La Repubblica Democratica del Congo (RDC) si appresta a trasformare nel prossimo decennio la propria agricoltura con ingenti investimenti. L’attivismo delle Autorità congolesi per rilanciare il settore, a lungo trascurato a beneficio del settore minerario, è stato testimoniato dalla nutrita partecipazione alla fiera delle filiere della frutta e dei legumi di Rimini, MACFRUT, a maggio.
A seguito del vertice dell’Unione Africana di Dakar, la RDC ha infatti elaborato un Patto sull’alimentazione e l’agricoltura che ha come obiettivo la produzione di 890 milioni di tonnellate di cibo in dieci anni attraverso un investimento da 6,6 miliardi di dollari. Il Patto ha condotto all’elaborazione di un Programma di Trasformazione Agricola (PTA-DRC, 2023-2032) che prevede investimenti per rivoluzionare l’agricoltura con l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza alimentare. Per farlo, il Paese dell’Africa centrale è alla ricerca di partner finanziari e tecnici nei settori agricolo, della trasformazione e delle infrastrutture.
La RDC conta attualmente circa 13 milioni di famiglie impegnate in agricoltura. In termini di volume, quasi il 79,34% della produzione alimentare congolese è costituita da tuberi di manioca, mentre legumi e cereali non soddisfano il fabbisogno nazionale. Gli scarsi risultati del settore agricolo congolese dipendono principalmente dai deboli tassi di produttività media delle principali coltivazioni e dal mancato sfruttamento di milioni di ettari di terreni agricoli a causa della distanza dai centri abitati e della difficoltà di accesso.
Secondo il programma, l’accesso all’elettricità nelle zone rurali dovrà passare dall’attuale 0,4% al 10% e la copertura delle infrastrutture stradali da 0,9 chilometri di strada per 1.000 abitanti a 1,8 per 1.000 abitanti. Il programma prevede anche la creazione di centri per l’aggregazione delle tecnologie di trasformazione agricola, centri per lo sviluppo delle professioni agricole e associate, centri per la promozione dell’imprenditorialità agroalimentare, unità di produzione di imballaggi standardizzati, centri di acquisto e commercio di prodotti agricoli. Le questioni ambientali saranno pienamente prese in considerazione attraverso lo sviluppo e la promozione di tecnologie innovative resistenti ai cambiamenti climatici. Particolare attenzione sarà prestata al controllo delle risorse idriche per promuovere migliori rendimenti agricoli.
Il PTA-RDC ha l’ambizione di raggiungere il 30% di trasformazione dei prodotti, garantendo il controllo di una serie di tecnologie a livello locale. Per accrescere l’attrattività del settore privato, oltre alle riforme, il programma sosterrà lo sviluppo di sette zone economiche speciali a vocazione agricola e dedicherà particolare attenzione all’aumento di produzione in sei filiere: la manioca (con un aumento della produzione da 41 a 73,4 milioni di tonnellate), il riso (da 1,4 a 2,6 milioni di tonnellate), il mais (da 2,3 a 4,2 milioni di tonnellate), la soia da 0,25 a 0,44 milioni di tonnellate) , i fagioli (da 0,245 a 0,45 milioni di tonnellate) e il pesce (da 0,53 a 0,99 milioni di tonnellate). Nel complesso, il Programma si pone l’obiettivo di aumentare il volume della produzione alimentare da 50,9 milioni di tonnellate nel 2023 a 91,22 milioni di tonnellate nel 2032.
Il Programma sarà attuato in tre fasi basate sulla mappatura dei poli di crescita. La prima si concentrerà principalmente su 33 Entità territoriali decentralizzate in 11 province della RDC, vale a dire: Kongo Central, Maï-Ndombe, Kwango, Kasaï Oriental, Lomami, Haut Lomami, Nord Kivu, Sud Kivu, Tshopo, Ubangi settentrionale e Ubangi meridionale. I beneficiari diretti del PTA-DRC saranno circa 4,9 milioni di famiglie. Le altre due fasi saranno sviluppate in un secondo tempo.