(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
Rivolgo un caloroso benvenuto al Primo Ministro Kvirikashvili, al Vice Premier Kaladze che qui in Italia “gioca in casa” (ex giocatore del Milan), al collega Janelidze, agli altri Ministri e rappresentanti istituzionali, ai nostri Ambasciatori, e ai tanti gentili ospiti italiani e georgiani.
Noi consideriamo l’Italia un ponte nel Mediterraneo fra l’Europa e l’Africa. La Georgia è anch’essa un ponte strategico, ma fra l’Europa e l’Asia. Siamo Paesi antichi, al crocevia della storia e della geografia. Ci accomunano grandi valori come il pluralismo, l’apertura al dialogo e alle culture diverse.
Quest’anno celebriamo il venticinquesimo anniversario delle relazioni diplomatiche. Ma ricordo che l’Italia fu tra i primi Paesi a riconoscere la Prima Repubblica georgiana tra il 1918 e 1921, inviando un suo Ambasciatore a Tbilisi.
Si potrebbe andare molto più indietro. Non dico ai tempi dei Romani, che pure lasciarono la loro traccia in Georgia, ma per esempio al 1629.
Nel 1629 fu stampato il primo libro in georgiano ed era un dizionario italiano-georgiano redatto dal missionario italiano Stefano Paolini con il georgiano Niceforo Irbachi.
Nel 1643, uscì “La grammatica georgiana” a cura di un altro missionario italiano, Francesco Maria Maggio.
Sono testi storici fondamentali che ci hanno letteralmente “dato le parole” per esprimere la nostra amicizia.
Tra le tante storie della nostra amicizia, ne ricordo una che mi emoziona particolarmente. Come siciliano. Non tutti lo sanno, ma dopo la guerra civile del 1991-1993, molti bambini sfollati dall’Abkhazia hanno trascorso le loro estati a Palermo.
Per anni sono stati ospitati da famiglie siciliane in segno di solidarietà. Una vicinanza che li ha aiutati a reagire alla tragedia della guerra, a stabilire legami indissolubili.
Oggi c’è una generazione di ‘ragazzi’ che non solo parla italiano, ma capisce il dialetto siciliano e tifa Palermo!
Queste stesse persone hanno creato un’associazione cui fa capo la scuola italiana di Tbilisi che dal prossimo anno diventerà bilingue.
Nel tempo, abbiamo costruito relazioni diplomatiche molto solide, tanto più necessarie in fasi delicate della storia recente della Georgia, connotate da momenti di difficoltà. L’Italia, è bene ricordarlo, ha sempre sostenuto e sosterrà la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia.
E sono convinto che la dimensione dei rapporti economici, su cui ci concentriamo oggi, sia un pilastro fondamentale per continuare a costruire insieme i nostri rapporti.
La Georgia dimostra stabilità, pragmatismo, affidabilità. E’ un Paese democratico, dinamico, animato da entusiasmo e forze vivaci. Ha una storia millenaria, ma un volto moderno e competitivo.
Ha realizzato e continua a realizzare riforme ambiziose che l’hanno posta ai primi posti delle classifiche internazionali per facilità di fare impresa, libertà economica, trasparenza, bassa tassazione. E ha saputo mantenere la sua economia ad una crescita media del PIL oltre il 3% negli ultimi 5 anni.
Per tutte queste ragioni abbiamo sostenuto l’Accordo di Associazione con l’UE, comprensivo di un’Area di Libero Scambio Ampia ed Approfondita con l’Unione Europea (2014).
Un altro passo importante, che l’Italia ha fortemente sostenuto, è la liberalizzazione dei visti, divenuta realtà lo scorso 27 febbraio. Riconoscimento dell’impegno georgiano. Potente moltiplicatore di rapporti.
Oggi, il Business Forum ci offre l’opportunità per fare un ulteriore salto di qualità in tanti settori, grazie alla forza vitale di oltre 250 imprese italiane e georgiane che partecipano attivamente a questa iniziativa.
Penso, ad esempio, ai settori del turismo, delle infrastrutture, e a quello manifatturiero, su cui la Georgia sta impostando la propria crescita. Sono ambiti in cui le imprese italiane possono offrire un contributo unico di know-how, innovazione e qualità.
Le eccellenze italiane, note in tutto il mondo, hanno le caratteristiche perfette per avere successo anche in Georgia.
L’Italia, secondo Paese manifatturiero d’Europa e tra le prime economie del mondo, vuole essere un partner sempre più importante per una Georgia “corridoio di opportunità”.
In Georgia – dico oggi agli imprenditori italiani – possiamo investire e produrre, esportare macchinari, prodotti e materiali, partecipare alle tante gare che il Paese bandisce, fortemente sostenuto dalle istituzioni finanziarie internazionali.
E grazie ai numerosi accordi di libero scambio, la Georgia è piattaforma per un mercato ampio. Snodo cruciale sulla “nuova via della seta”.
Tante imprese italiane, da Ferrero a Salini-Impregilo, conoscono già molto bene il mercato georgiano e ne sono entusiaste. ANAS, Italferr, Saipem, Stoneware, e un vasto panorama di PMI ci racconteranno oggi le loro esperienze molto positive.
Sarà uno stimolo per molte altre aziende che si stanno avvicinando solo ora. Con SACE, SIMEST, BERS e le Agenzie georgiane che ci illustreranno tutte le potenzialità del mercato.
Sono convinto che ci siano le condizioni giuste per avanzare la collaborazione industriale e per dare una più forte spinta all’interscambio commerciale.
I nostri architetti, nel passato e nel presente, hanno contribuito a disegnare il volto di Tbilisi. Piace il Made in Italy, lo “stile italiano”, il “vivere all’Italiana”, il design e le tecnologie italiane. Anche grazie al forte impegno della nostra Ambasciata e dell’ICE.
Le opportunità non mancano e nemmeno nuovi progetti ambiziosi: come la realizzazione di un Istituto tecnologico in collaborazione con il nostro Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Continuando a guardare avanti: oggi saranno firmati due nuovi Memorandum of Understanding da parte di SACE e Unioncamere con le loro controparti georgiane.
L’obiettivo è creare un ambiente sempre più favorevole agli affari e alla collaborazione tra le comunità imprenditoriali italiane e georgiane. L’obiettivo è crescere insieme.
Auguro un buon lavoro a tutti!