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Mogherini: “Moskau muss faktor der verantwortung werden” (Der Standard)

Mogherini: “Mosca deve diventare un fattore di responsabilità”


(traduzione non ufficiale)


La via per risolvere la crisi in Ucraina deve passare soprattutto attraverso Kiev, ha dichiarato il Ministro degli Affari Esteri Federica Mogherini in un’intervista con Christoph Prantner. Senza dialogo ed unità interna, che deve essere sostenuta anche da Mosca, tutte le azioni esterne fallirebbero.


Standard (S): L’Italia aveva recentemente eccellenti relazioni con la Russia, sia a livello politico che a livello personale tra il premier Vladmir Putin e Silvio Berlusconi. La crisi in Ucraina ed il nuovo Governo di Roma cambieranno qualcosa?


Mogherini (M): le relazioni politiche erano forti e sono rimaste tali, anche se i Governi sono cambiati. Il Presidente del Consiglio Renzi ed il Presidente Putin non si conoscono ancora personalmente ma alcuni giorni hanno discusso per telefono della crisi. Cercheremo di sfruttare il turno di Presidenza italiana dell’UE per ricondurre la cooperazione con la Russia su una base costruttiva.


S: Gli interessi economici italiani in Russia sono notevoli. ENI fa parte del Consorzio South-Stream, Alenia Aermacchi partecipa al Suchoi-Superjet. Crede che la crisi comporti difficoltà economiche all’Italia ?


M: Se continuiamo a seguire la via della sanzioni, ciò potrebbe essere possibile. Al momento non abbiamo alcun concreto sentore di peggioramento, ma è chiaro che tra gli operatori economici italiani presenti in Russia si registra un clima di tensione e diffidenza. Tuttavia ciò stesso costituisce uno strumenti efficace di pressione su Mosca: più che le sanzioni è il clima di sfiducia tra gli operatori economici con riguardo alla reazione russa alle sanzioni quello che importante. Questo è ciò di cui dobbiamo tener conto quando pensiamo ad ulteriori sanzioni. Attualmente le sanzioni sono mirate a singoli individui, ma hanno delle ripercussioni sull’economia in Russia, in Italia ed in tutta l’Europa. Si tratta di un’arma a doppio taglio, molto complessa in quanto non conosciamo, le possibili reazioni a catena, dopo il suo utilizzo.


S: L’accordo di Ginevra, secondo Putin, è fallito. Vi è quindi un’altra soluzione per uscire dalla crisi a parte quella delle sanzioni ?


M: Se lo sapessi ! L’unica via possibile ed utile è quella del dialogo politico. Tutti noi sottovalutiamo la situazione interna in Ucraina. Il Paese è fondamentalmente diviso. Se in Ucraina non vi è alcun dialogo interno, qualsiasi azione esterna è destinata a fallire. Vi è il rischio che perdiamo il controllo sugli sviluppi in Ucraina. Quello che la comunità internazionale, al di là delle sanzioni, può fare è promuovere il dialogo all’interno della stessa Ucraina, cercando di coinvolgere in maniera determinata attori esterni importanti. Organizzazioni quali il Consiglio d’Europa e l’OSCE sono importanti proprio in quanto coinvolgono la Russia e fanno sì che sieda al tavolo delle trattative.


Mosca può, se vuole, facilitare anche il dialogo interno in Ucraina. Invece di vedere la Russia come un fattore di instabilità, dobbiamo attribuirle un fattore di responsabilità. Attualmente tale processo è del tutto bloccato. Se si intende intraprendere una seria azione diplomatica è necessario o che tutti tornino a Ginevra e si continuino i negoziati o che venga attuato l’accordo. Se viene a mancare tale volontà è difficile trovare una soluzione, in quanto non vi sono opzioni militari, le sanzioni sono limitate e non hanno un impatto sui problemi interni dell’Ucraina. Non vi sono alternative alla via del dialogo.


S: In che misura l’Occidente influenza l’attuale Governo ucraino?


M: Mi sembra che i rapporti siano buoni. Da parte nostra affermiamo quello che secondo noi ci pare più opportuno per quanto concerne la riforma costituzionale o i rapporti con la Russia. I nostri consigli vengono ascoltati, ma è chiaro che anche per Kiev è difficile, mantenere unito un Paese che è molto più diviso di quanto possiamo immaginare.


S: Berlino, Parigi e Varsavia contribuiscono in maniera molto attiva alla diplomazia di crisi. L’Italia sembra, come la Gran Bretagna, rimanere un po’ a margine o sbaglio ?


M: Il Triangolo di Weimar ha raggiunto utili traguardi e noi abbiamo appoggiato tale formato. Con gli Inglesi abbiamo concordato le operazioni con il G7. Il fatto che attori internazionali , tra cui la NATO, abbiamo intrapreso più o meno azioni simili in Ucraina, è stato frutto di questo grande sforzo, assolutamente d’aiuto e positivo.


S: Vi è uno strano antagonismo tra la Germania e l’Italia. Berlusconi ha recentemente di nuovo criticato a gran voce Berlino. Vi sono delle basi politiche o si tratta di una “faida” personale tra Berlusconi e la Merkel ?


M: E’ già la seconda volta che cita Berlusconi. Tanto per chiarire: Berlusconi è scomparso dalla scena. Non è più Presidente del Consiglio e non più in Parlamento.


S: Ma rappresenta ancora un fattore politico in Italia…


M: Allora parliamo di Forza Italia. Forza Italia è il terzo maggior partito in Parlamento e non più particolarmente rilevante. Vi è ora un altro Governo ed altre maggioranze in Parlamento. Si tratta di una dinamica del passato. L’Italia ha definitivamente chiuso questo capitolo. I rapporti con Berlino sono molto buoni. Vi è assoluto consenso tra Roma e Berlino per quanto concerne i dossier di politica estera e di approccio alla crisi. Ciò ha anche contribuito a dare un orientamento alla politica estera europea.

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