“Di queste case / non è rimasto / che qualche / brandello di muro / di tanti / che mi corrispondevano / non è rimasto / neppure tanto / ma nel cuore / nessuna croce manca / è il mio cuore / il paese più straziato”: nel 1916, nel pieno della Grande Guerra, la voce di Giuseppe Ungaretti si levava alta nella lirica “San Martino del Carso” per rappresentare il dramma del fronte e delle trincee, vissuto dal poeta in prima persona. Il libro “La Guerra d’Europa 1914-1918 raccontata dai poeti” (edizioni Nottetempo) raccoglie la voce di Ungaretti insieme a quella di 52 poeti di 16 paesi diversi, tra cui Apollinaire, Joyce, Pessoa, Mandel’štam. Nell’ambito delle celebrazioni per il Centenario della Prima guerra mondiale – che vedono il network della Farnesina coinvolto con centinaia di eventi e iniziative – il volume sarà presentato domani (ore 19.30) all’Istituto italiano di cultura di Madrid, in una conferenza che vede la presenza degli autori, Andrea Amerio e Maria Pace Ottieri e dell’editrice Ginevra Bompiani.
“La Guerra d’Europa 1914-1918 raccontata dai poeti”
“I loro versi – si legge nella nota di presentazione dell’Iic – non parlano di eroi, gloria, onori, dominio, potere, ma di guerra. E della pietà che porta con sé. Le parole dei poeti riflettono la barbarie della guerra, la sua inutilità e il fatto che fosse combattuta in un modo nuovo, con mezzi che non si conoscevano e che divennero familiari solo agli uomini nelle trincee. Molti poeti combatterono e morirono al fronte, altri s’imboscarono o tentarono di scappare, ci fu chi credette nell’onore, chi finì in manicomio o in seminario, chi morì di overdose e chi finse di non ricordare. Un itinerario poetico nell’Europa lacerata dalla crisi di civiltà, attraverso i testi dei maggiori autori europei della letteratura del Novecento”.