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Discorso dell’On. Ministro presso Confindustria Padova per l’iniziativa “La Farnesina incontra le Imprese”

Padova, 2 maggio 2017

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

 

Dottor Marco Stevanato, (Delegato all’Internazionalizzazione di Confindustria Padova)

Cari amici imprenditori,

Vi ringrazio tutti di cuore per la calorosa accoglienza. 

La mia visita fa parte di una iniziativa che mi sta portando in tutta l’Italia, dal Nord al Sud, che abbiamo chiamato “La Farnesina incontra le Imprese”.

Mi fa piacere essere qui in Veneto perché in questa bellissima Regione c’è uno spirito di  imprenditorialità che non solo fa crescere l’Italia, ma che ci rappresenta in tanti angoli del mondo.

Nonostante le difficoltà, il Veneto è stato protagonista del percorso di ripresa in questo ultimo biennio, e molto lo si deve all’attività svolta sui mercati internazionali.

Nel 2016 il Veneto ha registrato un interscambio commerciale superiore ai 100 miliardi di euro, con esportazioni pari a 58,2 miliardi. Il peso dell’export sul PIL è passato dal 37,5% nel 2010 al 42,7% nel 2015. E’ quasi il doppio del dato nazionale (Italia 28,2%).

L’export Veneto è complessivamente il 14% dell’export nazionale, secondo solo alla Lombardia, trainato da straordinarie imprese manifatturiere e una qualità di macchinari prodotti invidiata in tutto il mondo.

L’eccezionale forza di questo territorio sta anche e soprattutto nel vasto universo di Piccole e Medie Imprese che hanno un’ineguagliabile capacità di innovare, una fortissima etica del lavoro, senso di famiglia e spirito di comunità. Questi sono gli ingredienti del successo!

Ho letto recentemente di un convegno che si è svolto qui a Padova sul valore dell’impresa e del suo prodotto, e come questi fanno la storia di un territorio. Un patrimonio che deve rimanere nel tempo e che va raccontato perché rimanga vivo nelle generazioni future. Perché qui ci sono saperi ed eccellenze uniche al mondo.

Padova è stata nel Rinascimento la sede di una grande rivoluzione scientifica e culturale in Europa. Scienza, cultura ed impresa – si sa molto bene qui a Padova – non sono mondi separati. Le imprese sono eccellenze della nostra industria creativa e quindi una parte molto importante dell’immagine dell’Italia all’estero. 

Quindi, una delle mie priorità di diplomazia economica è la tutela de “brand Italiano”. C’è l’impegno a difendere le nostre indicazioni geografiche; c’è il contrasto al fenomeno dell’Italian sounding e alle politiche dei “semafori alimentari”; c’è l’azione per tutelare la proprietà intellettuale e industriale.

Più in generale, c’è il contributo della diplomazia economica contro i protezionismi, più o meno mascherati, e ad abbattere pretestuose barriere non tariffarie nei confronti dei nostri prodotti, prendendo posizione negli accordi di libero scambio.

Ho a cuore il ruolo dell’Italia nel mondo e per questo credo nell’apertura dei mercati. Perché per un Paese esportatore come il nostro il protezionismo non è mai la risposta giusta.  L’Italia conta sul commercio internazionale per la crescita.

A prescindere dalla retorica, gli interessi in gioco sono alti. E anche voi imprenditori dovete compiere uno sforzo aggiuntivo per difendere il libero commercio. 

Credo anche in più Europa, non meno Europa. Perché in un mercato globale sempre più ampio, senza l’Europa saremmo più deboli. L’Europa ci aiuta a difendere i nostri prodotti nel mondo.

Ma credo anche che l’Europa debba sfruttare meglio le sue potenzialità: quelle del Mercato Unico, dell’Unione Economica e Monetaria, e delle politiche di commercio internazionale.

Oggi sarebbe folle lasciare l’Euro! Perché non dobbiamo mai dimenticare che l’Euro ha garantito il valore delle case, dei risparmi e delle pensioni dei nostri cittadini. Se uscissimo dall’euro ci sarebbe il serio rischio di un dimezzamento del loro valore e della ricchezza degli italiani.

L’euro ci ha difeso da una crisi economica che poteva essere ancora più profonda  e ci offre tassi di interesse bassissimi che ci consentono di pagare i mutui e di finanziare la crescita. In passato con la “Lira” i tassi di interesse toccarono il 20%.

Pochi giorni fa la Commissione europea ha pubblicato i dati sulla fiducia nell’Eurozona. La fiducia nell’Eurozona ha raggiunto una vetta che non si vedeva da 10 anni!

Sempre in positivo: nei primi mesi dell’anno il commercio globale è tornato a crescere ad un ritmo che non si era verificato da quasi sette anni.

Purtroppo, troppi investitori globali sono rimasti ossessionati dal calcolo dei “rischi” dell’Eurozona e si sono dimenticati delle “opportunità” che offre il più grande mercato comune.

Non voglio dire che i rischi si sono azzerati, ma oggi la loro natura è più politica e molto meno economica: i c.d. “fondamentali” dell’economia europea e italiana sono in miglioramento.

Dobbiamo risalire sul “treno della fiducia”! La fiducia, lo sapete meglio di me, è un ingrediente cruciale per la crescita.

Oggi sono qui con un duplice obiettivo: voglio  ascoltare e capire i bisogni degli imprenditori; e desidero aiutarvi ad utilizzare il pieno potenziale della rete della Farnesina nel mondo.

La diplomazia economica è una priorità strategica del mio mandato alla Farnesina. La domanda di servizi da parte delle imprese per internazionalizzarsi è crescente. E la politica estera deve essere uno strumento a loro sostegno per accompagnare la crescita economica.

Oggi la Farnesina fa molto di più per le imprese di quello che si rappresenta nell’immaginario collettivo. Ma visto che non tutti gli imprenditori hanno la piena consapevolezza di quello che la diplomazia può fare per loro, ho deciso di essere io a recarmi da loro.

Finora sono stato a Milano, Torino, Udine, Pescara, ma il mio percorso è incominciato il 31 gennaio a Confindustria, dove abbiamo presentato uno studio indipendente di Prometeia sull’impatto della diplomazia economica.

Si stima che le gare ed i contratti aggiudicati ad aziende italiane che hanno ricevuto il sostegno della rete diplomatico-consolare hanno prodotto oltre l’1% del PIL e 234mila posti di lavoro.

Lo studio ha confermato che la Farnesina e la sua rete di oltre 200 Ambasciate e Consolati in 126 Paesi assistono soprattutto le piccole e medie imprese: sono il 61% le PMI che hanno firmato un contratto o vinto una gara grazie al nostro sostegno.

Ma si può e si deve fare di più! Alcuni guardano agli scenari geopolitici e all’imprevedibilità che li caratterizza come una minaccia. Invece bisogna coglierne anche le opportunità!

Le opportunità per le imprese sono enormi: nel 2016 i mercati esteri hanno generato per l’Italia 417 miliardi di euro di esportazioni ed un surplus della bilancia commerciale di 52 miliardi.

Il Governo è pienamente consapevole della necessità di sostenere con forza l’internazionalizzazione delle nostre aziende. Per tale motivo, è stato adottato un Piano straordinario per la promozione del Made in Italy con una allocazione di 380 milioni di euro per il triennio 2015-2017.

Ma in che modo la Farnesina e la rete diplomatico-consolare possono assistervi sui mercati esteri?

Vi rispondo che le nostre porte sono “spalancate” per tutti i vostri principali rapporti con l’estero: per l’attrazione degli investimenti; per la realizzazione degli investimenti; per la penetrazione ed espansione dell’export; per la conquista di nuovi mercati; per la partecipazione a gare; e poi anche in caso di contenziosi, ostacoli normativi e amministrativi.

La diplomazia economica gestisce e mette a disposizione delle aziende un patrimonio fatto di informazioni, contatti e relazioni. Market intelligence e sostegno istituzionale sono i capisaldi della nostra azione. Perché le nostre Ambasciate e Consolati sono interlocutori privilegiati delle istituzioni locali e degli ambienti politici, economici e della società civile dove operano. E perché nelle nostre Ambasciate e Consolati si formula una visione complessiva
degli interessi italiani. 

Questa visione complessiva degli interessi italiani nel mondo ci ha spinto ad elaborare una strategia di promozione integrata del “Marchio Italia”: che fonde la dimensione commerciale con la promozione della lingua e della cultura, della scienza e dell’innovazione, e dell’unicità dei nostri territori.

E’ un marchio fatto di bellezza, creatività e capacità tecnologica, che abbiamo tradotto nel programma integrato “Vivere all’italiana”, promosso da ogni componente della nostra rete.

Non smetterò mai di ripetere nel mondo che oltre ad essere il secondo Paese manifatturiero d’Europa siamo anche una superpotenza dello stile di vita, della cultura, e della bellezza. Il Veneto ne è un esempio magnifico. E dobbiamo far valere questo nostro primato anche per rilanciare l’economia.

Ma il messaggio più importante che vi vorrei lasciare oggi è che le Ambasciate e i Consolati sono la vostra “casa” all’estero.

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