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Giro: «Con il Messico pronti nuovi accordi dopo le riforme» (Il Sole 24 Ore)

Dopo molti anni dall’ultima visita di un presidente del Consiglio italiano, Enrico Letta sbarca in Messico per incontrare il presidente Pena Nieto e firmare una nutrita serie di accordi. Si tratta di una visita importante, la prima di Letta in America Latina e un vero successo nel quadro della diplomazia della crescita. Il Messico si candida a essere capofila del gruppo dei Mint – il nuovo acronimo che affianca il più noto Brics nella geoeconomia globale -, che indica i nuovi emergenti ad alto potenziale: Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia.


Sovente esaminato solo dall’angolo di violenza e narcotraffico, il Messico rappresenta una “success story”. Dopo decenni di crescita modesta e di rapporto subordinato agli Usa, il Messico oggi è la seconda potenza economica del Sudamerica, che può far leva sulla propria solidità macroeconomica, un articolato tessuto di imprese, una fitta rete di accordi commerciali, importanti risorse energetiche e una popolazione giovane.


Al 4° posto nel mondo, dopo Australia e Spagna, quella messicana è una delle economie più aperte e globalizzate con una percentuale di commercio estero sul Pil superiore a Cina e Brasile. La sua rete di accordi commerciali, la più ampia al mondo, gli consente di esportare con dazi minimi. Insieme al Cile, è il Paese latinoamericano con il livello di rischio d’investimento più basso di tutto il sub-continente. La crescita messicana è fortemente basata sulla manifattura anche ad alta tecnologia, in concorrenza con la Cina, con un costo della manodopera equivalente.


Il successo maggiore il Paese l’ha conseguito in ambito istituzionale. Dopo decenni di regime ingessato e autarchia, l’alternanza ha cambiato il volto della politica, i partiti si sono riformati, la classe dirigente ringiovanita. In pochi mesi sono state approvate le riforme su lavoro, concorrenza, telecomunicazione, credito alle Pmi ed energia. Resta da vedere come seguirà la normativa di secondo livello, tuttavia tali realizzazioni appaiono come dei piccoli miracoli in un Paese noto per il suo immobilismo. Consapevole della sua nuova forza, il Messico è uscito dall’isolazionismo tradizionale, per ricoprire un ruolo cruciale in America Latina – si pensi all’Alleanza del Pacifico – e nel mondo.


Si guarda con interesse all’Italia, al nostro modello economico di Pmi, alla nostra cultura e produzione cinematografica. L’Italia è già il secondo esportatore europeo con grosse potenzialità di crescita. Il nostro sistema produttivo è il nono investitore nel Paese con circa 1.400 imprese (più che in Brasile). L’unico distretto all’italiana esistente nel continente è quello calzaturiero di Leon.


Se con la stessa energia con cui ha rinnovato la sua economia, riuscirà a affrontare anche la sfida delle mafie e a inventare un sistema sociale che redistribuisca la ricchezza e diminuisca le diseguaglianze, il Messico farà parlare di sé come la storia economica dì successo del prossimo decennio.

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