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Alla Farnesina alla presenza del ministro Alfano e della ministra Fedeli la Conferenza degli Addetti Scientifici nel mondo

C’è un’Italia che produce innovazione di qualità e riscontra consensi a livello internazionale, e che può essere valorizzata maggiormente. Con queste premesse la Farnesina ospiterà una nuova edizione della Conferenza degli Addetti scientifici, il 9 e 10 gennaio,  alla presenza dei Ministri degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, e dell’Università, Istruzione e Ricerca, Valeria Fedele.

La rete degli addetti scientifici costituisce uno importante strumento di promozione del Sistema Paese, perché favorisce la collaborazione bilaterale nel settore della ricerca, sostiene le eccellenze italiane e le organizzazioni internazionali di accreditamento ed è il riferimento della comunità scientifiche italiane all’estero. Al suo attivo può vantare ben 291 iniziative di promozione negli ultimi 3 anni.

Quest’anno, la Conferenza della Farnesina punta a fare ulteriori passi in avanti nel rafforzamento di questa rete: mettere in collegamento le varie componenti della piattaforma dell’innovazione italiana nell’ambito della formazione, ricerca e industria. In quest’ottica, si confronteranno le storie di successo di italiani che hanno dato il loro contributo in questi settori alla competitività del sistema Italia. E, per l’occasione, verrà premiato un ricercatore o il fondatore di una start up di successo all’estero.

Il contributo dell’innovazione italiana alla crescita economica del Paese ha già dei numeri importanti. Ad esempio, la percentuale delle PMI che hanno introdotto innovazioni di prodotto e di processo, o innovazioni strategiche e organizzative è superiore alla media dell’Unione europea e il contributo alla bilancia commerciale delle esportazioni di prodotti a media e ad alta tecnologia è superiore alla media Ue. L’obiettivo, adesso, è di consolidare e rafforzare questo slancio.

Materia prima di Fabrizio Plessi

In occasione dell’evento, è stata allestita l’opera dell’artista Fabrizio Plessi, intitolata Materia prima. Come ad evocare uno scavo archeologico del futuro, ventotto monitor televisivi, vecchi tubi catodici degli anni Cinquanta riprodotti in terracotta e “invecchiati” secondo procedimenti cromatici e materici simili al passaggio del tempo su anfore antiche occupano il centro della Sala Conferenze Internazionali del Ministero. L’opera dimostra il  forte e originario attaccamento dell’artista alla materia reale e non solo virtuale, segno di un percorso consapevole tra dimensioni umanistiche sospese tra il legame con l’antico ma sempre rivolte ad una qualche idea di futuro e con grande attenzione ai linguaggi e alle opportunità della modernità. Allo stesso tempo, l’opera è un invito a riflettere sul nostro rapporto con il tempo, con l’usura, con il passato, con la nostra memoria che l’uso troppo spesso istantaneo della tecnologia ci fa perdere di vista.