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Discorso dell’On. Ministro alla Conferenza sulla Collaborazione MAECI – Arma dei Carabinieri

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

 

Ministro Pinotti,

Generale Del Sette,

Generale Graziano,

Generale Vecciarelli,

Ammiraglio Girardelli,

Ambasciatore Belloni,

Ambasciatori ed ospiti stranieri,

Cari Carabinieri,

E’ per me un grandissimo onore accogliervi qui oggi, per celebrare l’eccellente collaborazione fra la diplomazia e l’Arma dei Carabinieri, per rafforzare la sicurezza dei cittadini e per promuovere gli interessi italiani nel mondo.

La legalità è nel vostro cuore. Rivolgo un commosso pensiero a quanti hanno dato la vita per questo valore, in Italia e all’estero. Ricordo, nella mia Agrigento, il Maresciallo Giuliano Guazzelli (Gallicano, 6 aprile 1934-Agrigento, 4 aprile 1992) ucciso dalla mafia all’inizio degli anni Novanta. Giuliano difese la legalità con il più alto sacrificio.

E’ anche un piacere incontravi perché – in questi mesi intensi di impegni all’estero – ho ricevuto grandi elogi sull’attività dei Carabinieri, in particolare nell’ambito della Coalizione globale anti-Daesh e in primis dal Segretario di Stato americano Tillerson.

Vi posso dire, in tutta franchezza, che i nostri partner mi hanno letteralmente sommerso di richieste di formazione e di capacity building da parte dei Carabinieri. Avete costruito un “modello di successo” che tutti vorrebbero copiare, che non è facile improvvisare.

E’ un modello che si fonda su un grande passato: già nel lontano 1897 durante la crisi fra la Grecia e l’Impero Ottomano, i Carabinieri venivano incaricati di addestrare un embrione di Gendarmeria dell’Isola di Creta. Anche allora, questo compito veniva svolto in sinergia con la diplomazia che contribuiva a mediare tra le parti in conflitto.

Oggi, i Carabinieri offrono un contributo fondamentale alla Gendarmeria europea e sono in prima linea in tanti teatri cruciali contro il terrorismo. Un impegno, quello dell’Italia contro il terrorismo, che abbiamo rafforzato al recentissimo Vertice G7 di Taormina con una dichiarazione comune che fortifica la nostra azione globale.

In Iraq, grazie al vostro modello di successo, assieme all’Esercito e alle forze speciali, l’Italia ha  contribuito a formare circa 18.000 forze di sicurezza che stanno vincendo la battaglia contro Daesh.  

E’ un modello che coniuga capacità tecniche con le sensibilità culturali del posto. E’ da questi tratti che emerge l’“italianità” dei nostri Carabinieri, sinonimo di rispetto, umanità, solidarietà e vicinanza alle popolazioni civili.

I Carabinieri offrono una expertise e una professionalità assolutamente uniche, che spaziano dalle operazioni di pace e di sicurezza, alla difesa del patrimonio culturale, alla tutela dell’ambiente,

Sotto l’ONU, sotto la NATO o sotto l’UE, non esito a dire che l’Arma dei Carabinieri è il fiore all’occhiello della stabilità e della pace nel mondo: dall’Iraq al Libano, da Cipro all’Afghanistan, dal Kosovo alla Somalia, dalla Libia al Mali.

Fra i tanti altri settori d’eccellenza dei Carabinieri, ci tengo a menzionare il vostro impegno a tutela del patrimonio culturale.

Mi piace ricordare che i Carabinieri furono i primi a dotarsi di un Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, anticipando le Risoluzioni UNESCO in materia.

La nostra sfida comune, come diplomatici e carabinieri, è mettere la cultura al servizio della pace e della sicurezza. Perché dove passa la cultura non passano gli eserciti. La cultura sconfigge fanatismi ed estremismi che alimentano il terrorismo.

Penso al tentativo di Daesh, in Siria e in Iraq, di distruggere alcune fra le più stupefacenti opere dell’umanità, che fanno parte dell’identità culturale di quei popoli, e di tutta l’umanità. Sono fatti orribili, ma la cultura è molto più forte delle bombe.

L’Italia è già in prima linea per la protezione del patrimonio culturale nelle aree di crisi.

Abbiamo portato il tema della cultura nel Consiglio di Sicurezza: promuovendo la Risoluzione 2347, la prima risoluzione del Consiglio sulla protezione del patrimonio culturale nelle aree di conflitto.

Quale primo contributore di Caschi Blu tra i Paesi occidentali, crediamo che il Consiglio di Sicurezza debba dedicare maggiore attenzione alle minacce al patrimonio culturale e al loro impatto sulla sicurezza globale.

Nelle stesse attività di addestramento di forze internazionali e regionali, dovrebbe essere dedicato maggiore spazio alla tutela del patrimonio culturale.

E’ uno sforzo che l’Italia conduce con il prezioso contributo dei Carabinieri, soprattutto nell’ambito dell’UNESCO e della sua campagna Unite4Heritage. Abbiamo messo a disposizione dell’organizzazione una task force per fronteggiare le minacce al patrimonio culturale.

L’Italia si è fatta promotrice di molte iniziative per il contrasto al traffico illecito di beni culturali che costituiscono una fonte di finanziamento per terroristi, specialmente nel quadro della Coalizione anti-Daesh e del gruppo di lavoro per contrastarne il finanziamento.

Sempre su iniziativa italiana, la Dichiarazione finale del primo G7 della cultura riafferma con grande determinazione l’impegno: per la protezione del patrimonio culturale a rischio; per la lotta contro il traffico illecito; e il contributo fondamentale delle cultura al dialogo e alla cooperazione.

Sono sempre più convinto che la legalità ambientale è la nostra nuova frontiera.

La dignità e la civiltà di un Paese si misura nella capacità di tutela del territorio. Da Ministro degli Esteri mi rendo conto che nel rispetto dell’ambiente è in gioco la nostra reputazione e credibilità a livello mondiale. 

Oggi, l’assorbimento del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri, ci consente di costruire una squadra ancora più forte e unita a tutela dell’ambiente, in Italia e all’estero.

So che di recentemente avete organizzato la Seconda Conferenza Internazionale sull’Ambiente dell’Arma dei Carabinieri.

Sono contento che in tale contesto si è aperta una nuova prospettiva, con la collaborazione tra l’Arma dei Carabinieri e la FAO, per attività di protezione forestale-ambientale ed iniziative di lotta al cambiamento climatico. Una collaborazione sostenuta con convinzione dalla diplomazia e sono felice che presto verrà firmata l’intesa.

Voglio anche ricordare che qualche settimana fa ho dato il mio convinto “nulla osta” per l’intesa tra l’Arma dei Carabinieri e l’Ufficio Europeo Anti-Frode (OLAF). Un’intesa quadro in un settore cruciale, che disciplina anche le attività di cooperazione sulle tematiche di natura agro-ambientale.

Tutto questo interessa alla Farnesina perché la tutela dell’ambiente è inseparabile dalla politica estera e riguarda la nostra sicurezza. Nel Ministero abbiamo istituito le figure di Coordinatori per i temi della sostenibilità, dell’ambiente e del clima. E assieme al Ministero dell’Ambiente coordiniamo poi il processo di definizione della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile che verrà presentata all’ONU a luglio.

L’esperienza ci insegna che la disattenzione all’ambiente e al clima è un moltiplicatore dell’instabilità. Quasi come un attacco armato, eventi climatici possono stroncare vite, interrompere servizi essenziali, e generare disordine pubblico.

Vi faccio quindi un forte incoraggiamento a proseguire la via della cooperazione internazionale in campo ambientale, ricordandovi che troverete sempre la Farnesina pronta a sostenervi, perché la tutela dell’ambiente è parte integrate della politica estera e della nostra sicurezza.

Concludo con un fortissimo ringraziamento all’Arma dei Carabinieri, alle donne e agli uomini che ogni giorno “difendono la diplomazia”.

Mi riferisco al grande servizio di sicurezza che ci offrite presso la Farnesina, presso 128 Rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero, in 14 sedi particolarmente a rischio, e in situazioni di emergenza e di crisi, dove i Carabinieri svolgono anche attività di  protezione e di scorta. 

I Carabinieri in servizio all’estero sono la garanzia della nostra sicurezza, in un momento in cui le nostre sedi sono esposte a rischi e minacce imprevedibili. Ma sono anche convinto che il servizio all’estero possa essere un momento molto importante e gratificante di crescita professionale e di formazione.  Ci si mette in gioco in un ambiente straniero, utilizzando le proprie capacità di dialogo e sviluppando quelle sensibilità culturali che sono essenziali nelle missioni internazionali.

E poi incontrare un Carabiniere sulla soglia d’ingresso di un’Ambasciata o di un Consolato non ci fa soltanto sentire protetti, ma ci fa sentire a casa ovunque nel mondo. Grazie di cuore.