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Discorso dell’On. Ministro alla Prima Riunione della Commissione Italo-Armena sulla Cooperazione Economica

Farnesina, 7 giugno 2017

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

 

Sono molto felice di inaugurare la Prima Riunione della Commissione Italo-Armena sulla Cooperazione Economia.

Voglio dare il benvenuto al Ministro degli Esteri, il collega Eduard Nalbandyan, al suo Vice Nazarian e al Sottosegretario Della Vedova.

Rivolgo un caloroso saluto a tutta la delegazione governativa dell’Armenia oggi qui con noi (il Vice Ministro dell’Agricoltura Harutyunyan, il Vice Ministro per i Trasporti, le Telecomunicazioni e l’IT  Khachatryan, il Vice Ministro per la Cultura Samuelyan).

Vorrei anche salutare tanti cari ospiti – armeni ed italiani – che operano quotidianamente a favore dei nostri rapporti politici ed economici.

Quest’anno ricorre un anniversario molto importante: il venticinquesimo anniversario delle nostre relazioni diplomatiche. I nostri rapporti diplomatici, seppure giovani, poggiano su secoli di affinità e di incontri.

I nostri popoli hanno avuto strette relazioni fin dai tempi degli antichi Romani: nel 66 d.C., ad esempio, Nerone invitò il Re armeno Tiridate I per la sua incoronazione nel Foro.

Nella storia dell’Italia medievale è ben nota la presenza di molti armeni nell’Esarcato bizantino di Ravenna. Per la difesa della città c’era un tempo la “milizia armena” e il quartiere dove questa dimorava fu chiamato “Armenia”.

La mia stessa regione, la Sicilia, ha avuto tra i suoi governatori Alessio Mussele (Mushegh) membro della dinastia armena dei Mamikonian, giunto da noi nell’832.

Grazie agli armeni ci fu un fiorente commercio dalle coste settentrionali dell’Africa alla Sicilia e lungo tutta la nostra penisola. Fra le più importante colonie commerciali ricordo Venezia, Bari, Taranto, e Livorno.

A Venezia, sull’Isola di San Lazzaro, grazie all’opera dell’Abate Mekitar nel 1715 si costruì il monastero di San Lazzaro degli Armeni. Fu uno dei centri più vitali di storia, cultura e tradizioni armene in Italia. Poeti e scrittori armeni vennero a conoscenza degli autori italiani. Possiamo affermare che una buona parte della intellighenzia armena si formò sui banchi veneziani.

C’è un altro fatto simbolico molto bello che ci lega: più di 150 anni fa il poeta armeno Mikael Nalbandian, ispirato dal risorgimento italiano e da Giuseppe Garibaldi, scrisse una poesia “Canzone di una ragazza italiana”, che ispirò l’inno nazionale armeno.

Senza dimenticare San Gregorio l’Illuminatore, Patrono di Armenia, le cui reliquie sono ancora oggi custodite a Napoli nella chiesa di San Gregorio Armeno.

Su questi sentieri aperti nel passato, si innestano oggi le storie dei protagonisti della diaspora, che nel nostro Paese, come altrove nel mondo, ha saputo integrarsi nel nostro tessuto sociale, culturale, ed economico, in città come Roma, Milano, Padova, Venezia e Bari, dov’è maggiore la presenza della comunità armena.

Sono veramente molto felice di aprire i lavori della Prima Riunione della Commissione Italo-Armena sulla Cooperazione Economica, perché è il passo più concreto che potevamo fare insieme nell’avanzamento delle nostre relazioni economiche, dopo la vista in Armenia del mio predecessore, il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, nel novembre 2016.

Da parte mia, c’è l’intenzione di dare una risposta tangibile al fortissimo interesse che si è generato da parte delle nostre imprese verso il mercato armeno, testimoniato oggi da oltre 250 operatori economici che intendono prendere parte alla “country presentation” per conoscere di più e meglio l’Armenia.

Abbiamo strutturato le sessioni di lavoro, per gli imprenditori, in base all’interesse che essi hanno manifestato soprattutto per i settori: delle infrastrutture, dell’energia, dell’edilizia, dei servizi, del turismo, dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare.

Ma ci sarà anche spazio alla cultura: ne è un bellissimo esempio la creazione in Armenia di un Centro Regionale di Restauro grazie all’impegno finanziario della nostra Cooperazione allo Sviluppo.

A tutti, oggi, ricordo il notevolissimo sforzo compiuto dal Governo armeno sul piano delle riforme e della diversificazione di una economia già molto dinamica, con tassi di crescita del PIL costantemente sopra il 3%.

Il mercato armeno è un mercato di interesse strategico per l’Italia, specialmente se si considera la rapida crescita del suo ceto medio, dei consumi e la sua appartenenza all’Unione Eurasiatica, che apre la porta ad oltre 170 milioni di potenziali consumatori.

Il mercato armeno è un ponte fra Europa ed Asia, ma che ha anche il vantaggio di toccare i mercati mediorientali. E per coglierne appieno le potenzialità bisogna comprenderne le connessioni che si dipanano lungo la rotta che dall’Asia Centrale giunge fino in Anatolia, ed al Mediterraneo, passando per il Bacino del Caspio e per il Mar Nero.

La mia aspettativa è che da questa occasione nascano nuove opportunità e collaborazioni economiche. Ci sono tutte le condizioni per fare un salto di qualità, con la visita qui in Italia di una così qualificata delegazione.

Anche se la giornata è dedicata ai rapporti economici, non posso non soffermarmi su alcune considerazioni di carattere politico, in primis sul conflitto in Nagorno Karabakh.

L’Italia è membro del Gruppo di Minsk, in ambito OSCE, e sostiene con convinzione l’azione della sua co-Presidenza tripartita volta a conseguire pace e stabilità. Crediamo nei benefici della pace ed è importante che essi siano percepiti da armeni ed azeri allo stesso modo. Crediamo che alla narrativa del confronto vada sostituita quella del dialogo, del pragmatismo e dell’approccio costruttivo alla sicurezza. 

L’impegno dell’Italia è destinato ad accrescersi con la nostra Presidenza dell’OSCE nel 2018, ma siamo già attivi nella c.d. troika di presidenza. Auspichiamo la piena e genuina collaborazione di tutti i Paesi membri, i quali ci hanno dato fiducia nell’assumere l’incarico di presidenza, affinché i valori sui quali si fonda l’OSCE possano diffondere pace e prosperità.

Una proficua collaborazione in ambito multilaterale gioverà anche alle nostre già ottime relazioni bilaterali, politiche, economiche e culturali.

Prima di concludere, vorrei ricordare che quest’anno celebriamo il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, che hanno posto le basi di una Europa unita, che sua volta ci ha garantito pace, sviluppo, crescita e sicurezza.

Grazie ai valori su cui si fonda l’UE, fra cui quelli dello sviluppo democratico e dell’economia di mercato, abbiamo costruito nel tempo relazioni molto intense con Paesi terzi. Ed è il mio auspicio di continuare a costruire, su questi valori, forti relazioni fra Jerevan e Bruxelles.

Alla luce dei nostri eccellenti rapporti bilaterali, l’Italia ambisce ad essere portavoce degli interessi e delle aspettative dell’Armenia nelle relazioni con l’Unione Europea.

Nel rinnovare i miei ringraziamenti a tutti, ho ora il piacere di cedere la parola al collega Ministro Eduard Nalbandyan.