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#Farnesina – Artisti al tempo della crisi

Trasformare il paesaggio contemporaneo in un luogo interiore, trasponendolo su tela con un paziente e meticoloso lavoro di pittura a olio: cosi’ nascono le opere di Andrea Chiesi, vincitore, insieme al collettivo ZimmerFrei, del Gotham Prize 2013 indetto dall’Istituto italiano di cultura di New York.


III edizione del ‘Gotham Prize’


Arrivato alla terza edizione, il concorso offre la possibilita’ agli artisti di realizzare una mostra di un mese nella sede dell’Istituto a Park Avenue. Appena tornato dagli Stati Uniti, il pittore modenese parla di “un’occasione importante, in uno spazio molto bello”, che gli ha dato “visibilita’ internazionale”. Per l’artista italiano non e’ la prima volta a New York, dove gia’ da qualche anno collabora con la Galleria Nohra Haime, ha partecipato a delle collettive e ha anche vissuto alcuni mesi nell’ambito di una residenza artistica a Brooklyn. Sull’altra sponda dell’Atlantico, Chiesi ha portato una selezione di 15 quadri, tutti recenti, un’interpretazione pittorica di luoghi reali visitati.


Archeologia industriale e territorio


“Tutto nasce da esplorazioni e viaggi, che poi reinvento in uno spazio mentale interiore”, ha spiegato, ponendo l’accento sulla sua percezione del “paesaggio contemporaneo come se fosse un corpo”. Tre i colori dominanti, bianco, nero e grigio, con sfumature bluastre. L’artista modenese ha cominciato con l’archeologia industriale, traendo ispirazione dal suo territorio d’origine ma lavorando anche su ambienti di Torino, Genova, Napoli e Roma, per poi allargare lo sguardo, includendo ricerche a Brooklyn e Berlino, dove si e’ fermato alcuni mesi. Tra gli ultimi lavori, c’e’ la serie ‘Ucronie’, opere che “si collocano in uno spazio fisico e temporale come sospeso”.


Confrontarsi sulla scena internazionale


Nel suo percorso artistico, Chiesi ha sempre avvertito il richiamo verso l’estero: “confrontarsi sulla scena internazionale e’ inevitabile per crescere”, ha sottolineato convinto, “confrontarsi con New York, che e’ un po’ il crocevia del mondo, e’ difficile ma e’ una bella sfida”. In quest’ottica, la crisi e’ un fattore quasi marginale per l’artista modenese, che la vede piuttosto come “un incentivo, uno stimolo” che “ti obbliga a trovare soluzioni, a crescere”.


“Le crisi ci sono sempre state, i pittori del passato hanno attraversato guerre e pestilenze e hanno prodotto capolavori”, ha aggiunto Chiesi, ribadendo “la centralita’ dell’opera, il resto acquisisce un’importanza minore. L’artista non deve farsi influenzare dalla crisi”. D’altra parte, non bisogna sottovalutare l’importanza della promozione all’estero. Da qui il valore del Gotham Prize, “un’operazione lodevole” perche’ permette di far conoscere il lavoro degli artisti, “una vetrina, che e’ un modo di sostenere non solo la creativita’ ma anche l’economia” del Bel Paese.

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