Parigi, 23 gennaio 2018
Cari colleghi, cari delegati,
vorrei innanzitutto ringraziare il Ministro Le Drian per l’invito a riunirci a Parigi. Oggi è importante lanciare – insieme – un forte messaggio politico contro l’impunità per l’uso di armi chimiche. Siamo determinati a rispondere con forza ai terribili crimini internazionali perpetrati con le armi chimiche, sia da attori statali che da attori non-statali.
Dal 1997 in poi, la Convenzione sulle Armi Chimiche è stato il trattato di disarmo di maggiore successo: oltre il 90% di tutte le scorte di armi chimiche è stato distrutto. E l’Italia ha dato il suo contributo. Non possiamo permettere che questi risultati siano vanificati dal ritorno di armi chimiche in Siria o in altre parti del mondo.
Ovunque le armi chimiche siano utilizzate, abbiamo il dovere di perseguire i responsabili. Altrimenti, esiste il concreto pericolo che si verifichi un nuovo attacco chimico, un nuovo genocidio, una nuova pulizia etnica e una nuova grave violazione dei diritti umani. Inoltre, in situazioni come quella siriana, l’impunità diventa il maggiore ostacolo alla transizione politica e alla riconciliazione.
Siamo profondamente dispiaciuti che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non abbia trovato il consenso sul rinnovo del mandato del Meccanismo Investigativo Congiunto. Ma non dimentichiamoci che questo Meccanismo ha avuto successo. Il suo personale ha lavorato pazientemente e diligentemente per ricercare la verità. Grazie al suo impegno il mondo conosce la verità sui terribili crimini commessi in Siria. E, naturalmente, dobbiamo continuare a sostenere il lavoro dell’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche.
L’impunità non è un’opzione. Il rispetto del diritto internazionale è l’antidoto alla tirannia e la salvaguardia delle libertà fondamentali. Non solo dobbiamo consegnare alla giustizia coloro che hanno utilizzato queste armi disumane, ma anche dissuadere chi potrebbe utilizzarle nel futuro. Da un lato, è importante che le violazioni siano sanzionate rapidamente, come deterrente a future violazioni. Dall’altro, dobbiamo assicurarci che queste sanzioni abbiano un impatto diretto a interdire i programmi di proliferazione; e non a peggiorare la situazione umanitaria.
Il nostro partenariato si articola in azioni concrete e tangibili per combattere l’impunità. La nostra forza dipende dalla capacità di promuovere uno scambio di informazioni sempre più fluido e di definire posizioni comuni nei relativi fori sulle armi chimiche. Credo fermamente che questo obiettivo sia realizzabile.
Vorrei poi sottolineare l’importanza di un convinto outreach globale e di attività di capacity building a favore di quegli Stati che devono rafforzare i loro sistemi nazionali. Quindi, il nostro lavoro non finisce oggi, con questa Conferenza e la sua Dichiarazione Politica. Perché oggi inizia il nostro impegno per ampliare e per rafforzare questo cruciale partenariato.
Deve contare di più anche la voce dell’opinione pubblica. La difesa dei diritti umani non è soltanto un compito dei Governi, ma anche della società civile e dei singoli individui. Anche loro possono contribuire alla nostra causa comune. Del resto, l’opinione pubblica mondiale ha reagito con sdegno ed orrore agli ultimi brutali casi di utilizzo di armi chimiche in Siria.
Con questo spirito e con questa nuova partnership, sono convinto che possiamo dire “mai più” all’uso di armi chimiche e “mai più” all’impunità di quei crimini atroci che hanno ferito la dignità e sconvolto la coscienza dell’umanità.