“I sistemi alimentari globali hanno un ruolo cruciale nel provvedere un’alimentazione sicura a garanzia del diritto al cibo, favorendo anche la cura della salute e redditi dignitosi per chi lavora nelle filiere agroalimentari”. Lo ha dichiarato la Vice Ministra degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Marina Sereni, intervenendo al Dialogo indipendente “Perdite, eccedenze agroalimentari, spreco domestico e dieta mediterranea: visione e impegno del sistema agroalimentare italiano”, promosso dalle Università di Bologna e di Teramo, in vista del Pre-Vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, che si svolgerà a Roma dal 26 al 28 luglio.
“Per questo – ha notato la Vice Ministra – la Farnesina e l’intero sistema della Cooperazione italiana allo Sviluppo sono da tempo al lavoro per favorire sistemi agricoli sostenibili e resilienti. Il nostro sforzo vuole sfruttare le eccedenze, eliminare gli sprechi e fare in modo che ogni risorsa impiegata nella produzione alimentare sia di beneficio e non di detrimento per le persone e il pianeta. Tutto questo crea lavoro e aumenta la produttività, ma migliora anche la cura della terra e la protezione della biodiversità”.
“Si tratta – ha detto ancora Sereni – di temi fondamentali che, anche alla luce della presidenza italiana del G20, impegnano il nostro Paese a farsi carico di proporre in sedi come il Pre-Vertice azioni per migliorare il modo in cui pensiamo, produciamo e consumiamo il cibo a livello globale. In particolare, vogliamo e dobbiamo porre l’accento sull’attuazione di strategie che mitighino alcuni effetti negativi dei sistemi alimentari sulla salute degli animali, sulla terra, sull’acqua, sul clima e sulla biodiversità. E dobbiamo dare anche enfasi a un’educazione alimentare che sappia promuovere una cultura imperniata sulla consapevolezza di ciò che mangiamo e sull’importanza di ridurre gli sprechi. In quest’ottica, – ha concluso – va valorizzata la Dieta Mediterranea come strategia nutrizionale sostenibile, e anche l’innovazione e la ricerca, necessarie per passare da agricolture di sussistenza a sistemi di larga scala improntati alla sostenibilità”.