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Media Freedom Coalition on International Day to End Impunity for Crimes Against Journalists

Every year many journalists and media workers get killed simply for covering the news and sharing information with a wider audience. 

Today, on the International Day to End Impunity for Crimes against Journalists, we pay tribute to all journalists and media workers who have been targets of intimidation, violence or arbitrary detention have even been killed in the course of exercising their profession. 

A free media is the bedrock of democracy and human rights. Access to reliable and independent information is paramount, as exemplified by the COVID-19 pandemic. Journalists, who play an indispensable role in this, are under pressure around the world, with governments at times attempting to silence journalists who scrutinize their actions too closely. Journalists may be the victims of threats, physical and verbal violence, lawsuits, arbitrary detention and even forced disappearances or murder. 

Female journalists are disproportionately targeted by online harassment, threats, sexist hate speech and trolling. Many female journalists face multiple and intersecting forms of discrimination and gender-based violence because of other characteristics, including sexual orientation, race, religion, ethnicity or gender identity. This can lead to self-censorship, where women choose to withdraw from the public sphere. This undermines media pluralism and democracy as a whole. 

On average, in almost 90% of the cases of killings of journalists the perpetrators have gone unpunished. This climate of impunity perpetuates the cycle of violence against journalists and the media. A threat against one journalist has the disturbing effect of silencing many others. The members of the Media Freedom Coalition are concerned that impunity damages societies by creating an environment ripe for human rights abuses, abuses of power and corruption, and crime, which ultimately shred the fabric of democracies. 

We wholeheartedly congratulate Maria Ressa and Dmitry Muratov on being awarded the 2021 Nobel Peace Prize. It underscores the importance of independent journalism. 

We need journalists to report the facts, keep us informed and hold those in power accountable. If violence against journalists triumphs, media cannot be free and democracy cannot function.

 

Signed:

Argentina, Australia, Austria, Belize, Botswana, Bulgaria, Canada, Chile, Costa Rica, Croatia, Cyprus, the Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland, France, Germany, Ghana, Greece, Guyana, Honduras, Iceland, Italy, Japan, Kosovo, Latvia, Lebanon, Lithuania, Luxembourg, Maldives, Montenegro, the Netherlands, New Zealand, North Macedonia, Portugal, Republic of Korea, Serbia, Seychelles, Sierra Leone, Slovakia, Slovenia, Spain, Sudan, Switzerland, Ukraine, the United Kingdom, Uruguay, the United States

 

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TRADUZIONE DI CORTESIA

Media Freedom Coalition per la Giornata Internazionale per porre fine all’Impunità per i crimini contro i giornalisti

 

Ogni anno molte giornalisti e operatori dei media vengono uccisi semplicemente per aver seguito notizie e aver condiviso informazioni con un pubblico più ampio.

Oggi, in occasione della Giornata Internazionale per porre fine all’impunità per i crimini contro i giornalisti, rendiamo omaggio a chi è stato oggetto di intimidazioni, violenze,  detenzioni arbitrarie o persino ucciso nel corso dell’esercizio della professione.

La libertà dell’informazione è il caposaldo della democrazia e dei diritti umani. L’accesso a informazioni affidabili e indipendenti, come è stato dimostrato dalla pandemia di COVID-19,  è fondamentale.

I giornalisti che in questo ambito svolgono un ruolo essenziale, sono sotto pressione in tutto il mondo, a causa anche di governi che a volte tentano di mettere a tacere quelli che indagano troppo da vicino sulle loro azioni. I giornalisti possono essere vittime di minacce, violenze fisiche e verbali, azioni legali, detenzioni arbitrarie, persino rapimenti o omicidi.

Le giornaliste sono prese di mira in modo sproporzionato da molestie online, minacce, incitamento all’odio sessista e trolling. Molte giornaliste affrontano diverse forme di discriminazione e violenza di genere a causa di caratteristiche come l’orientamento sessuale, la razza, la religione, l’etnia o l’identità di genere. Questo può portare all’autocensura, a causa della quale le donne scelgono di ritirarsi dalla sfera pubblica. Ciò mina il pluralismo dei media e la democrazia nel suo insieme.

In media, in quasi il 90% dei casi di omicidi di giornalisti, gli autori sono rimasti impuniti. Questo clima di impunità perpetua il ciclo di violenza contro i giornalisti e i media.

Una minaccia contro un giornalista ha l’effetto inquietante di metterne a tacere molti altri. I membri della Media Freedom Coalition sono preoccupati che l’impunità dei delitti nei confronti dei giornalisti e delle giornaliste danneggi le società dando vita a un ambiente favorevole agli abusi dei diritti umani, all’abuso di potere, alla corruzione e alla criminalità, tanto da distruggere, alla fine, il tessuto democratico.

Ci congratuliamo di tutto cuore con Maria Ressa e Dmitry Muratov per aver ricevuto il Premio Nobel per la pace 2021, riconoscimenti che sottolineano l’importanza del giornalismo indipendente.

Abbiamo bisogno di giornalisti per raccontare i fatti, tenerci informati e responsabilizzare chi è al potere. Se la violenza contro i giornalisti trionfa, i media non potranno essere liberi e la democrazia non potrà funzionare.

 

Firmato:

Argentina, Australia, Austria, Belize, Botswana, Bulgaria, Canada, Cile, Costa Rica, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ghana, Grecia, Guyana, Honduras, Islanda, Italia, Giappone , Kosovo, Lettonia, Libano, Lituania, Lussemburgo, Maldive, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Portogallo, Repubblica di Corea, Serbia, Seychelles, Sierra Leone, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Sudan, Svizzera, Ucraina, Regno Unito, Uruguay, Stati Uniti