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Discorso dell’On. Ministro per l’evento “Italia. Paese per Viaggiatori” – Presentazione del Piano Strategico del Turismo 2017-2022

Farnesina, 20 giugno 2017

(fa fede solo il testo effettivamente pronunciato)

Signore e Signori,

è mio grande piacere darvi il benvenuto, in particolare:

–        al Corpo diplomatico,

–        al Ministro Dario Franceschini,

–        al Vice Presidente Giovanni Lolli,

–        ai rappresentanti dei Ministeri, delle Regioni e degli Enti locali,

–        ai rappresentanti di ENIT, di Alitalia, delle Agenzie specializzate, della stampa e tutti gli addetti ai lavori che hanno contribuito al Piano Strategico del Turismo 2017-2022.

Il 2016 è stato un anno molto positivo per il turismo in Italia:

–        Abbiamo visto crescere gli arrivi dei turisti stranieri del 3,7%.

–        L’Italia è la quinta destinazione al mondo più visitata, con oltre 52 milioni di visitatori.

–        E nell’era dei social network, va anche ricordato che l’Italia è il Paese più fotografato al mondo su Instagram!

Come ho detto recentemente a una conferenza di investitori, siamo gli “azionisti” di un “global brand italiano” che va oltre la “dimensione Paese”. E’ un concetto di vita, di stile, di benessere e di arricchimento culturale.

Il Piano del Turismo è un nuovo strumento che rafforza la  diplomazia economica della Farnesina. Perché il turismo è un importantissimo volano della nostra economia: rappresenta il 12% del PIL e il 13% dell’occupazione.

Con il Piano Strategico del Turismo vogliamo contribuire a rafforzare la crescita del PIL che abbiamo registrato in questi primi mesi del 2017. Vogliamo continuare ad attrarre turisti nelle città e nei luoghi più famosi. Ma vogliamo anche promuovere destinazioni meno conosciute e pure ricche di potenzialità ancora inespresse.  Mi riferisco alle aree rurali, i borghi antichi, le piccole e medie città d’arte, i parchi naturali e marini.

Per stare al passo con i tempi, nel Piano c’è molta attenzione alla digitalizzazione, all’innovazione, e alla sostenibilità.

C’è una maggiore attenzione al Mezzogiorno: Campania, Sicilia e Molise hanno registrato picchi di spesa turistica ben oltre la media nazionale.

C’è la voglia di ripartire dalle Regioni, per portare lavoro nei centri periferici, investendo nelle aziende che generano ricadute nei territori locali.

E c’è l’intenzione di capitalizzare meglio le potenzialità dei nostri 51 siti UNESCO di patrimonio artistico, culturale e paesaggistico.

E vogliamo farlo attraverso un lavoro di squadra: il Piano per il Turismo mette insieme tantissimi attori del settore turistico, pubblici e privati.

Ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo.

Da parte della Farnesina c’è il coinvolgimento totale della nostra rete di Ambasciate, Consolati, Istituto di Cultura e Uffici ICE, che saranno al servizio dell’attuazione del Piano.

La Farnesina sta già conducendo un importante sforzo anche sul piano delle politiche dei visti: oggi l’Italia è all’avanguardia, tra i Paesi Schengen, per la qualità del servizio e la velocità delle procedure.

In alcuni mercati particolarmente importanti – come Cina e Russia –  il visto turistico si ottiene in pochissimi giorni e abbiamo introdotto visti di lunga durata: con validità da uno a cinque anni, che consentono ingressi multipli. E’ una risposta anche a quello che sento dire spesso, qui a Roma, di un turismo “mordi e fuggi”.

Ma soprattutto ricordo che negli ultimi 5 anni l’Italia ha concesso in media 2 milioni di visti all’anno: si tratta di un grande lavoro al servizio dei nostri cittadini, delle nostre imprese e dei nostri territori.

Sono convinto che il Piano del Turismo darà ulteriore slancio al nostro articolato programma “Vivere all’Italiana” di promozione integrata dell’Italia – dalla lingua al design, dalla tecnologia all’arte, dalla cucina all’archeologia – che la Farnesina ha sviluppato per valorizzare e per difende il “marchio Italia” nel mondo.

Concludo ricordando che l’Italia è stato il Paese che ha inventato il turismo nell’era moderna. Nel Settecento e nell’Ottocento tutti i rampolli delle migliori famiglie d’Europa, artisti, letterati e pittori, facevano il cosiddetto grand tour nelle città d’arte del nostro Paese per finalizzare la loro formazione.

Ecco, io credo che dobbiamo riscoprire questo nostro straordinario passato per continuare ad attrare il turismo d’élite, che è quello che porta più ricchezza, più occupazione e più crescita. Ma che è anche quello che esige una più elevata qualità di servizi.

Cinesi, russi ed indiani sono i rampolli del presente, che hanno preso il posto un tempo degli inglesi, dei tedeschi e dei francesi. Ma hanno lo stesso desiderio di formarsi e di essere conquistati dalla nostra cultura, e dall’Italian Lifestyle.

E senza nulla togliere alle bellezze di Roma, di Firenze e di Venezia, dobbiamo allargare il percorso del grand tour, portando i turisti a scoprire i tesori degli straordinari borghi e luoghi meni conosciuti della nostra splendida penisola.

Direi che questa è la nostra sfida!

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