E’ stato presentato lo studio “Outlook – Il business italiano negli Emirati Arabi Uniti”, realizzato da Studi e Ricerche per il Mezzogiorno, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo.
Si tratta del primo studio di carattere organico sullo stato del business italiano negli Emirati Arabi Uniti e del partenariato economico e industriale italo-emiratino; la ricerca e’ il prodotto di complesse analisi statistiche e di un’approfondita ricerca sul campo, condotta la scorsa estate nel Paese da un team di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno.
Lo studio costituisce uno strumento di lavoro per tentare di cogliere le significative opportunita’ che continueranno a presentarsi per le imprese italiane nei prossimi anni, considerando in particolare il crescente interesse del Governo emiratino nell’accelerare la diversificazione dell’economia, con particolare attenzione alle Pmi e all’innovazione tecnologica, nonche’ l’indubbio impatto del raddoppio del canale di Suez attraverso l’hub globale di trasporto marittimo rappresentato da Dubai, e, piu’ in generale, dal complessivo sistema portuale degli Emirati.
Come evidenziato dallo studio, gli Emirati Arabi Uniti, al quinto posto nel mondo in termini di apertura internazionale e con un rapporto tra interscambio commerciale e Pil pari al 163%, sono gia’ una solida piattaforma di riesportazione: in particolare, il 46,3% dell’import totale viene riesportato, percentuale che sale al 70% se si prendono in considerazione le sole Zone Franche.
http://www.ambabudhabi.esteri.it/Ambasciata_AbuDhabi/resource/doc/2015/12/eau_ita_abstract_1.pdf
Angola: inaugurata industria siderurgica con impianti del gruppo Danieli
Nella localita’ di Barra do Dande, ad alcune decine di chilometri da Luanda, e’ stata inaugurata una nuova industria siderurgica i cui impianti di produzione sono forniti dal gruppo Danieli. La societa’ italiana aveva concluso nel 2012 un contratto con la Aceria de Angola per dotare lo stabilimento produttivo di una capacita’ di produzione annua di 500.000 tonnellate di acciaio.
L’Angola importa attualmente circa 300.000 tonnellate di acciaio l’anno e la nuova fabbrica, una volta entrata a regime, potra’ servire anche per soddisfare la domanda dei Paesi limitrofi. Si stima che l’impatto sull’occupazione sara’ forte, soprattutto nella creazione di una filiera di raccolta dei rottami di ferro, che forniranno la principale materia prima dello stabilimento.