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Mogherini: «Lunedì l`Europa può varare le sanzioni Putin rischia l`isolamento internazionale» (Il Messaggero)

Li ricorda ancora Federica Mogherini i tempi non così lontani in cui da rappresentante d`Istituto al liceo “Lucrezio Caro” di Roma imponeva ai compagni la politica estera come tema delle cogestioni. Adesso i dossier caldi sono sulla sua scrivania di quarantenne neo-ministro degli Esteri. A cominciare dall`Ucraina.


La minaccia di sanzioni progressive della Ue non è un po` debole contro la conquista soft della Crimea da parte russa?


«Soft mica tanto! I prossimi 3-4 giorni sono cruciali. Io sono di carattere ottimista, non considero chiusa la strada della soluzione politica. Oggi il segretario di Stato Usa Kerry e il ministro degli Esteri russo Lavrov si incontreranno a Londra in un tentativo estremo. Certo, il referendum in Crimea domenica (l`annessione di fatto alla Russia, ndr) sarà un punto di non ritorno e la situazione potrebbe precipitare».


Ma la Crimea è già persa, lo sanno tutti. Oggi ha avuto una conference call con altri ministri degli Esteri.


«�� inimmaginabile una nuova guerra fredda o un conflitto aperto in Europa. La Federazione russa è partner cruciale della Ue e parte dello stesso G8. Ma se si terrà il referendum e la Russia non rispetterà integrità e sovranità territoriale dell`Ucraina, lunedì il Consiglio europeo farà quello che ha detto, approverà una serie di misure tra cui sanzioni mirate. In ogni caso si deve escludere l`opzione militare, che ci porterebbe a un`escalation di difficile controllo. La Russia è un partner per la Nato in Afghanistan, Siria, Iran. Il rischio per Mosca è l`isolamento internazionale. È anche interesse della Russia evitare che la situazione precipiti. A Kiev chiediamo di riconoscere diritti e autonomie alle minoranze e alle regioni del Paese. L`Ucraina non è un monolite».


Lunedì al vertice italo-tedesco riuscirete a convincere la Merkel sulla bontà della manovra di Renzi?


«Credo non ci sarà bisogno di convincerla. Investire di più e quindi liberare risorse per la creazione di posti di lavoro, la crescita, il mercato interno, è interesse di tutta l`Europa, non solo nostro. Il fatto che in Germania poi il governo comprenda la Spd può aiutare».


La presa di contatto con i suoi omologhi com`è stata?


«Alcuni erano amici che ritrovavo. I colleghi bulgaro e romeno erano con me nelle organizzazioni giovanili. Il canadese si è lamentato: gli ho rubato il primato della giovane età nel G8».


Lei che lingue parla?


«Inglese, francese e capisco lo spagnolo. È anche un fatto generazionale».


Sul suo blog sono andati a ripescare una sua foto con Arafat e un post in cui minimizzava i razzi palestinesi su Israele.


«Era una quindicina d`anni fa, feci anche una foto con l`israeliano Peres: mi occupo di queste cose da un po` di tempo. Non sono andata a rivedere il virgolettato ma dubito di aver concepito il post nei termini che mi riferisce».


Come si posiziona l`Italia rispetto a Israele e Stati Uniti?


«Abbiamo sempre avuto un rapporto stretto, non solo diplomatico ma di amicizia, con il popolo palestinese e con lo Stato israeliano, e di ricerca testarda di una soluzione al conflitto. Ne ho parlato con Kerry a Roma. L`ultimo lancio di razzi da Gaza è molto preoccupante».


Meglio il filo-israeliano Berlusconi o il filo-hezbollah D`Alema?


«Andrò in visita sia in Israele sia a Ramallah come segno del sostegno italiano allo sforzo in particolare americano per il processo di pace, e per portare la vicinanza totale al popolo e all`Autorità palestinese come allo Stato israeliano».


Altro dossier caldo, i marò. Non c`è contraddizione tra i nostri ricorsi alla Corte Suprema e il rifiuto della giurisdizione indiana?


«Infatti la `petition` contro l`uso della NIA (l`Fbi, indiana, ndr) l`hanno presentata direttamente i marò, seppure in contatto con noi. La Corte Suprema aveva fatto cadere il Sua Act (la legge antiterrorismo, ndr), mantenendone lo strumento, la NIA. Indicare queste contraddizioni è importante. Stiamo facendo di tutto perché non si arrivi al processo in India e avanzi l`arbitrato internazionale saggiamente perseguito negli ultimi mesi».


Ma ci vuole l`accordo di Nuova Delhi.


«Ho parlato col ministro degli Esteri, Kurshid, l`interlocuzione è aperta, il che non è risolutivo ma neppure negativo. Lavoriamo su diversi piani. Il primo è la costante vicinanza umana ai fucilieri e alle famiglie. Il secondo è contestare il processo e andare verso l`arbitrato coinvolgendo Onu, Nato e canali bilaterali. Il terzo è l`unità del governo e nazionale, anche rispetto al passato».


Esclude che per evitare il processo i marò non escano più dall`Ambasciata?

«Stiamo lavorando. Non commento né anticipo decisioni su cose che non sono avvenute. Puntiamo al risultato. Prefigurare scenari può essere controproducente».