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Discorso dell’On. Ministro “La Farnesina incontra le Imprese”

Bari, 23 giugno 2017

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

Caro Presidente Ambrosi,

Cari amici imprenditori,

Vi ringrazio tutti di cuore per la calorosa accoglienza. 

 

Come sapete, la mia visita fa parte di una iniziativa che mi sta portando in tutta l’Italia, dal Nord al Sud, che abbiamo chiamato “La Farnesina incontra le Imprese”. Oggi, sono particolarmente felice di essere qui a Bari per la sua ottava tappa.

Negli ultimi anni, la Puglia ha fatto un grandissimo salto in avanti ed è diventata un modello di sviluppo per il Sud. Ne riparlerò più tardi al Convegno “Sud 4.0” presso la Libera Università Mediterranea Jean Monnet. Ma il punto è questo: i settori più tradizionali che tanto amiamo di questa Regione, come l’agricoltura e il turismo, convivono con quelli più innovativi dell’aerospazio, della meccatronica, delle nanotecnologie e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT).

L’immagine della Puglia che riscontro all’estero è l’immagine di una regione in movimento, dinamica e determinata, che compie grandi passi sulla via dell’innovazione, senza mai dimenticare la sua storia e le sue tradizioni, che salvaguardano la qualità di ogni sua produzione.

E’ anche l’immagine di una regione che ha una naturale vocazione al rapporto con l’estero: nel 2016, la Puglia ha generato dall’export quasi 8 miliardi di euro (è stata l’undicesima Regione esportatrice).

Complessivamente, dal 2008 al 2016, le esportazioni italiane sono cresciute del 13% e hanno raggiunto un peso del 25% del PIL: si tratta di oltre 417 miliardi di euro, con un surplus commerciale di 51,5 miliardi.

E nel primo trimestre del 2017 i risultati dell’export nazionale sono stati impressionanti: +14,5% rispetto al 2016. Un livello che non si vedeva da oltre cinque anni!

 “La Farnesina incontra le Imprese” ha per me un duplice obiettivo: voglio ascoltare e capire i bisogni degli imprenditori; e desidero aiutarvi ad utilizzare il pieno potenziale della rete della Farnesina nel mondo.

La diplomazia economica è una priorità strategica del mio mandato alla Farnesina, perché sono consapevole che la domanda di servizi da parte delle imprese per internazionalizzarsi è crescente. E la politica estera deve essere uno strumento a loro sostegno per accompagnare la crescita economica.

Sono qui perché non tutti sanno: che le gare ed i contratti aggiudicati ad aziende italiane, con il sostegno della rete diplomatico-consolare, hanno prodotto oltre l’1% del PIL.

E non tutti sanno: che le porte delle nostre Ambasciata e dei nostri Consolati sono spalancate alle imprese: per la conquista di nuovi mercati; per la penetrazione ed espansione dell’export; per l’attrazione degli investimenti; per la realizzazione degli investimenti; per la partecipazione a gare; e poi anche in caso di contenziosi, ostacoli normativi e amministrativi.

Vorrei ricordare brevemente alcuni impegni chiave, che coinvolgono direttamente la Farnesina e la sua rete:

C’è innanzitutto il Piano straordinario per il Made in Italy, con oltre 300 milioni di euro per sostenere l’internazionalizzazione delle imprese italiane, a cui si aggiungono 50 milioni di euro del nuovo Piano Export Sud (finanziato con fondi europei).

C’è l’impegno a “giocare di squadra” con un articolato programma “Vivere all’Italiana” di promozione integrata del nostro Paese – dalla lingua al design, dalla tecnologia all’arte, dalla cucina all’archeologia – per valorizzare e per difende il “marchio Italia” nel mondo.

“Vivere all’Italiana” è un marchio fatto di bellezza, creatività e capacità tecnologica, promosso da ogni componente della nostra rete.

Ma è anche un impegno a difendere le nostre indicazioni geografiche; per contrastare il fenomeno dell’Italian sounding e le politiche dei “semafori alimentari”; e per tutelare la proprietà intellettuale ed industriale.

Pochi giorni fa ho lanciato alla Farnesina il Piano per il Turismo 2017/2022, che sarà un nuovo strumento della diplomazia economica.

Vogliamo continuare ad attrarre turisti nelle città e nei luoghi più famosi. Ma vogliamo anche promuovere destinazioni meno conosciute e pure ricche di potenzialità ancora inespresse: le aree rurali, i borghi antichi, le piccole e medie città d’arte, i parchi naturali e marini.

C’è la voglia di ripartire dalle Regioni, sostenendo quelle aziende del settore che generano ricadute nei territori locali. C’è una maggiore attenzione al Mezzogiorno: la Puglia è sempre fra le regioni del Sud nelle quali aumentano gli arrivi e la spesa turistica, assieme a Campania, Sicilia e Molise. Oltre 3 milioni e mezzo di turisti visitano la Puglia ogni anno.

Sempre alla Farnesina, ho lanciato il Piano strategico per l’internazionalizzazione delle Università 2017/2020. L’obiettivo a cui tengo di più è di rimettere i giovani al centro del sistema. Dobbiamo dare priorità assoluta ai capitoli della formazione, dell’imprenditorialità e dell’accesso al lavoro.

Il Piano identifica le nostre priorità geografiche. Oltre ai Paesi del Mediterraneo e dei Balcani – che rimangono per noi sempre prioritari – i Paesi dove intendiamo svolgere nuove azioni sono: Cina, India, USA, Argentina, Etiopia, Iran, Israele e  Messico.

L’internazionalizzazione delle nostre Università fa bene agli studenti, ma fa anche bene alle aziende, perché dalle Università più internazionalizzate possono scegliere gli studenti più brillanti.

Mi fa molto piacere che le immatricolazioni al Politecnico di Bari sono in aumento di quasi il 20% e quelle degli studenti stranieri hanno registrato un picco del + 300%. Ci sono tante storie di successo di giovani imprenditori baresi che hanno sviluppato i loro progetti nelle Università. E questo è un altro tema che intendo approfondire al Convegno “Sud 4.0” più tardi.

C’è poi l’impegno della diplomazia economica ad attrare più investimenti. Abbiamo reso le politiche di visto più attrattive per i manager stranieri:

–        Visti Business rilasciati in 72 ore da Ambasciate e Consolati, ma l’obiettivo è ridurre questi tempi ulteriormente.

–        Visti Startup per incentivare imprese creative ed innovative interessate al mercato italiano.

–        Visti per Investitori per consentire agli imprenditori esteri di risiedere ed investire in Italia più facilmente.

Da poche settimane, all’interno della Farnesina, abbiamo anche istituito un Ufficio per gli Investimenti Esteri, che sarà il punto di riferimento per le multinazionali e le imprese straniere che guardano all’Italia.

Ma c’è di più: oltre all’assistenza delle Ambasciate e dei Consolati,  in collaborazione con il MISE e con l’ICE abbiamo creato 7 nuovi Desk per l’attrazione degli investimenti esteri a: Istanbul, Londra, New York, Singapore, Tokyo, Dubai, San Francisco. Altri 2 Desk saranno aperti a breve  a Pechino e Hong Kong.

Per promuovere gli investimenti stranieri in Italia, ho organizzato una Conferenza di investitori – “Invest in Italy” – il 13 giugno scorso alla Farnesina. Sono contento che molti investitori si sono già accorti dei passi avanti fatti dall’Italia: un numero crescente di multinazionali si riaffaccia al nostro mercato; siamo rientrati nei radar dei grandi fondi sovrani ed internazionali; e stiamo risalendo gli indici mondiali degli investimenti e del business climate.

Per lunghi anni dopo la crisi – una crisi ancora più profonda di quella fra le due guerre mondiali – i Governi di cui ho fatto parte, di questa Legislatura, hanno lavorato giorno e notte per mettere in sicurezza la nostra economia.

Oggi incominciamo a vederne i frutti, dopo provvedimenti significativi come ad esempio: il programma per gli investimenti “Destinazione Italia”, il Jobs Act, le riforme della giustizi civile, l’ammodernamento dell’amministrazione pubblica, l’amministrazione fiscale più trasparente e prevedibile, e il Piano Industria 4.0.

L’Italia è tornata a crescere e anche la disoccupazione ha segnato un calo (da 11,5% a 11,1%, secondo dati Istat di aprile), toccando il livello più basso negli ultimi 4 anni.

Nel primo quadrimestre dell’anno, la crescita dell’Eurozona è stata doppia rispetto a quella degli USA. E l’indice del “sentimento degli investitori nell’Eurozona”, da questo mese, è al livello più alto dal 2007 (Eurozone investor sentiment).

Quello che dico agli investitori e agli imprenditori è di avere più fiducia nel futuro dell’Europa e dell’Italia. Non soltanto perché oggi le statistiche stanno dalla nostra parte, ma perché noi stiamo dalla vostra parte nell’aprire i mercati e nel difendere il libero scambio.

Oggi i rischi sono sempre più politici e molto meno economici. L’Italia ha bisogno di una visione politica che punti su progetti di lungo periodo. Perché gli investitori chiedono un’Italia che dia certezze e che non metta in dubbio l’Europa o l’Euro, come fanno i populisti “con gli slogan”.

Ho a cuore il ruolo dell’Italia nel mondo e per questo credo nell’apertura dei mercati e credo nell’Europa. Un Paese esportatore come l’Italia conta sul commercio internazionale, sull’UE e sull’Euro, per diffondere i nostri prodotti nel mondo e per crescere.

Gli interessi in gioco sono alti. E quindi anche voi imprenditori dovete aiutarci a fare uno sforzo aggiuntivo per difendere il libero commercio e per difendere un’Europa che ci garantisce pace, crescita e prosperità.