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La Farnesina al Festival della Scienza di Genova

Propulsione a idrogeno, scienza per la pace e archeologia spaziale. Questi i temi scelti dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) per illustrare, nell’edizione 2016  del Festival della Scienza di Genova, il contributo della diplomazia scientifica all’internazionalizzazione del sistema della ricerca e dell’innovazione italiano.

Dei tre temi si è discusso il 28 ottobre presso la Sala del Maggior Consiglio del Palazzo Ducale di Genova in altrettante conferenze scientifiche  – moderate dagli Addetti scientifici del MAECI –  con scienziati italiani provenienti da Università e Centri di Ricerca e esponenti delle imprese innovative coinvolti in iniziative di cooperazione internazionale.

La conferenza “L’idrogeno (H): segno del terzo millennio per una mobilità sostenibile” è stata moderata da Josè M. Kenny, Addetto Scientifico presso l’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires. “Le auto a idrogeno consumano meno, non inquinano, sono silenziose e affidabili, ma la loro diffusione richiede ancora una sistematica ottimizzazione. Una collaborazioni tra ricercatori di tutto il mondo, anche con il sostegno finanziario del MAECI, ha sviluppato materiali e sistemi con costi ormai prossimi a quelli delle soluzioni tradizionali“. Sono intervenuti Maria Peressi, del Dipartimento di Fisica dell’Università di Trieste, Francesco Bonaccorso, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, Gianni Bidini, del Dipartimento d’Ingegneria dell’Università di Perugia, e Mario Damiani, dell’Hydrogen Park S.c.a.r.l. di Venezia

La conferenza “Segni di pace” ha affrontato l’importanza della diplomazia scientifica e della scienza per ristabilire il dialogo e favorire i processi di pacificazione tra Paesi in conflitto. A moderarla Stefano Boccaletti, Addetto Scientifico presso l’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv: “La ricerca scientifica, attraverso il suo carattere universale, aprire ponti di dialogo tra popoli, rompe le barriere della diffidenza e abbatte i muri esistenti nello scacchiere geopolitico”. Sono intervenuti Giorgio Paolucci, Direttore Scientifico del Progetto SESAME; Maurizio Fermeglia, Rettore dell’Università di Trieste; Itamar Procaccia, Premio Rita Levi Montalcini per la cooperazione scientifica tra Italia ed Israele; Riccardo Signorato, CINEL Strumenti Scientifici.

I satelliti con le loro formidabili potenzialità aprono nuove strade alla ricerca archeologica. Gli archeologi ‘spaziali’ italiani, anche con il supporto del MAECI, hanno riportato alla luce la via della seta in Cina  e la piramide di Nazca in Perù” Così Plinio Innocenzi, Addetto Scientifico presso l’Ambasciata d’Italia a Pechino ha introdotto “Segni del tempo dallo spazio: l’archeologia spaziale”, incontro cui sono intervenuti Roberto Battiston, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Rosa Lasaponara e Nicola Masini, ricercatori del CNR