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Giornata internazionale di commemorazione delle vittime degli atti di violenza su base religiosa o di credo (22 agosto 2022)

In occasione della Giornata Internazionale di Commemorazione delle vittime degli atti di violenza su base religiosa o di credo, l’Italia ribadisce con forza il proprio instancabile e costante impegno sul piano internazionale per promuovere la libertà in tale campo e condanna severamente ogni forma di violenza e discriminazione motivata dall’appartenenza o dalla non appartenenza religiosa.

Assistiamo con crescente preoccupazione all’aumento in diverse aree del mondo dei casi di intolleranza, discriminazione, estremismo e violenza contro individui e comunità motivate dall’appartenenza o dalla non appartenenza a una religione o a un credo. Di fronte a questa violenza cieca, che nasce dall’ignoranza, dal fanatismo e dalla negazione della diversità, è fondamentale ribadire che solo attraverso il pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali di ogni individuo – inclusa la libertà di professare la propria religione, cambiare la propria religione e anche di non professare alcun credo – possono essere costruite società veramente pacifiche, resilienti e inclusive, che sappiano promuovere l’integrazione, la tolleranza e il mutuo rispetto.

A testimonianza dell’impegno dell’Italia sul tema, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha recentemente istituito la figura dell’Inviato Speciale per la tutela della libertà religiosa e per il dialogo interreligioso, al fine di rafforzare ulteriormente e valorizzare sul piano internazionale le tante iniziative del nostro Paese a favore della libertà di religione o credo, anche attraverso la promozione del dialogo e della collaborazione tra persone e comunità di fede o credo diversi.

Da sempre sensibile al tema della protezione dei diritti delle minoranze etniche e religiose, l’Italia, attraverso la sua azione di Cooperazione allo Sviluppo, è impegnata in numerose aree del mondo per contribuire al miglioramento delle condizioni socioeconomiche delle persone appartenenti a comunità che vivono in contesti segnati da insicurezza e instabilità, al fine di favorirne i processi di integrazione, in particolare con iniziative in favore di popolazioni appartenenti a minoranze cristiane oggetto di persecuzioni nelle aree di crisi.

Nell’anno in cui si celebra il 30mo anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone appartenenti a minoranze nazionali, etniche, religiose o linguistiche, è importante sottolineare la rilevanza di questo tema, reso ancora più urgente dai conflitti armati e dalle crisi umanitarie, che hanno finito per esacerbare la già precaria condizione delle persone appartenenti a minoranze di religione o credo.

Oggi più che mai, è fondamentale rafforzare l’impegno della Comunità internazionale e richiamare la responsabilità degli Stati nella tutela e nella promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, compresi quelli delle persone appartenenti alle minoranze religiose, affinché le religioni possano essere veicoli di pace, dialogo e incontro tra gli individui e i popoli e non un pretesto per l’intolleranza, la discriminazione e la violenza.

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