NEW YORK —Scusi, ministro, gli Esteri sono la bandiera dell’Italia del mondo. Come ci si sente a portare in giro I’immagine di un paese macchiata ancora una volta dalle vergogne della Regione Lazio?
«E’ un vulnus, un vulnus grave: una ferita che adesso dobbiamo suturare».
Giulio Maria Terzi di Sant’Agata è tornato all’assemblea generale dell’Onu da ministro. E sai che rabbia, mentre Barack Obama parla della Primavera Araba, della Siria e dei progressi Somalia – «e dunque sta riconoscendo anche il gran lavoro dell’Italia, perché quelli sono proprio i pilastri della nostra politica estera» – doversi confrontare ancora con l’ennesimo scandalo: quando sono già «300mila i profughi siriani che possono raddoppiare entro l’anno riversandosi sulle nostre coste», quando l’assalto di Bengasi «ha rinnovato l’attenzione sulle cellule terroristiche che tentano di infiltrarsi anche nel nostro paese» – come dimostra l’espulsione, ieri, di due libici.
Il mondo ribolle ma l’Italia all’estero è ancora una volta quella delle feste shock, stavolta coi centurioni, le ancelle e le teste di maiale. Come sa bene, del resto, proprio lui, che da ambasciatore qui a Washington ha già dovuto tenere alta la bandiera quando i media Usa rigurgitavano delle cronache dei bunga bunga.
Insomma ministro: un anno dopo, mentre tutto il mondo riconosce i grandi passi in avanti del governo di Mario Monti, sui giornali anche americani si torna a parlare, e male, di noi.
«Io rispondo da quando questo governo si è insediato. E posso dire che alla crisi d’immagine abbiamo saputo replicare con argomenti forti».
Cercando appunto di cancellare l’immagine del governo di Silvio Berlusconi.
«Vuole un elenco? La disciplina fiscale. La serietà nei conti pubblici. La trasparenza. La sobrietà amministrativa. La riduzione della spesa pubblica. I risparmi con la spending review dove, a proposito, la Farnesina ha fatto la sua parte».
Ecco, la sobrietà: poi scoppia il caso Lazio.
«Ci sono tante storie di efficienza e di buona amministrazione in arrivo dall’Italia. Ma…».
Ma lo riconosce anche lei, lo riconosce anche il governo che tutto questo non è bastato.
«Guardi: questa stessa assemblea s’è aperta proprio sulla corruzione. Tra Siria, nucleare e Medio Oriente si approva una delibera che rilancia lo stato di diritto, il tema delle istituzioni, il principio della giustizia. La corruzione è una priorità indicata proprio dalle Nazioni Unite».
L’ha detto anche Barack Obama nel suo discorso. «Combattere la corruzione. Promuovere governi che siano aperti e trasparenti». E noi qui ancora una volta con le nostre vergogne.