratore Prestipino ha sottolineato come le associazioni di tipo mafioso, a cominciare dalla ‘ndragheta), siano tuttora presenti e pericolose a Reggio Calabria. Il convegno ha visto anche la presentazione da parte di Maria Falcone del libro “Un eroe solo”, nonche’ la proiezione del film “Convitto Falcone” di Pasquale Scimeca. Una messa in suffragio delle vittime della strage di Capaci è stata celebrata nella chiesa delle Suore Visitandine nel centro di Varsavia.