(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
L’America Latina e le sue Patrie vivono un risveglio economico e sociale di rilievo storico e quindi comprensibilmente non privo di sfide. Gli anni novanta hanno visto un impressionante sviluppo economico e un altrettanto significativo consolidamento democratico, cui hanno seguito nel terzo millennio riforme degli assetti istituzionali e esperimenti anche avanzati di stato sociale.
Ora, la regione tira il fiato per riflettere sulla traiettoria futura.
I Paesi latinoamericani possono essi stessi esser “motore” di un rilancio imponendo i temi di una nuova”agenda globale”: dalla riforma della governance finanziaria internazionale, allo sviluppo sostenibile e economia verde, dalla sicurezza alimentare ed energetica, alla tutela dei diritti dei popoli indigeni.
La regione latinoamericana, pur con le sue differenze, cerca un partenariato che vada oltre il solo scambio commerciale ma accompagni la modernizzazione della sua base produttiva.
Nei rapporti fra Italia e America Latina permane l’ostacolo della distanza geografica. Tale difficoltà è in parte compensata dalla vicinanza che deriva dalla naturalezza e immediatezza di rapporti umani, da radici storiche condivise e da un comune sentire culturale, recentemente vivificato in modo quasi emblematico dalla figura del primo pontefice latino americano nella persona di papa Francesco: di origine italiana e profondamente latino americano al tempo stesso.
Oltre al passato, ci devono avvicinare le esigenze del presente: sia quando si tratti di fronteggiare una crescente criminalità transnazionale o si punti a valorizzare le potenzialità’ economiche e finanziarie di sistemi economici complementari, sia quando si riconoscano le potenzialità delle mobilità umane rappresentate dai latinoamericani nel nostro paese e dai milioni di italiani che vivono in America Latina. Le loro identità ibride costituiscono una cerniera quasi esistenziale tra le nostre due regioni che dobbiamo valorizzare al massimo. D’altra parte, José Vasconcelos parlava per il subcontinente di “razza cosmica”.
Si tratta di collaborare a produrre know-how, expertise e tecnologie per potenziare i livelli di competitività e produttività e formazione del capitale umano dei nostri paesi. Occorre altresì cooperare nel settore scientifico e della ricerca applicata al fine di migliorare il sistema educativo, in grado di fornire quei tecnici indispensabili per il progresso e la sostenibilità della crescita economica.
Accanto a quella economica, le relazioni tra Italia ed America Latina, vanno inquadrare e vissute in una dimensione culturale che va oltre i governi e coinvolge tutte le componenti della società, elaborando una visione del presente e un “saper vivere insieme nel mondo”. Rappresenta l’investimento più duraturo atto a garantire una lunga cooperazione.
La rete di relazioni tra Italia e America Latina è intensa e supera in ricchezza quelle istituzionali. Se il dialogo politico a livello governativo fra Italia e America Latina è forse apparso negli anni discontinuo, il rapporto è rimasto vivo grazie all’attivismo della società civile e delle imprese.
L’elenco degli eventi preparatori alla VI Conferenza dimostra quanto diffusa sia l’attenzione nel nostro Paese per l’America latina. Il loro censimento ha il compito di portarle “a sistema”, di favorire un coordinamento e valorizzarne l’impegno.
E’ un tentativo di rendere giusto merito ad attori ininterrottamente presenti nel Continente, a fronte di un formato delle Conferenze Italia America Latina e Caraibi che resta essenzialmente governativo.
E’ necessario ora fare un passo ulteriore – che la dichiarazione finale congiunta già traccia – individuando un percorso preparatorio con momenti, incontri e seminari che avvicinino alle Conferenze per tappe. E’ auspicabile che ciò avvenga sia in Italia che in America latina, dove società civile e settore privato sono rappresentati e si esprimono sui temi di interesse comune. Nel lavoro di ridefinizione di formati e contenuti delle Conferenze, che inizia da dicembre, sarà importante che accanto agli incontri biennali ministeriali ci siano assemblee tra società civili, mondo delle imprese e della cultura che coinvolgano l’Italia e tutto il subcontinente.
Si tratta di un obiettivo forse ambizioso che parte dalla “messa a sistema” degli attori italiani che, senza frustrare l’autonomia di ciascuno, faccia convergere le energie in una direzione condivisa.
C’è bisogno di un luogo dove realizzare una sintesi di visione unitaria tra i differenti attori che si occupano e lavorano nel subcontinente. Solo così si possono mobilitare idee per fare vivere, avanzare e rinnovare il partenariato.
Dopo la VI Conferenza vorremmo istituire un tavolo ove siedano tutti gli attori italiani pubblici e privati presenti in America Latina, che possa incontrarsi periodicamente ad elaborare un punto di vista complessivo sulle relazioni economiche, sociali, culturali e politiche tra il nostro Paese e il subcontinente e stimolare il percorso delle prossime Conferenze.
Nel contesto delineato, va valorizzata l’esistenza di strumenti di dialogo consolidati quali l’IILA. Il sistema delle Conferenze evolve verso un esercizio intergovernativo con tutti i delegati dell’Istituto, come si vede dalla dichiarazione della conferenza di quest’anno. Per la prima volta ” la Conferenza Italia America Latina e Caraibi “ e’ organizzata “con” l’America Latina a sottolineare la ricerca di una stretta cooperazione paritetica ed l’interdipendenza tra l’Italia e i Paesi latinoamericani e caraibici. La “VI Conferenza” terminerà adottando una dichiarazione congiunta che indicherà i temi prioritari condivisi su cui far crescere una relazione paritari e individua nell’Istituto Italiano per L’America Latina il motore del lavoro comune.
Dal 2014 inizieremo a lavorare con i partner latinoamericani per l’edizione di Milano del 2015, che sarà realizzata in sinergia con i temi dell’Expò.
Ringrazio tutti gli attori pubblici e private italiani che da decenni sono impegnati a tenere vivo il legame tra il nostro paese e l’America latina. Il rinnovamento del partenariato e del dialogo con il subcontinente è una sfida stimolante che siamo tutti chiamati ad affrontare