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Discorso dell’On. Ministro al Ricevimento di benvenuto del Vertice di Trieste sui Balcani Occidentali

(Fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

 

E’ per me un onore dare il benvenuto ai colleghi Ministri degli Esteri, agli autorevoli membri delle loro delegazioni, agli onorevoli parlamentari; e a tutti i rappresentanti civili e religiosi qui con noi.

Rivolgo un ringraziamento particolare al Presidente della Regione, Debora Serrachiani, al Sindaco, Roberto Dipiazza, e al Prefetto, Annapaola Porzio, che ci ospitano nella bellissima Trieste, conosciuta ovunque per la sua generosità e per il suo spirito di accoglienza.

Mi fa molto piacere che ci siano i rappresentanti delle diverse confessioni religiose. E’ la testimonianza dell’inclinazione di Trieste al dialogo interreligioso e interculturale, città ponte tra popoli che nelle loro diversità hanno trovato grandissima ricchezza.

Quando lo scrittore irlandese James Joyce conobbe Trieste, agli inizi del 1900, scrisse una lettera alla sua compagna e futura moglie, Nora Barnacle, in cui diceva: la mia anima è a Trieste.

Io credo che a Trieste ci sia anche l’anima dell’Europa, oltre a quella di Joyce! Sia per la sua collocazione geografica “al sud del nord, al nord del sud, all’est dell’ovest e all’ovest dell’est” come ha detto il giornalista italiano Beppe Severgnini, sia per lo “spirito di Trieste”: quello spirito improntato al superamento delle divisioni e alla riconciliazione, che unisce l’Europa nel rispetto delle diversità e delle minoranze.

Nello “spirito di Trieste” c’è un grandissimo “no” alle divisioni nazionalistiche ed etniche, a tutti i muri e confini che nella storia hanno cercato di separarci.

Trieste non è solo “idealmente” ma anche “concretamente” il “ponte” dei Balcani Occidentali verso l’Unione Europea. Come scrisse il diplomatico e Premio Nobel jugoslavo Ivo Andrić nel suo capolavoro “Il Ponte sulla Drina”: “Di tutto ciò che l’uomo erige e costruisce nulla è più prezioso dei ponti”.

E’ ora di finire di costruire – qui a Trieste – il “ponte” dei Balcani verso la membership dell’UE. Non possiamo permetterci di disattendere le loro aspirazioni europee, specialmente dopo tanti anni di riforme e di sacrifici sulla via dell’allargamento. Guai a stroncare il loro sogno europeo!

Qui a Trieste vogliamo riconfermare inequivocabilmente la prospettiva europea dei Balcani Occidentali e dire a loro che la porta dell’Europa non solo resta aperta, ma è spalancata.

Non dimentichiamo che nei popoli balcanici c’è ancora una forte voglia d’Europa e che dal loro livello di ambizione possiamo trare tantissime energie e vitalità per il futuro della nostra cara Europa.

Badate, c’è un collegamento molto stretto tra il Vertice di Roma del 25 marzo scorso – per il rilancio del progetto europeo in occasione del suo sessantesimo anniversario –  e il Vertice di Trieste.

Perché un’Europa rinnovata e determinata a superare le sfide può esprimere anche una maggiore capacità di accogliere i Balcani Occidentali.

E perché un’Europa ad integrazione differenziata – che ha trovato pieno “diritto di cittadinanza” nella Dichiarazione di Roma – offre anch’esso nuove opportunità per i Balcani Occidentali.

Il Vertice di Trieste persegue una “agenda del fare” e sarà denso di risultati di grande rilevanza, per i nostri amici dei Balcani, per l’Europa, per l’Italia e per la stessa Trieste. L’Italia vuole essere l’hub dei Balcani verso l’Europa. Trieste e Gorizia i suoi snodi centrali. Crediamo nel grande grande investimento delle cooperazione inter-regionale, che abbiamo promosso con iniziative come l’INCE e la IAI.

Dare nuovo slancio nel percorso europeo dei Balcani occidentali significa essere molto concreti nelle azioni. Infatti, al Vertice di Trieste: lanceremo nuovi progetti infrastrutturali europei; daremo impulso all’integrazione economica regionale (ad esempio con la firma del Trattato per la Comunità dei Trasporti); favoriremo nuovi strumenti di sviluppo per le PMI; e nuove iniziative per la lotta alla corruzione.

Sono iniziative che coinvolgono attivamente Trieste, che non si limitano a questi due giorni, ma che lasceranno segni tangibili di lungo periodo. Faccio due esempi: primo, la creazione a Trieste del Segretariato delle Camera di Commercio dei Balcani; secondo, la prospettiva di localizzare a Trieste la costituenda Western Balkans Research Foundation, a sostegno dei giovani ricercatori.

Sono molto entusiasta della volontà di rafforzare i programmi a favore dei giovani, nel trentennale della creazione di Erasmus. Io ho fiducia in un’Europa capace di plasmare la sua identità investendo sulla grande risorsa dei nostri giovani, che mettono in circolo idee, interessi, progetti, speranze, sogni e visioni, nell’enorme spazio aperto di pace, libertà e giustizia che è l’Europa.

Un forte ringraziamento va all’Ufficio Regionale per la Cooperazione Giovanile (RYCO), che sta dimostrando di essere uno strumento validissimo per ideare nuove iniziative per i giovani.

Cari amici, concludo con quella che per me è una certezza: che possiamo rilanciare e migliorare l’Europa con l’energia e la vitalità dei Balcani Occidentali. Perché solo chi ama l’Europa, come il popolo italiano e i popoli dei Balcani, può davvero migliorarla. 

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