Con l’inizio del 2018 arriva un nuovo incarico di responsabilità per l’Italia, la presidenza di turno dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa che il nostro paese assicurerà per dodici mesi. Una sfida il cui principio cardine sarà rafforzare il multilateralismo come strumento per rilanciare lo “spirito di Helsinki”, “non guardando al passato – ha sottolineato lunedì Alfano – ma dimostrando di nuovo la determinazione che ha assicurato il dialogo anche negli anni più difficili della Guerra Fredda. La presidenza italiana cercherà di guidare tutti gli sforzi dell’Osce per superare le divisioni entro e tra gli Stati membri”.
Ma sul fronte internazionale le prime ore del nuovo anno sono caratterizzate dalle notizie provenienti da Teheran. “Stiamo seguendo con grande attenzione – ha commentato Alfano – le proteste in Iran: sia le rivendicazioni dei manifestanti, sia le parole del Presidente Rohani. Ci attendiamo che siano garantite le pacifiche libertà di manifestazione e di espressione nel rispetto della legge, senza alcuna violenza da parte delle autorità, né dei dimostranti”.
L’attività diplomatica è ripresa a pieno regime mercoledì, con il primo impegno istituzionale del 2018, che il ministro ha voluto dedicare all’Africa: tre giorni per visitare tre paesi, Niger, Senegal e Guinea, a dimostrazione di quanto il continente africano, ed in particolare la regione subsahariana, rappresentino una priorità della politica estera italiana. Il ministro ha ricordato anche l’aumento degli aiuti alla cooperazione all’Africa da 140 milioni di euro del 2016 ai 180 milioni nell’anno appena concluso.
Si comincia da Niamey, dove Alfano ha inaugurato l’ambasciata italiana, la prima in un paese del Sahel. E proprio al Niger – paese prioritario della politica estera italiana – sono stati destinati 50 milioni di euro per il rafforzamento del controllo delle frontiere con la Libia, con una netta riduzione del numero di migranti che dal Niger entrano in Libia e un aumento dei rimpatri volontari assistiti di migranti dal Niger verso i Paesi di origine. A Niamey il ministro ha incontrato il collega Ibrahim Yacoubou e il presidente Issoufou Mahamadou, oltre a numerosi membri del governo, ed ha poi visitato un centro dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni. “Raccontate le vostre storie senza paura. L’Italia è al vostro fianco per sostenervi, difendere la vostra umanità e proteggere i vostri diritti”, è stato l’invito di Alfano rivolto ai migranti. Il ministro è stato anche nel centro dell’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu, definito il luogo “in cui il principio di protezione dei rifugiati diventa realtà”.
In serata il trasferimento a Dakar dove Alfano giovedì ha incontrato il collega Sidiki Kaba, per “rilanciare la partnership tra Italia e Senegal su sviluppo, cooperazione giudiziaria e commercio”. Alfano ha parlato del progressivo rafforzamento del rapporto bilaterale fra Senegal e Italia ed ha espresso apprezzamento per i significativi investimenti in cultura di Dakar. “L’istruzione e la cultura – ha sottolineato il ministro – restano i nostri migliori alleati per sostenere lo sviluppo”. Proprio per dare impulso alla cooperazione culturale è stata decisa la riapertura dell’Istituto italiano di cultura. Dopo la firma di un accordo di cooperazione giudiziaria, il ministro ha visto il presidente Macky Sall e numerosi ministri del governo visitando anche la Boutique des droits e il Foyer des femmes, due strutture finanziate dalla cooperazione italiana. “L’imprenditoria femminile – ha aggiunto – è cruciale per l’empowerment delle donne e per uno sviluppo inclusivo”. Alfano ha anche annunciato un incontro a Roma tra le associazioni degli imprenditori italiani e del Senegal “per incrociare le esperienze in comune”.
Venerdì l’arrivo a Conakry e l’incontro il collega Mamadi Touré e con il presidente della repubblica Alpha Condé con il quale il ministro ha avuto un “colloquio approfondito e cordiale sul rilancio dei rapporti bilaterali e sui principali dossier internazionali a partire dalla Libia, al Sahel e alle questioni migratorie”. La prossima apertura della nostra ambasciata a Conakry “dà un nuovo impulso alle nostre relazioni bilaterali”. “L’Italia è pronta a lavorare con la Guinea in campi quali la cooperazione e l’agricoltura”. “Dalla crescita economica e sociale della Guinea – ha concluso il ministro prima di ripartire nel tardo pomeriggio per Roma – dipendono anche i risultati che entrambi ci prefiggiamo in merito alla tematica migratoria, una sfida comune per Africa e Europa”.