(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
Cari amici,
sono contento di avere nuovamente l’opportunità di incontrarvi alla vigilia della VI Conferenza Italia America Latina e Caraibi per confrontarci su Brasil proximo, insieme al Ministro Carvalho.
Con “Brasil proximo” è nata un’idea promettente che può ispirare le nostre relazioni con la regione latinoamericana. E’ una forma di governo del “sistema Italia” nelle sue articolazioni territoriali, che si confrontano con omologhi brasiliani in un percorso di scambio, di confronto e di accompagnamento istituzionale.
“Il paese del futuro”, così Stefan Zweig –scrittore austriaco ebreo fuggito in America Latinadefiniva il Brasile in un saggio del 1941 con cui voleva rendere omaggio al paese che lo aveva accolto. Uno slogan efficace che per molti decenni è sembrato quasi una maledizione. Con le riforme dei presidenti Cardoso e Lula, la tanto attesa profezia di Zweig si realizza: venti anni di politiche macroeconomiche coerenti hanno prodotto un decennio di crescita, assieme a un nuovo welfare inclusivo. Oggi il Brasile è uno dei protagonisti mondiali: la sesta potenza geopolitica globale.
Voci talvolta autorevoli hanno recentemente messo in dubbio tale posizione, in particolare dopo le manifestazioni di quest’estate e le ultime performances inferiori alle previsioni. Il Brasile in realtà sta passando attraverso una crisi di crescita, in cui ridefinire l’equilibrio tra sviluppo e sistema sociale. Il progetto nazionale di questi anni è stato improntato al superamento di divisioni sociali e razziali, mediante piani di crescita accelerata dove la stessa politica sociale è divenuta una leva della crescita stessa. La scommessa ora è di creare un equilibrio stabile che tenga conto dei bisogni della nuova classe media e del suo indebitamento.
Economicamente ancora vulnerabile, questo nuovo gruppo rivendica condizioni e servizi sociali migliori e chiede politiche pubbliche che ne favoriscano il consolidamento. Il loro maggior timore è ricadere nella povertà. L’ “inverno brasiliano delle proteste” richiede dunque un nuovo contratto sociale.
Che cosa ha da offrire l’Italia a queste sfide, in una logica di cooperazione anche se non con gli strumenti tradizionali di cooperazione?
I Paesi della regione guardano all’Italia come a un laboratorio che coniuga rispetto dei territori, coesione sociale e crescita. Si tratta mantenere e alimentare lo scambio di conoscenze su ambiti specifici.
Al contrario nell’attuale fase di difficoltà, i territori italiani potrebbero essere tentati di chiudersi in prospettive troppo localistiche. La relazione con l’America Latina è l’occasione per internazionalizzare i nostri territori in una prospettiva di cooperazione, coniugando ragioni economiche con quelle sociali, che sono vantaggiose per l’Italia e il subcontinente. I territori che sono alla frontiera delle sfide della globalizzazione, possono essere laboratori di risposte che si traducano poi in politiche pubbliche nazionali. Si tratta dell’orizzonte di cooperazione che accomuna i nostri tessuti territoriali e quelli latinoamericani. E’ un terreno molto promettente in cui l’internazionalizzazione del sistema produttivo, diritti, crescita economica e cooperazione trovano una sintesi duratura.
Partendo anche da Brasil proximo si può avviare una fase innovativa e sperimentale di cooperazione con l’America Latina che ci permetta di definire elementi concreti per un approccio integrale allo sviluppo come auspicato dagli orientamenti ONU sul post-2015.
L’idea che la cooperazione tra sistemi, territori e modelli fatta di scambi sia la “cooperazione del futuro” reca con sé, come per la profezia di Zweig, il rischio che lo resti per molto tempo a causa della mancanza di risorse. Se è “cooperazione internazionale innovativa”, dobbiamo pensare con originalità fuori dagli schemi di finanziamento tradizionali.
E’ fondamentale che questa linea di azione diventi una politica consolidata dell’Unione europea nei suoi rapporti con la CELAC. La Cooperazione territoriale promossa dall’UE con il Mediterraneo e i Balcani può trovare condizioni ancora più favorevoli nei rapporti con l’America latina. Il terzo Forum mondiale sullo sviluppo territoriale a Torino del 2015, anno dell’Expò e della VII Conferenza Italia America Latina e Caraibi sono gli appuntamenti sui quali fare convergere le riflessioni e le esperienze.