“La tecnologia è interessante, però invece di chiamarti sullo smartphone preferisco farti contorcere lo stomaco parlandoti nei bicchieri di plastica collegati con lo spago”. Parole di Francesca Fini. Chi dice Francesca Fini dice una delle massime esponenti, non solo italiane, di quella che viene definita “arte performativa”: una forma di comunicazione diretta, efficace, che colpisce subito chi la guarda. In apparenza assomiglia al teatro ma ha codici espressivi tutti propri. Le esibizioni di Francesca Fini sono conosciute a apprezzato anche all’estero (espone il suo lavoro in gallerie e musei di tutto il mondo) e ad attenderla ora è l’ Istituto Italiano di Cultura di Toronto (496 Huron St., Toronto).
Un insieme di tecnologia “lo-fi”, interazione di strumenti di design fatti in casa, di audio e video dal vivo
La performance dell’artista romana – promossa dallo stesso Iic in collaborazione con Luminato Festiva – “Ophelia: a project for an experimental movie” – è, infatti, in programma domani, mercoledì 24 giugno alle 18,30. Fini è un’artista interdisciplinare che vive e lavora a Roma. I suoi lavori simultanei richiamano spesso problematiche sociali e politiche e sono un insieme di tecnologia “lo-fi”, l’interazione di strumenti di design fatti in casa, di audio e video dal vivo. Principalmente interessata nel video e nell’arte dal vivo, Fini crea anche pezzi d’arte assemblando pezzi residui di arte performativa. In occasione della sua partecipazione al laboratorio Copycat del Festival Luminato, l’Istituto Italiano di Cultura ospiterà l’artista per un’introduzione al suo lavoro e futuro progetto “Ophelia” realizzato in collaborazione con l’Istituto Luce.