“Nel 2017 l’Italia ha fatto un grande investimento politico e diplomatico per riportare il Mediterraneo al centro dell’agenda politica internazionale. Se lo guardiamo sulla mappa, il Mediterraneo può sembrare un piccolo mare, quasi un lago, ma nella regione mediterranea si giocano sfide fondamentali per la nostra sicurezza globale. Penso, ad esempio, al rischio di ritorno dei foreign fighters dopo la loro sconfitta in Iraq e in Siria, alla crisi libica, alle nuove tensioni in Libano, ai rischi di estremismi e alle pressioni che ci vengono da oriente. Voglio sottolineare l’importanza di intensificare gli scambi culturali e universitari. L’Italia considera la cultura il quarto pilastro dello sviluppo sostenibile, insieme ai pilastri economico, sociale e ambientale. Lo scorso anno abbiamo lanciato un programma molto ambizioso, dal titolo “Italia, Cultura e Mediterraneo”, con più di 500 iniziative culturali in tutta la regione. Inoltre, ho promosso un grande “Erasmus del Mediterraneo”, per far crescere la mobilità degli studenti attraverso l’aumento delle borse di studio. Sono stato molto felice di aver firmato, lo scorso dicembre, un Accordo che va proprio in tale direzione con i ministri di Algeria, Egitto, Libano, Libia, Tunisia e Marocco. Spero che questa iniziativa possa abbracciare sempre più Paesi.
In questa fase storica siamo arrivati ad uno snodo cruciale: o il Mediterraneo torna ad essere un luogo di aggregazione culturale, civiltà, commercio ed investimenti, oppure può sprofondare in un vortice di scontri, terrore, disperazione sociale e instabilità. La comunità internazionale deve fare il possibile affinché si realizzi il primo scenario e non il secondo. Questo perché portare pace, sicurezza e sviluppo sostenibile in una regione che collega Europa, Africa e Asia produrrebbe grandi benefici per tutti. Per noi e per le generazioni future”.
Così il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, aprendo il Forum di Dialogo 5+5 di Algeri.