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Londra – All’ambasciata i ‘cervelli in fuga’ di Nova

E’ stata inaugurata, con un evento di gala all’ambasciata italiana a Londra, la 14esima edizione della conferenza annuale di NOVA, un network di studenti italiani che hanno seguito o stanno seguendo un Mba (Master in business administration) in universita’ straniere. Una serata dedicata ai “cervelli in fuga” che sempre piu’ spesso popolano gli atenei all’estero, un esercito di giovani talenti che spesso hanno il desiderio di tornare in Italia. “Questi ragazzi hanno una funzione importante – ha spiegato all’AGI l’ambasciatore d’Italia nel Regno Unito, Pasquale Terracciano – e io penso che siano per il nostro Paese come delle cellule staminali, sia se rimangono all’estero sia, soprattutto, se tornano in Italia, in quanto rigenerano i cervelli dei loro interlocutori.


La conferenza di NOVA giunge per la prima volta in Europa


Poi assolvono a tre funzioni essenziali per la nostra economia – ha continuato Terracciano – e lo fanno con l’internazionalizzazione della classe dirigente, con il networking, che e’ utilissimo per inserirsi nel mondo del management, e con un incentivo al rientro dei loro talenti in Italia nel medio periodo”. La conferenza di NOVA giunge per la prima volta in Europa, questa volta organizzata dalla London Business School.


Finora si era sempre tenuta negli Stati Uniti d’America, fra Harvard, Stanford, Mit e Columbia University. Rappresenta oltre mille studenti ed ex studenti di Mba e ha come obiettivo anche quello di agevolare il discorso sul credito ai giovani italiani che non hanno la disponibilita’ economica per fare un costoso master all’estero. Una tre giorni di eventi che si terra’ al Royal Institute of British Architects, nel cuore della capitale britannica, e vedra’ centinaia di partecipanti. “Abbiamo come obiettivo anche quello di stimolare il finanziamento alla crescita, all’innovazione e alle start-up – hanno spiegato i rappresentanti di NOVA prendendo – e la nostra associazione e’ anche di stimolo al rientro dei cervelli in fuga. Stimiamo che fra il 30 e il 40% di questi studenti siano destinati a tornare in Italia e soprattutto sappiamo che intendono farlo”.