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Valensise: «La parola d’ordine è diplomazia della crescita, anche per la Farnesina» (MF)

A Michele Valensise, segretario generale della Farnesina, il ministero degli Affari Esteri, diplomatico di lungo corso e braccio destro del ministro Emma Bonino, MF Internationd ha chiesto qual è lo stato delle relazioni con uno dei principali mercati di esportazione dell`Italia, il cui interscambio con la Cina ha superato i 40 miliardi di euro.


Qual è la situazione delle relazioni diplomatiche Italia-Cina?


«Eccellente, come è stato confermato dal successo della riunione del Comitato governativo Italia-Cina, svoltasi alla Famesina il 30 ottobre con i ministri Bonino e Wang Yi. Ma puntiamo a rafforzarle ulteriormente, consapevoli che sul piano economico la Cina, per dimensioni e potenzialità, offre un ventaglio straordinario di opportunità per le imprese italiane».


Quali sono gli obiettivi a breve termine?


«L`aumento dell`interscambio bilaterale, la riduzione del disavanzo della bilancia commerciale italiana, il superamento delle barriere non tariffarie che ostacolano l`accesso al mercato cinese, l`aumento degli investimenti cinesi in Italia».


Con quali strumenti intendete perseguirli?


«Nel contesto della diplomazia per la crescita, che impronta l`azione della Farnesina, le imprese italiane vengono sostenute nella promozione dei prodotti, nella partecipazione agli appalti e nella tutela di marchi e brevetti. Vogliamo poi incrementare i flussi turistici cinesi verso l`Italia».


A proposito degli investimenti italiani in Cina e cinesi in Italia, qual è il suo auspicio?


«Esiste una forte asimmetria a nostro sfavore che dobbiamo correggere attraverso un aumento degli investimenti cinesi in Italia. L’Iniziativa Destinazione Italia, recentemente varata dal Governo su impulso del Presidente del Consiglio, fornirà nuovi strumenti con cui speriamo di convincere investitori cinesi e di altri Paesi a prendere in considerazione le opportunità offerte dal sistema produttivo italiano».


Il Ministero ha aperto un nuovo consolato generale a Chongqing, nel centro della Cina continentale, Perché questa scelta?


«Chongqing ha 33 milioni di abitanti, poco meno della popolazione dell`Argentina. La circoscrizione consolare conta circa 200 milioni di persone, ossia l`equivalente della popolazione del Brasile. L`area economica cresce a ritmi doppi rispetto alla già ragguardevole crescita nazionale, con un Pil annuo che viaggia su incrementi del 12-14%. La decisione di aprire il consolato generale, malgrado le attuali ristrettezze di bilancio, risponde soprattutto alla volontà di fornire un sostegno alle Imprese In una realtà in crescita prorompente».


Perché le aziende Italiane non riescono ancora a essere percepite in Cina come quelle tedesche o francesi?


«Forse perché siamo partiti con qualche ritardo. Tuttavia non sarei così critico circa la percezione e le potenzialità delle nostre aziende. I cinesi apprezzano le eccellenze italiane in campo scientifico, tecnologico e produttivo. Ma dobbiamo fare di più come Sistema paese».


Ma proprio dagli imprenditori Italiani arrivano critiche sull`incapacità del governo di fare sistema sul mercati esteri e in Cina.


«Ci stiamo attrezzando con impegno. Negli ultimi anni abbiamo fatto non pochi progressi verso un`azione più coordinata del nostro Paese nel mondo e il ministero degli Esteri si è particolarmente impegnato. Pensiamo all`inquadramento, ormai consolidato, degli Uffici Ice quali sezioni per la promozione commerciale delle nostre ambasciate, e all`azione di raccordo dei nostri ambasciatori sui soggetti pubblici italiani operanti nei Paese di accreditamento».


È sufficiente, secondo lei?


«Fare sistema non richiede soltanto un impegno coerente da parte delle istituzioni. Implica anche la piena consapevolezza dei vantaggi derivanti dalla messa a fattore comune delle informazioni, delle strategie e delle risorse. È un processo graduale, su cui stiamo registrando progressi e sul quale vogliamo continuare».


Che cosa si aspetta dall`Expo 2015, in particolare dalla Cina?


«Potrà e dovrà essere una straordinaria occasione per l`Italia, La Cina ha aderito subito con entusiasmo e sarà presente con uno dei più grandi padiglioni nazionali e due padiglioni corporate. Ci aspettiamo un grande contributo cinese al successo dell’ Expo milanese, sia sui temi in agenda, agricoltura, nutrizione, sicurezza alimentare, crescita sostenibile, sia in termini di numero di visitatori».


Durante l`Expo potrebbero arrivare dalla Cina un milione di visitatori, L’Italia disporrà delle strutture adatte ad accoglierli?


«L`obiettivo è ambizioso e richiede un impegno straordinario, ma ci stiamo preparando. Le nostre sedi diplomatico – consolari in Cina svolgono già uno lavoro molto intenso nel rilascio dei visti: l`Italia emette oggi quasi 300 mila visti, circa un quarto, del totale dei visti Schengen rilasciati da Paesi dell`Unione europea a favore di cinesi. Faremo di più».


In che modo?


«Rafforzeremo il servizio di rilascio dei visti, semplificheremo procedure e creeremo corsie preferenziali per i visti d`affari, nel rispetto della normativa Schengen. Un`azione che spero sarà accompagnata da un`adeguata offerta di pacchetti turistici, dl servizi e di strutture, modellata sulle esigenze dei turisti cinesi».