Insegnare l’informatica già all’asilo, per indirizzare i piccoli verso un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie. E’ questa la scommessa dell’Asilo montessoriano della Farnesina, che ha avviato un progetto sperimentale di informatica, illustrato stamani in un convegno dal titolo “Nativi digitali”, nella sede del Ministero degli Esteri a Roma.
Giro: relazionarsi con culture, religioni e etnie diverse necessità ineludibile
“In una società dove relazionarsi con culture, religioni ed etnie diverse è divenuta una necessità ineludibile, il Metodo montessoriano è quanto mai attuale – ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Mario Giro nella sua introduzione -. La filosofia di fondo di tale metodo, basata sul rispetto per il naturale sviluppo mentale del bambino e sulla valorizzazione della sua curiosità ed apertura al cambiamento, si è dimostrata efficace per sviluppare sin dalla prima infanzia l’autonomia del bambino, favorendone l’apertura al dialogo e la capacità inclusiva di ciò che è diverso da sé”.
Metodo da sempre in uso presso Asilo nido MAE
“Non è un caso che tale metodo sia da sempre in uso presso l’Asilo Nido che da ormai numerosissimi anni il Ministero degli Esteri ha istituito al proprio interno a favore dei propri dipendenti – ha proseguito Giro -. L’approccio montessoriano ben si adatta alla realtà del Ministero degli Esteri, i cui dipendenti e le loro famiglie sono chiamati ad adattarsi velocemente a diverse realtà culturali e sociali”. Il progetto sperimentale che ha introdotto le nuove tecnologie tra i piccoli allievi dell’asilo Montessori per Giro “coniuga lo spirito innovatore di questa pedagogia con l’apertura delle ultime generazioni all’uso di supporti digitali”.
“Non tutti i fenomeni correlati all’uso dei supporti informatici da parte dei giovanissimi sono risultati auspicabili – ha detto il sottosegretario -. In casi estremi, l’occupazione con il PC può essere tanto esclusiva da indurre isolamento sociale oppure sfociare nella tendenza ad apprendere in maniera superficiale. E’ dunque importante interrogarsi in maniera approfondita sulle conseguenze dell’uso delle nuove tecnologie in ambito pedagogico, affinché le potenzialità positive in esse insite non vengano sopraffatte da effetti collaterali indesiderati”.