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TRAFFICKING – CONVEGNO OSCE – Terzi: nuova schiavitù xxi secolo, lavorare su sviluppo e diritti

La tratta degli esseri umani è uno dei crimini più aberranti del mondo contemporaneo: è la schiavitù del XXI secolo”. E’ quanto ha sottolineato il Ministro Giulio Terzi aprendo il seminario sulla prevenzione e cooperazione contro il traffico degli esseri umani, organizzato dall’Osce con la collaborazione della Farnesina alla Camera dei deputati. “La coscienza degli italiani è profondamente ferita dalle tragedie delle carrette del mare e dalle immagini di disperazione di migliaia di donne e uomini. Ci ribelliamo con sdegno a tale disumano fenomeno”, ha affermato Terzi evidenziando come la tratta degli esseri umani sia anche “una minaccia alla nostra sicurezza il cui contrasto richiede sofisticati strumenti di repressione e prevenzione”.


Contrasto al fenomeno non ricada solo sugli Stati



Ricordando i numerosi passi avviati da Osce, Ue, Onu e Consiglio d’Europa per il contrasto al fenomeno, il titolare della Farnesina ha tuttavia rimarcato l’importanza di “riconoscere i limiti delle azioni finora intraprese” con “condanne a livello internazionale dei trafficanti ancora insufficienti”. Inoltre, occorre fare in modo che gli strumenti messi in campo dalla comunità internazionale “si traducano in una forte dimensione regionale” mettendo “il Mediterraneo al centro della strategia internazionale di lotta alla tratta. La gestione di un fenomeno così complesso non può ricadere solamente sugli Stati più direttamente esposti per collocazione geografica”. La conclusione – ha quindi sottolineato il ministro – è che “abbiamo più bisogno di cooperazione in materia di sicurezza, di più Osce, di più Europa”.


Legare diritti e sviluppo al centro dell’azione italiana



La diplomazia italiana, ha quindi sottolineato Terzi, ha posto al centro della propria azione “il nesso inscindibile tra migrazioni, sviluppo e diritti”, perché “non possiamo illuderci di estirpare il crimine del traffico degli esseri umani solo con la repressione. Occorre anche comprenderne e prevenirne le cause profonde”. Sulla stessa linea anche il segretario generale dell’Osce Lamberto Zannier, convinto della stretta interconnessione tra “diritti, sicurezza e stabilita” alla base di un fenomeno e dell’importanza di “strategie e policy coordinate” per favorire il reinserimento e contrastare il traffico degli esseri umani.


Rinnovare la struttura dell’Osce



Quanto all’Osce, Terzi ha puntualizzato che “l’Italia ritiene necessario il rinnovamento della struttura, della natura e degli strumenti” dell’organizzazione perché “in questo momento rigide contrapposizioni” stanno “parzialmente frenando l’impulso politico” dell’organizzazione. Sottolineando come l’approvazione del bilancio dell’organizzazione si sia sbloccata solo ieri il titolare della Farnesina ha quindi spiegato come “per ritrovare lo slancio perduto” occorra “fare affidamento su ciò che ha funzionato in passato adattandolo alle nuove esigenze” ovvero sul “legame tra sicurezza euroatlantica e il Mediterraneo” e sulla correlazione tra “sicurezza e diritti umani”. L’Osce, ha sottolineato infine il ministro, “deve aprirsi maggiormente ai parlamenti, alla società civile, alle ong, all’accademia”, auspicando che il nascente centro di cooperazione accademica dell’Osce nel Mediterraneo “contribuisca a trasferire nei paesi della sponda meridionale conoscenze, best practices e modelli normativi” per il contrasto al traffico degli esseri umani.

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