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Religione e diplomazia insieme per la pace nel Mediterraneo

“Oggi vogliamo guardare alle religioni come attori internazionali, calare questa attenzione nel contesto del Mediterraneo a noi particolarmente caro e fare in modo che da questo dialogo delle religioni scaturiscano delle dinamiche nazionali e internazionali che possano portare a una collaborazione fattiva per il raggiungimento degli obiettivi di stabilizzazione e di pace internazionale”. Lo ha spiegato il Vice Segretario generale della Farnesina, il ministro Antonio Bernardini, a margine dei lavori della conferenza “Religion and Diplomacy: a new strategic pillar for a comprehensive mediterranean dialogue”, organizzata dal ministero degli Esteri e dall’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi). L’evento – introdotto dal Ministro Bernardini; dal Presidente dell’Ispi, Giancarlo Aragona, e dal docente di Relazioni Internazionali dell’Università del Sussex, Fabio Petito – si articola in due panel: il primo, dedicato a come “Includere la religione nella politica estera: il caso italiano e il dibattito in Occidente su religione e diplomazia”, moderato da Armando Barucco capo dell’Unità di Analisi, Programmazione, Statistica e documentazione storico-diplomatica (Uap-Sds) della Farnesina; il secondo, su “Il ruolo della religione nella crisi del Mediterraneo: come agire?” è moderata da Pasquale Ferrara, senior fellow del Centro di studi avanzati Robert Schuman dello European University Institute.

“Questo evento – ha proseguito il Vice Segretario Generale – fa parte di un progetto dedicato alla politica estera e le religioni, che il ministero in collaborazione con alcuni centri di ricerca e in particolare con l’Ispi sta conducendo da alcuni anni. Si tratta di comprendere meglio il ruolo delle religioni nell’attuale situazione politica internazionale”. In questo contesto, “l’Italia è protagonista e particolarmente attenta a livello internazionale sulle tematiche relative alla protezione delle minoranze religiose e anche sugli aspetti relativi al multiculturalismo”, ha concluso Bernardini citando ad esempio “la recente iniziativa portata avanti in ambito Unesco dei caschi blu della cultura, che mira non solo a preservare i beni culturali, ma anche la diversità religiosa”. Le testimonianze dell’impegno italiano in questo senso, peraltro, sono diverse e vanno da una serie di programmi di sostegno della Cooperazione Italiana alle azioni di alto livello nei fora internazionali, che il nostro Paese ha posto in essere negli ultimi anni. (IlVelino)