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La settimana del ministro dal 15 al 22 gennaio 2018

L’arco di Tito e la menorah, la lampada a sette bracci, campeggiano nel logo della conferenza sull’antisemitismo che il ministro Angelino Alfano ha presentato lunedì. L’evento, il 29 gennaio a Roma,  sarà il primo organizzato dalla presidenza di turno italiana come testimonianza dell’importanza che viene data alla lotta contro il razzismo, l’intolleranza e la discriminazione.  La conferenza ambisce a diventare una piattaforma per sviluppare il dialogo, in linea con i principi Osce, “una delle grandi case del multilateralismo globale, in cui non c’è posto per discriminazione e intolleranza”, come ha sottolineato il ministro

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Nel pomeriggio Alfano è intervenuto a Palazzo Madama  alle commissioni Esteri e Difesa, insieme alla collega della Difesa Roberta Pinotti, per illustrare la rimodulazione delle missioni italiane all’estero. Alfano ha sottolineato l’importanza della futura missione in Niger “per la nostra sicurezza e per contrastare i traffici illeciti, compreso quello di esseri umani”. Ha poi ricordato la sua missione in Africa – con tappe in Niger, Senegal e Guinea Conakry-  il rafforzamento della rappresentanza diplomatica dell’Italia nel continente, oltre all’incremento di 40 milioni di euro al fondo Africa nel 2017 rispetto all’anno precedente. Una testimonianza concreta dell’importanza strategica che il nostro Paese attribuisce al continente africano.

 

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E proprio per portare il pieno sostegno italiano ad un altro paese africano  martedì  il ministro è volato  a Tunisi, dove ha incontrato le massime cariche istituzionali di un Paese che ha definito “un modello esemplare nel Mediterraneo”.  Alfano ha ribadito che l’Italia, fin dalla prossima riunione dei ministeri degli esteri dell’Ue il 22 gennaio, continuerà ad aiutare la Tunisia anche in ambito europeo, invitando  a rafforzare il sostegno al governo affinché possa superare le attuali difficoltà.

 

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Una volta rientrato a Roma, il ministro in qualità di presidente di turno dell’Osce  ha espresso la sua condanna per l’uccisione del leader della minoranza serba in Kosovo Oliver Ivanović  e la richiesta di una rapida inchiesta che porti all’identificazione dei responsabili. Con il segretario generale Thomas Greminger  ha anche lanciato un appello alla calma a tutte le parti in causa.

Inoltre il ministro ha dato conto della riunione di Vancouver sulla penisola coreana in cui l’Italia ha illustrato i risultati ottenuti nell’anno appena concluso sia nel contesto della presidenza del G7, che alla guida del comitato sanzioni dell’Onu. Dalla riunione è emerso “un messaggio di coesione e di solidarietà” ha detto, aggiungendo che  “la ripresa dei contatti tra il Nord e Sud potrebbe aprire nuove opportunità. La riunione di Vancouver ha confermato che l’obiettivo comune resta la piena, verificabile e irreversibile denuclearizzazione della penisola”.

L’ultimo appuntamento della giornata è stato l’incontro con la ministra degli esteri austriaca Karin Kneissl. Tra i vari temi delle relazioni bilaterali è stata citata la galleria ferroviaria del Brennero, che nel 2026 diventerà la più lunga del mondo, e la questione della concessione della cittadinanza austriaca agli altoatesini di lingua tedesca e ladina che il nuovo governo di Vienna ha inserito negli accordi di legislatura. Alfano ha ribadito che non ci saranno decisioni unilaterali e che la posizione italiana si richiama al rispetto degli accordi De Gasperi-Gruber, “esempio di un accordo di successo”.

 

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Ancora un incontro con un paese europeo mercoledì. Il ministro a Bucarest ha incontrato il presidente Klaus Iohannis, il collega Teodor Melescanu e la nostra comunità che vive e lavora in Romania, “un hub strategico per i Balcani, l’Europa orientale e il Mar Nero”. “Da quando la Romania è entrata nell’Unione Europea abbiamo anche un tetto comune dove poter continuare a far crescere e rafforzare i nostri rapporti bilaterali”, ha detto Alfano ricordando l’interscambio di 12,95 miliardi di euro e le 23.000 imprese italiane che operano in Romania. Ma il ministro si è anche soffermato sulle affinità tra i due popoli, sulla forte somiglianza delle due lingue e su quella che ha definito “una storica amicizia”.  

 

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Tanti ragazzi e professori ad attendere giovedì il ministro Alfano nella sala Aldo Moro della Farnesina per il lancio dell’iniziativa Diplomacy education, un progetto che vedrà l’adozione di classi di scuole superiori da parte di una sessantina di ambasciate straniere in Italia per dare modo ai giovani di entrare in contatto senza filtri con culture di altri paesi e , come ha detto il ministro, di “alzare lo sguardo” per cogliere una prospettiva più ampia. L’occasione ha consentito ad Alfano di sottolineare i pilastri su cui da 70 anni è fondata la politica estera italiana, pur nella instabilità dei tanti governi e ministri che si sono succeduti. Tra questi la costruzione europea che il ministro ha invitato i giovani a difendere in momento in cui c’è chi vorrebbe distruggerla.

 

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Dopo l’incontro con i giovani è stata la volta del terzo Comitato di coordinamento dei ministri di Italia e Croazia e la firma di una dichiarazione congiunta. La vice premier e ministra degli esteri croata Marija Pejcinovic Buric ha ringraziato Alfano per “il grande e concreto sostegno” alla richiesta di ingresso nell’area Schengen e il ministro ha risposto che questo “rientra in una strategia generale italiana e croata di sostegno reciproco”. “Ci stiamo sostenendo in tante battaglie. Continuate a fare affidamento sull’Italia”. Per il ministro l’incontro è stato “fruttuoso” ed ha visto la partecipazione dei responsabili dell’ambiente, dello sviluppo economico, delle politiche agricole, delle infrastrutture, dell’interno, dell’Istruzione e dei Beni culturali. Tra gli argomenti affrontati le migrazioni, la ricerca e l’innovazione e come far crescere la collaborazione economica. Un altro capitolo è stato quello dedicato alle minoranze  croata e italiana e, ha detto Alfano, alla “sintonia che continuano a vivere nei due paesi”. La collega croata ha definito “le minoranze un ponte che collega i popoli e le nostre hanno un buon contesto e diritti, sia in Italia che in Croazia”.

 

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Dalla Croazia al Liechtenstein, con l’incontro con la collega Aurelia Frick per sottolineare le  ‘relazioni bilaterali ottime’, “la condivisione degli stessi valori fondamentali” e “la forte soddisfazione” per l’entrata in vigore dell’accordo bilaterale sullo scambio di informazioni in materia fiscale, che assicura un adeguato livello di trasparenza grazie al superamento di segreto bancario.

 

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Ultimo incontro della giornata quello con il leader dell’opposizione siriana Nasser Hariri del quale il ministro ha apprezzato “l’approccio equilibrato e costruttivo” . Entrambi hanno individuato il processo politico di Ginevra sotto egida Onu come “unica via per pervenire ad una soluzione politica credibile al conflitto”.

La giornata di venerdì comincia con una dichiarazione di “benvenuto all’India nel regime internazionale Australia Group” in cui come forte produttore ed esportatore di materiale e tecnologie biologiche e chimiche, “rafforzerà la missione di non-proliferazione del Regime e l’architettura globale di non-proliferazione”. “Il Governo italiano –  ha aggiunto –  si è unito a tutti gli altri membri dell’Australia Group nel riconoscere gli impegni del Governo Indiano per il completo allineamento del suo sistema giuridico e della sua prassi amministrativa con le linee-guida e con la lista comune dell’Australia Group”.

“Oggi abbiamo approvato documenti essenziali per dotare la Cooperazione Italiana di indirizzi strategici condivisi e al passo con le più importanti innovazioni sullo scenario internazionale”: è stato questo il commento del ministro Alfano dopo la riunione del Comitato Interministeriale per la Cooperazione allo Sviluppo (CICS), presieduto a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Il Documento triennale di programmazione e indirizzo 2017-2019 è il principale quadro di riferimento strategico per l’intero Sistema italiano di cooperazione, che è il pilastro portante della nostra azione di Governo e per la proiezione esterna dell’Italia.

 

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Nella stessa giornata la partenza per gli Emirati Arabi Uniti (EAU) per la terza sessione del Dialogo strategico bilaterale. Sabato al Jumeirah at Etihad Towers Hotel il primo appuntamento con le imprese italiane, cui è seguito il colloquio con il Principe Ereditario di Abu Dhabi, Sheikh Mohammed bin Zayed Al Nahyan, con il quale ha  preso parte alla III sessione del Dialogo Strategico. “La diplomazia economica è una nostra priorità. Supportiamo le nostre aziende perché colgano appieno le opportunità che gli EAU possono offrire”, così Alfano. Altro momento importante della visita la firma del contratto di partecipazione dell’Italia a EXPO Dubai 2020, “l’Italia – ha commentato il ministro – lavorerà in stretto raccordo con gli amici emiratini per assicurare un pieno successo di Expo 2020”. La visita ad Abu Dhabi è stata inoltre l’occasione per il perfezionamento di un protocollo interpretativo, che consente di superare gli ostacoli normativi interni che hanno finora impedito la ratifica anche da parte italiana del Trattato di Estradizione tra il nostro Paese e gli Emirati Arabi Uniti, firmato nel 2015.

 In serata  Alfano è partito da Abu Dhabi alla volta di Algeri dove ha visto il collega algerino Abdelkader Messahel. Domenica è stato il giorno della sessione Plenaria del dialogo 5+5,  “uno dei principali e tradizionali fori di dialogo regionali” per la collaborazione e l’integrazione tra le due sponde del Mediterraneo,  e di un tavolo di lavoro, presieduto dall’Italia e dedicato alle crisi locali e alla sicurezza.  “In questa fase storica – nelle parole del Ministro – siamo arrivati a uno snodo cruciale: o il Mediterraneo torna ad essere un luogo di aggregazione culturale, civiltà, commercio ed investimenti, oppure può sprofondare in un vortice di scontri, terrore, disperazione sociale e instabilità. La comunità internazionale deve fare il possibile affinché si realizzi il primo scenario e non il secondo. Questo perché portare pace, sicurezza e sviluppo sostenibile in una regione che collega Europa, Africa e Asia produrrebbe grandi benefici per tutti. Per noi e per le generazioni future”.

 

 

 

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