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Intervento del Sottosegretario Giro all’incontro con i Delegati dell’IILA

(Fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)


Sono molto felice ed onorato di essere qui con voi in questa nostra casa comune, come viene generalmente definito l’Istituto. Il lavoro che tutti voi congiuntamente portate avanti in seno all’IILA va oltre gli intensi rapporti di antica amicizia e collaborazione a livello bilaterale, rappresenta un valore aggiunto, perché operate e vi raccordate in una dimensione multilaterale ma altresì locale calandovi nella società civile italiana attraverso molteplici collaborazioni in campo scientifico, culturale, economico in maniera originale ed unica. L’IILA è a Roma ma nell’IILA c’è l’America Latina.


Quest’oggi sono qui con voi per ascoltare le vostre riflessioni sull’impronta da attribuire alla sesta edizione della Conferenza Italia-America Latina e Caraibi. In un’ottica di più stretta cooperazione ed interdipendenza tra l’Italia e i Paesi latinoamericani e caraibici, è intenzione del Governo italiano organizzare una Conferenza “con” l’America Latina.


Nella mia qualità di Sottosegretario di Stato con delega all’America Latina e alla promozione culturale, vi dico che troppo spesso le relazioni tra Paesi, in particolare tra Italia ed America Latina, sono lette solo attraverso la lente economica che in questa fase viene invocata come una panacea di salvezza troppo semplicistica. L’economia ha bisogno di un quadro politico di riferimento. Quale modello economico? Questo è il tipo di dialogo che l’Italia cerca con l’America Latina e che è politico. L’agenda economica a cui l’Italia pensa è un’agenda che si propone lo sviluppo, il rispetto dell’ambiente e l’inclusione sociale.


Le relazioni politiche e culturali tra le nazioni, che vanno anche oltre i governi e che coinvolgono tutte le componenti di un Paese, sono la garanzia più autentica della nascita di un’empatia/simpatia tra comunità da cui può scaturire una cooperazione paritaria, tesa a cercare insieme strade condivise di futuro mettendo in campo la propria solidarietà.


L’IILA è un’espressione di questa idea di cerniera che intensifica i rapporti su più dimensioni. L’obiettivo è proporre un”nuovo partenariato” paritario, un futuro comune a popoli con i quali condividiamo una memoria comune che va curata, aggiornata, adattata e attualizzata alla luce delle nuove sfide globali.


L’America Latina e le sue patrie vivono oggi un risveglio colmo di vitalità e hanno un senso del futuro tanto chiaro quanto ai noi risulta oggi annebbiato. La storia contemporanea dell’America Latina, il suo risveglio e il cammino verso l’integrazione regionale possono quindi, e devono, diventare un punto di riferimento per questa fase della storia europea.


Voi e noi siamo legati e compenetrati grazie alle presenze nei rispettivi contesti di importanti ed operose collettività di “oriundi” italiane e latinoamericane. Il nostro è un rapporto spontaneo e naturale fatto d’interressi ma anche di empatie che dobbiamo nutrire e curare, valorizzando, preservando e rafforzando l’IILA sul piano operativo e finanziario.


So delle difficoltà di deficit dell’Istituto che si stanno trascinando. Voglio dare una mano per individuare soluzioni concrete. Come sottosegretario sono già impegnato a ricercare una sede più idonea e confacente ad un Organismo internazionale, presso il Demanio. Per il Governo italiano l’IILA è strumento di raccordo delle relazioni tra l’America Latina, l’Italia e l’Europa, soprattutto in questo momento.


Al tempo stesso sono consapevole delle difficoltà e limiti del rapporto pregresso tra Italia e America Latina e voglio iniziare il dialogo con voi con franchezza, perché è il miglior modo d’impostare il partenariato sincero. Il dialogo politico tra Italia e America Latina è stato modesto e discontinuo nei rapporti intergovernativi e nei seguiti delle visite. C’è stata una moltiplicazione degli strumenti formalistici, meccanismi di consultazione politica e cooperazione, accordi culturali e inter-universitari, che spesso rimangono lettera morta generando aspettative frustrate. Infine c’è stato un eccessivo ridimensionamento dello strumento della cooperazione allo sviluppo nella regione.


Per il Governo di larghe intese e il Presidente del Consiglio Letta la regione latino americana è una priorità. Il Presidente aprirà la VI Conferenza Italia-America Latina poi vi si recherà. Dopo la mia prima visita in Ecuador, ho intenzione di andare entro ottobre in El Salvador, Cuba, Colombia, Perù e Messico. Si tratta di segnali che l’Italia vuole dare per aprire il dialogo politico.


Sopratutto vogliamo dare continuità, ad esempio con missioni di attori economici, imprese e autorità locali italiani, inquadrandole nel marco dei dell’internazionalizzazione economica etica. L’obiettivo è superare l’occasionalità e rendere l’interlocuzione stabile. La comunanza dei valori, la dignità della persona umana, la sensibilità per modelli produttivi che abbiano una dimensione sociale, attenti ai territori, l’attenzione per l’ambiente, forme di espressione culturale forti come il cinema e la letteratura, l’influenza del diritto romano sugli ordinamenti giuridici latinoamericani, il ruolo della famiglia come cellula base della società, sono tanti preziosi punti di dialogo nonché segni dei nostri destini incrociati. La stessa circostanza che il Santo Padre che ama ricordare essere il Vescovo di Roma sia italo- latinoamericano crea un legame con una dimensione meta politica su cui riflettere e costruire. Nel contesto multipolare che impronta le relazioni internazionali della nostra epoca, Italia e America Latina condividono un approccio comune ai
principali problemi posti dai processi di globalizzazione.


Ho potuto verificare un forte interesse a collaborare su temi socio-economici e ho con soddisfazione constatato come alcune nostre esperienze (cooperative, politiche pubbliche per il territorio, autonomie locali) possano fungere da ispirazione per processi di sviluppo che sappiano coniugare solidarietà, sostenibilità e crescita.


La crescente importanza che il mercato latinoamericano riveste per le aziende italiane è confermato dalla presenza nel continente delle nostre maggiori aziende. Molto resta ancora da fare. Sono convinto che le imprese italiane possano differenziarsi per una visione di internazionalizzazione economica con connotati etici. I comparti dove le imprese italiane sono più presenti (telecomunicazioni, energia, infrastrutture, auto) hanno tutti un forte impatto sociale.


Le relazioni tra paesi non sono solo scambi economici, sono politica e cultura. Bisogna inserire la cultura in un disegno strategico condiviso e porla assieme al dialogo politico, quale base e fondamento dei nostri rapporti. La Ministro Bonino mi ha affidato la delega in quel settore e ritengo vi siano ampi margini per fare di più e in maniera sistemica. Come Italia abbiamo una base solida: 11 istituti di cultura presenti in America Latina, cui vanno aggiunti circa 30 lettorati che operano presso varie università dell’area. Numerose sono le borse di studio concesse ai diversi paesi dell’America Latina.


Per rendere più profondo il dialogo tra i nostri sistemi, dobbiamo assicurare che la VI Conferenza Italia-America Latina e Caraibi sia un successo, un’impresa comune all’insegna del rispetto, del partenariato e dell’amicizia. Vogliamo realizzare un’avventura comune e non un evento unilaterale soprattutto alle vostre opinioni pubbliche.


Nei mesi scorsi avete avuto modo di confrontarvi e commentare la proposta del coordinatore che include elementi politici di posizionamento strategico con l’Europa e il ruolo delle PMI. Era un programma pensato per una Conferenza di un giorno, ma proprio per il genuino interesse del Governo Letta per la regione, vogliamo estendere la conferenza su due giornate, in modo tale da dare centralità e ampliare i temi e il dibattito. Vogliamo farne per l’Italia un momento interministeriale dove differenti ministri italiani saranno invitati ad introdurre o moderare le differenti sessioni tematiche. In questa prospettiva possiamo pensare d’inserire due nuovi temi, che tengano conto delle complementarietà dei modelli di sviluppo e dei reciproci interessi, quali lo sviluppo territoriale e la coesione sociale. Per la coesione sociale, l’attenzione potrebbe essere focalizzata sulle “esperienze per raggiungere benessere e sicurezza democratica”, al fine di promuovere un modello di produzione che non trascuri la sua funzione sociale e riesca a generare benefici più ampi di quelli strettamente legati al mero profitto economico.


Stanno per partire delle lettere di invito ai vostri Ministri degli Esteri ma vorrei precisare che i vostri governi saranno liberi di indicare altri ministri, chiamiamoli più tecnici,interessati a prendere parte ad una delle sessioni.


L’esperienza delle Conferenze Italia –America Latina e il dialogo ad ampio raggio che esso consente e favorisce, non ha eguali con altre analoghe esperienze promosse dall’Italia verso altri Continenti. In prospettiva il sistema delle Conferenze, andrebbe rivisito sull’esperienza degli ultimi 10 anni, rafforzando il percorso preparatorio e focalizzandolo sui temi di interesse comune. Volevo chiedere il vostro parare sulla possibilità di presentare un documento finale condiviso al termine della VI Conferenza che sia la base programmatica per la “nuova fase” delle Conferenze. La VI
conferenza d’altra parte si situa, in un percorso che porterà a realizzare la VII a Milano nel 2015 in coincidenza dell’ Expo 2015 e dopo si può ripensare il formato delle conferenze.


Insieme abbiamo molto da fare per il futuro, in primis, potenziare il ruolo dell’IILA ricercando insieme formule innovative per ridargli lo slancio e la centralità che rivestiva nel passato, soprattutto per farla conoscere ai vostri Governi. All’IILA servono intelligenze, risorse, testimonial, una sede adeguata, un mandato rinnovato che lo leghi al meccanismo delle Conferenze. Per questo conto sulle vostre idee e sul vostro sostegno. Dobbiamo porre l’IILA al centro assieme ai grandi network di relazioni con l’America latina dalla SEGIB e dall’OSA. Vi ringrazio della pazienza e dell’attenzione.