La Vice Ministra agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Emanuela Del Re, ha partecipato come come keynote speaker alla conferenza virtuale della Camera dei Lord del Parlamento del Regno Unito sul tema dei ricollocamenti volontari dei minori e degli altri rifugiati vulnerabili.
La Vice Ministra ha fornito una panoramica dei percorsi tra loro complementari per una migrazione sicura e legale che l’Italia ha attivato per rifugiati e migranti bisognosi di protezione internazionale. L’Italia sta attualmente portando avanti tre diversi programmi: (1) Programma UE di reinsediamento, (2) Corridoi umanitari, (3) Evacuazioni umanitarie dalla Libia. Insieme hanno permesso l’accesso legale all’Italia per oltre 6.100 rifugiati e migranti vulnerabili, ha detto Del Re.
Secondo le statistiche dell’UNICEF l’anno scorso sono arrivati in Italia oltre 25mila bambini non accompagnati. “Siamo alla ricerca di soluzioni a livello europeo perché si tratta di un triste fenomeno che ha una dimensione europea. Il numero di bambini rifugiati che arrivano in Europa dai paesi mediterranei attraverso il mare è ai massimi livelli dalla seconda guerra mondiale.” – ha proseguito – “Lo scenario è spaventoso: i bambini fuggono dalla guerra e dai disastri. Le mete di questi viaggi rischiosi sono le coste meridionali d’Italia, dove questo fenomeno ha assunto una dimensione critica. Molti bambini si guadagnano i mezzi per viaggiare lavorando a condizioni illegali o sottomettendosi ad abusi sessuali. I bambini non accompagnati trovano molte difficoltà a costruirsi una nuova vita quando arrivano in Italia o in Europa e sarebbe necessario creare nuovi meccanismi di aiuto ai Paesi d’origine per evitare questo genere di emigrazione. Tali meccanismi dovrebbero ispirarsi al principio della ripartizione degli oneri all’interno dell’Unione europea e dovrebbero essere negoziati con spirito umanitario e aperto. Allo stesso modo, è importante cercare la cooperazione dei paesi africani per evitare la partenza di imbarcazioni dirette dalle coste africane verso l’Italia e la Grecia, offrendo opzioni alternative a coloro che desiderano costruirsi un futuro, perché possano farlo nel loro contesto sociale senza intraprendere viaggi pericolosissimi con percorsi migratori illegali e spesso fallimentari.”
“Dobbiamo dare risposte contemporanee alle sfide contemporanee, ed è per questo che ritengo che il nostro approccio debba coinvolgere l’Europa in senso lato nel suo complesso per essere veramente efficace. Auspico che il Regno Unito possa unirsi all’Italia e considerare l’attuazione di propri corridoi umanitari sul modello italiano con il contributo attivo delle sue organizzazioni della società civile.” – ha concluso la Vice Ministra.