Farnesina, 27 giugno 2017
(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)
Vorrei ringraziare l’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia (ANRP) per avere organizzato questo evento. E’ un onore ospitarlo qui alla Farnesina e, personalmente, sono molto lieto di condividere con voi questo momento.
Ringrazio in modo particolare il Presidente Enzo Orlanducci, il Presidente Vicario Michele Montagano, il Capo dell’Ufficio culturale dell’Ambasciata di Germania, Stefan Schneider, il Dottor Giovanni Anversa, tutti i membri dell’Associazione e tutti i familiari degli internati.
Lo scorso aprile, alla vigilia del G7 dei Ministri degli Esteri, ci siamo riuniti a Sant’Anna di Stazzema, per rendere omaggio, con grandissima commozione, alle vittime dell’eccidio dell’agosto del 1944.
Il Parco Nazionale della Pace, che oggi sorge in quel luogo, mantiene viva la memoria di crimini che il nazi-fascismo ha inflitto all’umanità intera. E’ stato il migliore dei modi per incominciare il nostro lavoro al G7 di Lucca. E per ribadire, con forza, tutti insieme, il nostro “mai più”.
Tutti i luoghi della memoria sono un monito perenne a non dimenticare che i conflitti portano con sé conseguenze estreme e feroci.
Coltivare la memoria e la conoscenza di quello che è successo ai nostri internati, a tutti coloro, civili e militari, che hanno sofferto, ci aiuta a tenere gli occhi aperti e soprattutto quelli delle generazioni più giovani. Perché nella storia si può anche andare indietro.
Nel marzo 2013 il Presidente Giorgio Napolitano, durante l’incontro con il Presidente Joachim Gauck, aveva sottolineato “la determinazione a non lasciar dissolvere il patrimonio di unità, solidarietà e fraternità che abbiamo costruito in Europa”.
Una determinazione che ritroviamo anche nella “Dichiarazione di Roma” del 25 marzo scorso, per rilanciare Progetto Europeo con nuovo slancio. Quel progetto che rimane ancora oggi il più straordinario esperimento di pace e prosperità al mondo.
L’integrazione europea ha aiutato l’Italia e la Germania nella via della riconciliazione, a ritrovarci amici in un’Europa unita dal rispetto dei diritti, delle libertà, delle minoranze e delle diversità.
Il commosso abbraccio tra i Presidenti Napolitano e Gauck, in quell’occasione, suggellò il solenne impegno comune ad impedire il ripetersi delle atrocità del passato, grazie alla costruzione di una memoria condivisa.
Ho rivissuto, in prima persona, una grandissima emozione quando quest’anno il Presidente Sergio Mattarella e il Presidente Frank-Walter Steinmeier hanno reso omaggio, l’uno accanto all’altro, alle vittime delle Fosse Ardeatine. Era la prima volta.
L’incontro di oggi ci offre l’occasione per fare un bilancio del cammino che abbiamo fatto insieme, a quasi dieci anni di distanza dalla creazione della Commissione storica italo-tedesca in occasione del Vertice bilaterale di Trieste nel 2008.
Oltre ad importanti gesti simbolici, mi piace ricordare quegli atti di collaborazione concreta: come il “Fondo italo-tedesco per il Futuro” che ha permesso di sostenere iniziative a tutela della memoria, sostenendo lo spirito di solidarietà, superando rischiose chiusure ed egoismi.
Al “Fondo per il Futuro” dobbiamo circa trenta progetti di altissimo valore civile e morale, due dei quali l’ANRP presenterà oggi. Il mio auspicio è che il “Fondo per il Futuro” continui a lungo “nel futuro” e – come sta facendo molto bene l’ANRP – si rivolga soprattutto a quel “futuro” a cui teniamo di più: alle nostre giovani generazioni, che sono meno consapevoli degli errori e degli orrori del passato, e delle conquiste dell’Europa in sessant’anni di pace.
La vita è una continua conquista. Ogni giorno, se non li difendiamo, rischiamo di perdere i nostri valori e le nostre libertà.
Lo sapeva molto bene un europeista come Helmut Kohl, che pochi giorni fa ci ha lasciato, il quale diceva: il futuro sarà nostro quando avremo costruito la casa dell’Europa … gli spiriti del male non sono stati banditi per sempre dall’Europa … a ogni generazione si pone di nuovo il compito di impedire il loro ritorno.
Ecco, la memoria è come il cemento che solidifica quel comune “patrimonio identitario europeo” – di valori e di libertà – che ci proteggono dall’insorgere di nuovi nazionalismi. Il nostro compito più nobile è la loro salvaguardia, la loro continua riscoperta, per tramandarli alle prossime generazioni.