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Dettaglio intervento

(fa fede solo il discorso effettivamente pronunciato)


 


Signor Primo Ministro Sali Berisha,


Ministro Bumci,


Vice Ministro Bozdo,


Presidente Urso,


Vice Presidente Zegna,


Presidente Dardanello,


Ambasciatori,


Signore e Signori,


 


vorrei complimentarmi con Confindustria, la Fondazione FareFuturo e Unioncamere per l’organizzazione di questa importante iniziativa, che consente di approfondire le opportunità di cooperazione economica e industriale per le imprese italiane interessate all’Albania.


Ho ascoltato con molto interesse l’intervento del Primo Ministro Sali Berisha. Sono stato favorevolmente colpito dalle enormi opportunità di investimento che l’Albania presenta per gli imprenditori italiani. In un momento di crisi come quello attuale, è nostro dovere fare di tutto per coglierle. E la mia presenza qui vuole testimoniare la volontà del Ministero degli Esteri di sostenere tali sforzi, anche perché il Ministero svolge un ruolo sempre più centrale per la crescita del Paese.



La visita a Roma del Primo Ministro Sali Berisha, che avrà incontri con il Presidente Napolitano, il Presidente Monti e il Presidente Fini, conferma l’eccellente livello delle relazioni italo-albanesi, rinsaldate e rinvigorite negli ultimi anni da una positiva consuetudine di colloqui ad alto livello. Negli ultimi due anni, abbiamo registrato 22 incontri istituzionali fra membri dei nostri due governi: a questa lista va aggiunta ora la visita del Primo Ministro Sali Berisha.


Anch’io ho avuto modo di constatare, e di sottolineare personalmente, la straordinaria intensità dei rapporti bilaterali in occasione dei colloqui avuti a Roma lo scorso 29 marzo con il collega albanese Edmond Haxhinasto. Intendo lavorare per dare ulteriore impulso al dialogo bilaterale, sfruttando tutte le potenzialità offerte dalla Dichiarazione di Partenariato Strategico del 2010.


La forza dei legami tra i nostri due Paesi affonda le radici nella storia, nella vicinanza geografica, nei secolari scambi culturali e commerciali, nella diffusissima conoscenza della lingua italiana in Albania, nella cooperazione per il consolidamento della sicurezza in Albania e il contrasto all’immigrazione clandestina, nella folta comunità albanese, che rappresenta la seconda comunità straniera in Italia e la prima comunità universitaria nel nostro Paese. Ma la straordinaria intensità delle nostre relazioni è anche merito di quei numerosi operatori economici, alcuni dei quali qui presenti, che decisero di impegnarsi a fondo in Albania nei difficili anni Novanta, quando la situazione era profondamente diversa da quella attuale. A distanza di vent’anni, il tempo ha dato ragione a chi ha scelto di credere nell’Albania.


Lo confermano i dati molto positivi dell’interscambio commerciale che nel 2011, malgrado la difficile congiuntura economica, si sono attestati intorno ai due miliardi di euro, confermando l’Italia al primo posto tra i partner commerciali dell’Albania. L’anno scorso le esportazioni italiane verso l’Albania sono aumentate del 18,6% rispetto al 2010. L’Italia è il principale fornitore dell’Albania e assorbe il 64% delle esportazioni albanesi.


Con 400 aziende italiane o italo-albanesi attive in Albania, l’Italia è anche il primo investitore straniero per numero di operatori e il secondo per valore degli investimenti. La collaborazione economica si è avvantaggiata anche della maggiore mobilità di persone tra Albania e Unione Europea garantita dalla liberalizzazione dei visti, entrata in vigore nel dicembre 2010 grazie al forte impulso politico italiano.


Il Governo italiano ha piena fiducia nel futuro dell’Albania, e intende continuare a sostenerla nel suo cammino di modernizzazione economica e sociale. Negli ultimi vent’anni, la nostra cooperazione ha destinato all’Albania un contributo di aiuti allo sviluppo, tra doni e crediti, per oltre 540 milioni di euro. Il Memorandum firmato nel 2010 stabilisce un ulteriore contributo di 51 milioni di euro in doni e crediti, e un accordo di conversione del debito. Questo è il primo accordo del genere siglato dall’Albania con un Paese donatore.


Incoraggiamo con forza gli sforzi dell’Albania nel suo impegnativo percorso di avvicinamento all’Unione Europea. Auspichiamo vivamente che siano soddisfatte da Tirana le priorità stabilite dalla Commissione europea nel 2010 e siamo pronti a valorizzare con i nostri partner i progressi compiuti. Ci rallegriamo dei recenti positivi sviluppi sul cammino delle riforme evidenziati dal Commissario europeo per l’Allargamento, Štefan Fuele, durante e dopo la sua visita a Tirana. Il nostro comune obiettivo è quello della concessione da parte dell’Unione Europea all’Albania dello status di Paese candidato all’adesione entro la fine di quest’anno.


Il nostro sostegno non si basa su un approccio fideistico o una concezione visionaria. Esso deriva dalla constatazione che l’esclusione dell’Albania dall’Unione Europea non è giustificata da una diversa connotazione culturale, storica o geografica. E si basa anche sulla salda convinzione che l’adesione dell’Albania, la cui linea di politica estera nell’area balcanica è stata tradizionalmente improntata a grande moderazione, farebbe gli interessi di sicurezza e stabilità dell’Italia. E’ in Europa, nel progetto di piena integrazione di tutti i Balcani Occidentali, che le differenze etniche potranno trovare piena composizione.


La dirigenza albanese sa di poter contare in questa sua missione sul ruolo di raccordo e di stimolo che l’Italia svolge all’interno dell’Unione Europea. Noi siamo stati e continueremo a essere i primi difensori dell’Albania in Europa. Sappiamo che il percorso sarà lungo e complesso ma, come dice un proverbio albanese, mattone dopo mattone si costruisce il castello. Vorrei peraltro cogliere l’occasione per invitare i nostri amici albanesi a non permettere a quelle differenze, che ogni Paese inevitabilmente registra, di danneggiare l’interesse nazionale. Questo è il momento di restare uniti, di evitare controproducenti contrapposizioni, concentrandosi sull’attuazione delle priorità della Commissione europea.


Entrando a far parte di un’Unione di 500 milioni di cittadini, il peso internazionale dell’Albania aumenterà in modo esponenziale, potendo partecipare alla soluzione delle sfide globali su un livello pari a quello dei maggiori attori internazionali. E alle imprese che operano in Albania si apriranno le più estese opportunità offerte dalla libera circolazione di capitali, beni e servizi nel vasto mercato europeo. Dopo i momenti positivi che abbiamo registrato di recente, con importanti chiarimenti e la soluzione di alcuni contenziosi passati, i nostri operatori economici potranno giovarsi anche del progressivo adeguamento dell’Albania ai criteri europei, in vista della sua piena adesione alla UE.



In attesa di questo storico traguardo, invito le imprese italiane a esplorare tutte le opportunità offerte dal dinamico mercato albanese. In particolare, credo utile approfondire le notevoli prospettive offerte dal settoreenergetico, soprattutto da quello delle energie rinnovabili, dove i potenziali investimenti italiani ammontano a circa 3 miliardi di euro. Questo è un ambito nel quale l’Italia può svolgere un ruolo importante rispetto ad altri concorrenti Paesi europei, anche per l’elevato numero di concessioni acquisite da aziende italiane. Guardiamo con favore allo sviluppo di un mercato energetico albanese stabile, integrato nel sistema balcanico e interconnesso alla nostra rete.


Un altro settore al quale guardiamo con grande interesse è quello del turismo, che presenta enormi potenzialità se sarà capace di sfruttare appienole meravigliose risorse naturali, a partire dalle incontaminate coste che vanno da Valona a Butrinto.


Sono sicuro che gli autorevoli oratori che mi succederanno illustreranno interessanti occasioni per approfondire ulteriormente la cooperazione economica bilaterale. Oggi l’Albania offre un accresciuto spirito di iniziativa, nuovi stimoli e spunti di azione. Ce ne rallegriamo e siamo pronti a sostenere le iniziative di internazionalizzazione, che le nostre aziende vorranno intraprendere in questo Paese a noi così vicino e caro. Grazie per l’attenzione.


 

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