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Farnesina porte aperte – Onu: Giro, principi multilateralismo sono nel dna Italia

Da 60 anni l’Italia e’ un membro convinto delle Nazioni Unite, perche’ ha “il multilateralismo nel proprio patrimonio genetico”: ne e’ una dimostrazione l’impegno profuso sui vari teatri internazionali, nelle missioni di pace nel mondo e nelle campagne per la promozione e tutela dei diritti umani. Lo ha ricordato il Sottosegretario agli Esteri, Mario Giro, intervenendo all’evento inaugurale di una nuova edizione di ‘Farnesina Porte Aperte’ dedicato alla celebrazione del 60esimo anniversario dell’adesione italiana all’Onu e al 70esimo anniversario delle stesse Nazioni Unite. Per l’occasione, al ministero degli Esteri e’ stata realizzata la mostra “La sfida della pace, l’Italia con le Nazioni Unite: 1945-2015”. “L’Italia non ha mai lesinato gli sforzi per raggiungere gli obiettivi” dell’Onu, nella convinzione che il multilateralismo sia “l’unica via per una comunita’ internazionale stabile e pacifica”, ha spiegato Giro. “In un momento di incertezze – ha aggiunto – siamo presi da qualche dubbio, ma crediamo che il compito Onu sia essenziale proprio in questo momento”, essendo “l’unico spazio di dialogo internazionale che abbiamo”.

“Senza l’Onu non avremmo un mondo piu’ sicuro e stabile ne’ piu’ pace – ha proseguito Giro – per questo l’Italia e’ cosi’ impegnata nelle Nazioni Unite”, a cominciare dalla partecipazione alle “tante missioni di pace” e all’ospitalità data a “numerosi organismi dell’Onu, un impegno del governo anche in momenti di restrizioni finanziarie”. Si tratta, ha sottolineato il Sottosegretario, di una “collaborazione che non potra’ che rafforzarsi sempre di piu’: per questo abbiamo presentato la candidatura a un seggio non permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu per il biennio 2017/2018”.

All’evento inaugurale ha partecipato anche Franco Frattini, presidente della Sioi (Societa’ italiana per l’Organizzazione internazionale), convinto che “mai come in questo momento ci sia bisogno che l’Onu continui e rafforzi la sua azione”. Contro il rischio di disaffezione nei confronti delle Nazioni Unite, “nessuno si lasci prendere da un sentimento negativo” ma al contrario “lavoriamo perche’ abbiano piu’ sostegno”. “Se qualche volta stentano – ha sottolineato – e’ quasi sempre perche’ gli Stati membri non mettono l’Onu nelle condizioni di lavorare”. Per questo, ha concluso, bisogna dargli “piu’ strumenti e piu’ forza per lavorare meglio”.