Sbloccare il potenziale dell’Africa sfruttando sinergie e partenariati, con il sostegno di nuovi strumenti di finanziamento. Questo è stato il centro delle discussioni del primo Forum di dialogo imprenditoriale Italia-Africa che si è tenuto a Roma a maggio, alla Farnesina, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con Agenzia ICE e Confindustria Assafrica & Mediterraneo.
Il forum ha riunito 70 delegati africani provenienti da 21 Paesi, in rappresentanza di 45 associazioni imprenditoriali del continente, insieme a 44 associazioni omologhe italiane e ai rappresentanti di alcune imprese di eccellenza del Made in Italy che, per la prima volta in questo formato, hanno animato un dialogo a tutto campo sulla collaborazione economica tra Italia e Africa. Le associazioni del settore privato africano e italiano sono state protagoniste di un approfondito confronto sulle prospettive di collaborazione in settori prioritari come la transizione energetica e digitale, la mobilità sostenibile, la meccanica strumentale e l’agroindustria. Ai lavori hanno preso parte anche i vertici di ICE, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), SACE, Simest e i rappresentanti delle Ambasciate di 18 Paesi africani.
L’Africa, con la quale l’interscambio l’anno scorso è stato di 60 miliardi di euro (di cui 20 di export), è una priorità strategica per l’Italia, sempre più interessata a sviluppare relazioni privilegiate con i Paesi del continente e rafforzare un partenariato basato su una logica di reciproco vantaggio, declinato nelle dimensioni economica, culturale e scientifica, oltreché politica. Sono stati questi i messaggi chiave dell’intervento del Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha sottolineato come l’organizzazione del forum rappresenti una tappa importante del processo di rafforzamento del partenariato economico con il continente all’interno della cornice del Piano Mattei del Governo.
“Attraverso la forte azione di sostegno all’export e all’internazionalizzazione delle imprese e dei territori” ha spiegato il Ministro “puntiamo a fare delle aziende italiane un vero veicolo di condivisione di competenze e del saper fare italiano”. Tra gli strumenti concreti messi a disposizione il Ministro ha menzionato 200 milioni di euro gestiti da Simest e destinati alle aziende italiane con progetti di internazionalizzazione; l’apertura di nuovi uffici ICE e CDP in Africa sub-sahariana, il rafforzamento della rete diplomatica in Africa degli ultimi anni, cui si aggiunge la recente apertura della nuova Ambasciata in Mauritania; l’organizzazione di missioni di sistema in Africa orientale e occidentale, oltre a quelle in Egitto e in Tunisia. Una centralità del continente nell’agenda del Governo italiano ribadita anche dal Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Edmondo Cirielli. Secondo il Vice Ministro l’Italia ha la responsabilità di accompagnare lo sviluppo economico e sociale dei Paesi africani nel rispetto delle loro aspirazioni, svolgendo la funzione di ponte naturale tra le due sponde del Mediterraneo.
Le joint ventures tra Italia e Africa auspicate dal Ministero partono dal presupposto di un’elevata complementarietà che esiste tra le due economie, con quella italiana basata sulla trasformazione e quella africana forte della sua ricchezza di materie prime. Prospettive di collaborazione particolarmente promettenti si delineano, in particolare, nei settori dell’aerospazio, sanità, agricoltura ed energia, senza dimenticare la necessità di sviluppare manifatture locali. Il filo rosso della futura collaborazione tra Italia e Africa sarà rappresentato poi da un maggiore impegno nella formazione e trasferimento di conoscenze a beneficio dei giovani africani. Temi, questi, che trovano terreno fertile nell’azione in Africa della Commissione Economica delle Nazioni Unite (UNECA), come testimoniato dalla sua rappresentanza al forum. Il coordinamento nei grandi consessi multilaterali, la collaborazione in ambito de-risking e la valorizzazione della complementarietà esistente tra l’Italia e l’Africa sono le priorità del Piano Mattei indicate dall’UNECA come opportunità per stabilire un più fruttuoso partenariato.
Andando più nello specifico, nel panel dedicato al ruolo del Sistema Italia nella collaborazione economica con l’Africa è stato messo in evidenza la funzione che le aziende italiane potranno svolgere nel processo di industrializzazione del continente, anche grazie alle attività di promozione e formazione di ICE, alle risorse di finanza agevolata e alle garanzie al credito alle esportazioni di SACE. Anche le istituzioni finanziarie possono svolgere un ruolo fondamentale per lo sviluppo della cooperazione economica con l’Africa, in particolare se si parla di infrastrutture fisiche e digitali, agricoltura, energia, sanità e formazione professionale. Il sistema bancario regionale deve essere però messo nelle condizioni di essere un volano per lo sviluppo e la crescita del continente e per questo è stata sottolineata l’importanza di cooperare per correggere la percezione del rischio di investire in Africa. Anche le gare internazionali, come quelle sostenute dalla Banca Mondiale, sono state presentate come un ulteriore moltiplicatore di opportunità di business per le aziende italiane ed africane.
Il forum ha visto anche la firma di cinque memorandum tra CDP e le cinque principali banche multilaterali di sviluppo africane presenti alla Farnesina: Africa Finance Corporation (ADC), Banque Ouest Africaine de Développement (BOAD Development Bank of South Africa (DBSA), Eastern and Southern African Trade and Development Bank (TDB) e African Export-Import Bank (Afreximbank). Obiettivo di queste intese contribuire alla creazione di opportunità di connessione e scambio tra imprese italiane e africane, individuare possibili occasioni di co-finanziamento e sperimentare strumenti finanziari innovativi per generare impatti più ampi e duraturi nei Paesi africani.
Le associazioni africane e italiane, insieme a un gruppo di imprese italiane con esperienza in Africa, hanno quindi partecipato a tre tavoli settoriali su transizione energetica e digitale (con focus su mobilità sostenibile), agroindustria e meccanica strumentale. Il dialogo è orientato allo sviluppo di nuove collaborazioni. In tutti questi settori l’Italia è un naturale partner delle economie africane interessate allo sviluppo di una industria di trasformazione in grado di promuovere la creazione di valore aggiunto in loco, a un modello di agricoltura moderno basato sulla meccanizzazione, allo sviluppo delle esportazioni, anche e soprattutto in un’ottica di crescita del mercato interno africano, per cui l’implementazione dell’African Continental Free Trade Area – AfCFTA può essere decisiva.
Durante la giornata si sono inoltre tenuti 120 incontri B2B che hanno coinvolto le associazioni e le imprese partecipanti, a testimonianza di un vivace interesse reciproco rivolto allo sviluppo di più strette collaborazioni tra realtà imprenditoriali di settori analoghi o complementari.