C’è tempo fino a domenica 9 luglio per visitare a Caracas la mostra intergenerazionale, trasmediale e multiculturale dal titolo “Disìo. Nostalgia del futuro”, a cura di Antonello Tolve (con il contributo di Carolina Balzae Félix Suazo e con la collaborazione di Patricia Hambrona e Narda Zapata). Ad ospitare l’esposizione gli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Caracas. Diviso in tre sezioni – “La presenza del futuro”, “Tornare” e “Passato prossimo” – ognuna delle quali è da intendersi come confluenza delle altre, il progetto “Disìo”, termine preso a prestito da Dante (Purgatorio, VIII, vv. 1-3: «Era già l’ora che volge il disio») per indicare lo sgambetto al tempo della saudade, vuole essere un momento di dibattito sullo stato dell’arte. Segnata da un rapporto di partecipazione culturale, di contaminazione linguistica, di necessaria coesistenza delle differenze e dalla basilare evocazione di un unterschiedlich (Nietzsche), la mostra vuole riflettere su una serie di fenomeni contemporanei che, nati dall’impeto della mondializzazione, mostrano codici sempre più aperti alla fusione di stili, di espressioni, di formule creative.