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Intervento del Sottosegretario Giro al PD sull’America latina

(Fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)


Onorevoli,


grazie per avermi invitato al vostro seminario di approfondimento sulle prospettive d’azione dell’Italia e dell’Europa in America Latina. Ci sono molti legami, vicinanze di storie individuali, antiche e nuove generazioni di migranti che ci legano al subcontinente, ma il nostro sguardo non deve essere solo nostalgico; dobbiamo avere delle prospettive comuni: come diceva Octavio Paz “Europa e America Latina sono legate nel futuro”.


In Italia, la percezione diffusa è che nel subcontinente non ci siano crisi, che il contesto sia favorevole alle imprese e che sussistano possibilità d’intesa. Il risultato è una mancanza d’attenzione, come se le relazioni con il subcontinente fossero destinate comunque ad andare bene. Al massimo si ritiene che un plus d’attenzione sia necessario per sostenere la penetrazione delle nostre imprese o le domande delle nostre collettività.


In questi anni, i legami con l’America latina si sono intensificati grazie all’intervento diretto della società civile, delle imprese, delle comunità e degli eletti all’Estero, ma in maniera frammentata. E’ mancato, finora, un disegno politico complessivo finalizzato a capitalizzare i successi delle singole iniziative. Molti di questi Paesi non sono visitati da troppo tempo da un Presidente del Consiglio italiano.


L’obiettivo del Governo è oggi quella di riscoprire le relazioni politiche con i singoli Paesi dell’Area e concentrare l’attenzione su quelli che svolgono un ruolo-chiave nei processi d’integrazione regionale, come Messico, Perù, Argentina Brasile. Si tratta di presentare un’offerta di dialogo a 360 gradi, che valorizzi tutte le possibili sinergie a livello bilaterale e multilaterale. Se l’obiettivo principale in questa fase resta la crescita, non si deve agire solo come agenti commerciali, ma dialogare sulle politiche, trovare battaglie ideali comuni, come l’abolizione della pena di morte o la riforma del consiglio di sicurezza, e utilizzare la vicinanza culturale. Ho già fatto otto viaggi in altrettanti paesi per preparare le visite del 2014 del Ministro e del Presidente del Consiglio.


Il bel documento prodotto dal CeSPI per la riunione di oggi ben inquadra le sfide contemporanee dell’America latina a partire dal salto economico-produttivo per ridurre la dipendenza dalle materie prime, aumentare la competitività, integrare l’economia informale, migliorare la pianificazione urbana, lo sviluppo d’infrastrutture all’altezza del nuovo rango economico, fino a ridefinire politiche ed interventi sociali, volti all’inclusione dei poveri nel mercato del lavoro, frenando la criminalità e riducendo le diseguaglianze.


Per ognuna di queste sfide l’Italia può fornire un contributo, con la nostra piccola e media impresa, il sistema dei distretti, le cooperative agricole e sociali, l’esperienza contro le mafie o la gestione dei territori. Dobbiamo impostare la nostra azione nella Regione in un’ottica di cooperazione paritaria, con l’obiettivo di superare le sfide e rispondere alle domande della globalizzazione.


E’ questa un’ottica mirata a individuare terreni comuni e interessi reciproci che abbiamo definito i temi della VI Conferenza, che vanno dal ruolo delle PMI che non sono solo un modello produttivo ma hanno implicazioni pubbliche, allo sviluppo dei territori che comprende anche l’economia dei distretti e il capitale umano; la questione energetica, come una delle sfide infrastrutturali e di sviluppo sostenibile del subcontinente. Nelle sessioni non parleranno solo ministri degli Esteri, in quanto puntiamo a garantire lo scambio di esperienze concrete.


Non vi nascondo che la VI Conferenza è l’occasione per aumentare la sensibilità nei confronti dell’America Latina da parte dell’Esecutivo e sono molto contento che vi sia stata una risposta positiva da parte di molti ministri. Ho inviato personalmente anche tutti i deputati e senatori delle Commissioni esteri e gli eletti in America Latina, ma abbiamo avuto ancora poche conferme ufficiali. Colgo l’occasione per reiterarvi l’invito.


La strada per avanzare nelle relazioni politiche con il subcontinente è sviluppare un dialogo continuo. Possiamo farlo attraverso l’IILA e le conferenze Italia-America Latina che sono l’apice del confronto in un dialogo che deve essere continuo. Dobbiamo valorizzare al massimo questi due strumenti ed adeguarli ai nuovi assetti globali. Quest’anno per la prima volta, attraverso l’azione propulsiva dei membri dell’IILA, abbiamo voluto organizzare una Conferenza CON i Paesi dell’America Latina: sono questi che hanno redatto la dichiarazione finale e hanno fornito i loro commenti al programma della Conferenza. Ringrazio Donato di Santo per il lavoro svolto insieme al Presidente dell’IILA Cabanas.


L’obiettivo è rivoluzionare la struttura della prossima Conferenza, che si terrà a Milano nel 2015. Sarà un esercizio intergovernativo che ruoterà intorno all’IILA, la cui preparazione sarà avviata già nel 2014, con l’obiettivo di esaltare le ricchezza delle relazioni tra l’Italia e il subcontinente. La VII Conferenza 2015 si terrà durante l’Expò, nel corso del “primo anno della cultura Italia – America Latina” e sarà preceduta da specifici incontri, tra imprese italiane e latino americane, autonomie locali, associazioni, mondo dei media e della cultura e parlamentari italiani e latino americani.


Bisogna però evitare che dopo la Conferenza del prossimo dicembre si allenti la tensione verso l’America Latina. Aiuteranno i viaggi del ministro Bonino e del Primo Ministro ma il Parlamento può fornire un impulso, magari con un’indagine conoscitiva o con la riattivazione della relazione con i comitati parlamentari latinoamericani di amicizia con l’Italia.


Dopo la conferenza dobbiamo avviare un confronto periodico anche tra tutti gli attori italiani che lavorano in America latina a vario titolo, in un luogo in cui si possano riunire per condividere prospettive e punti di vista.


Infine dobbiamo ridare forza all’IILA pensando a modernizzarne l’azione strategica nello spirito dell’accordo del 1966 e dell’intuizione di Fanfani, forse con un libro bianco d’indirizzo, ma prima dobbiamo dotarla di più mezzi. Il Governo Italiano si è attivato per fornire una sede demaniale ampia e auspichiamo che anche grazie al vostro aiuto aumenti lo stanziamento per l’Istituto nella legge di stabilità, ora alla Camera. L’IILA è la casa comune tra Italia e America Latina che può ospitare gli incontri delle varie componente dei nostri Paesi e può agevolare anche il contatto tra parlamentari.

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