I rapporti economici in forte crescita tra Italia e Repubblica Ceca sono il tema principale della visita del Ministro Paolo Gentiloni a Praga. In agenda degli incontri anche le principali questioni europee e internazionali come l’immigrazione e i conflitti nel Mediterraneo.
La visita in Repubblica Ceca arriva in una fase particolarmente dinamica dei rapporti economici bilaterali, come dimostrano la forte crescita dell’interscambio (+ 11,86) che ha superato il valore di 10 miliardi di euro nel 2015 e il posizionamento dell’Italia come seconda meta internazionale del turismo ceco. Per approfondire queste ed altre questioni connesse il Ministro Gentiloni ha incontrato i vertici della Camera di commercio italo-ceca e la comunità imprenditoriale italiana a Praga.
Business Forum italo-ceco
Tra Italia e Repubblica Ceca c’è una “fortissima base di relazioni economiche che può essere ulteriormente rafforzata”, ha detto il Ministro Gentiloni intervenendo questa mattina al Business Forum Italo-Ceco a Praga dedicato a Aerospazio, Difesa e Cyber Security.
Il Ministro della Difesa Ceco, Martin Stropnicky, ha posto l’accento sulla forte collaborazione tra i due Paesi in ambito Ue e Nato e nel settore della difesa, a partire dall’industria dei sistemi radar. Al Forum, tra le altre cose, è stato sottoscritto un memorandum di intesa tra l’italiana Sogin (che si occupa delle smaltimento di scorie radioattive) e la Surao (l’autorità Ceca per il deposito di scorie). Durante la visita a Praga Gentiloni ha anche incontrato il Premier ceco Bohuslav Sobotka ed il Ministro degli Esteri Lubomir Zaoralek con i quali ha affrontato il tema della crisi migratoria.
Su questo tema, ha sottolineato il Ministro, “deve esserci una soluzione a lungo termine perché l’Italia pensa che la crisi non sia cominciata nell’agosto 2015 e non finirà nel marzo 2016, quindi l’Ue deve trovare una soluzione comune”. Gentiloni ha insistito sulla collaborazione economica con i Paesi di partenza, risolvendo le crisi che oggi alimentano i flussi come quella libica e quella siriana. E poi ancora misure comuni per il controllo delle frontiere, registrazione, ricollocamenti e rimpatri. Ed anche un accordo con la Turchia, “su cui oggi mi auguro possa esserci un passo importante” al Consiglio europeo.