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Intervista del ministro Alfano alla TASS

1. Lei di nuovo parte per Mosca. Quale è l’agenda di questa sua visita? I multipli contatti  di alto livello tra l’autorità italiane e russe dell’ultimo anno significano che è  stato superato il periodo di allentamento provocato dai fatti di geopolitica?

Sono a Mosca per la quindicesima sessione plenaria del Consiglio di Cooperazione Economica, Industriale e Finanziaria, una articolata commissione mista che presiedo assieme al Vice Primo Ministro Dvorkovich, con il quale affronteremo aspetti essenziali dei nostri rapporti bilaterali, dall’industria, all’energia, all’agricoltura, alla cooperazione nel settore spaziale, dai trasporti alla cooperazione fra piccole e medie imprese.

A questi temi, abbiamo recentemente deciso di aggiungere cultura e turismo, a completamento dell’offerta che Italia e Russia possono proporre non solo agli operatori economici, ma anche alle rispettive società civili.

Con la Russia abbiamo sempre mantenuto un dialogo politico positivo e costruttivo. Ci muoviamo certamente nell’ambito dei perimetri tracciati dalle sanzioni europee, che condividiamo e di cui sposiamo in particolare il significato politico. Ciò non equivale però a interrompere i canali di comunicazione con Mosca, né tantomeno a frenare le positive interazioni fra i nostri sistemi economici. Siamo anzi stati spinti a cercare collaborazioni innovative, magari in settori fino ad allora non esplorati e comunque non coperti da sanzioni.

2. Gli scambi tra i nostri paesi stanno crescendo, ma ancora non sono tornati al livello del 2013. Quale sono le previsioni economiche nelle condizioni in cui le sanzioni comunque rimangono in vigore?

Nei primi sette mesi del 2017, il nostro interscambio è aumentato del 20% rispetto al medesimo periodo dell’anno passato. È vero che non siamo ancora tornati al livello del 2013, ma per la prima volta si è interrotta la tendenza negativa avviata nel 2014: si tratta di un segnale davvero incoraggiante. Ci sono poi settori che stanno registrando performance particolarmente brillanti: non solo l’oil&gas, ma anche i macchinari, il tessile e i prodotti chimici. Nei prossimi mesi, confidiamo che il trend dell’interscambio rimanga positivo e che, a fianco all’ampliarsi dei flussi commerciali, si rafforzino anche gli investimenti produttivi, che peraltro non si sono fermati in questi anni. Confidiamo quindi in un salto di qualità nella collaborazione industriale, basato sulla condivisione di know-how, tecnologia ed innovazione.

Gli eventi che abbiamo organizzato di recente per illustrare le opportunità del mercato russo in Italia, come il Foro Economico Italo-Russo che si è tenuto alla Farnesina lo scorso luglio, dimostrano la fiducia che riponiamo nel futuro delle nostre relazioni commerciali ed industriali.

Naturalmente non possiamo allo stesso tempo negare che le sanzioni continuino a rappresentare un ostacolo a un partenariato economico pienamente fruttuoso. La durata delle sanzioni europee è legata all’attuazione degli Accordi di Minsk. E’ quindi necessario non soltanto lavorare per rafforzare il nostro partenariato economico attraverso misure di stimolo e sostegno a commercio ed investimenti, ma anche agire perché si realizzino le condizioni per rimuovere le misure restrittive, a partire dall’attuazione degli Accordi di Minsk per l’Ucraina. In tale prospettiva, gesti positivi e costruttivi da parte russa sono indispensabili.

3. Nel prossimo anno ci sarà una nuova iniziativa culturale delle stagioni russe in Italia e dell’Italia in Russia. Si sa già in cosa consisterà il programma degli scambi?

La solida amicizia e grande sintonia tra Italia e Russia è testimoniata anche dal coinvolgimento reciproco in numerose iniziative culturali: siamo convinti che la cultura rappresenti uno strumento per migliorare la reciproca comprensione e possa in questo senso rafforzare le nostre relazioni bilaterali a tutto tondo. La Federazione Russa ha di recente annunciato l’organizzazione, per il 2018, dell’iniziativa “Stagioni russe in Italia”: una rassegna che comprenderà oltre cento eventi nel nostro Paese, incluse grandi mostre, con la partecipazione dei più importanti musei russi (Galleria Tretyakov, Ermitage, Peterhof, Istituto di Pittura e Scultura di San Pietroburgo). Sono inoltre previste mostre fotografiche sulla Russia contemporanea, mostre di presentazione delle arti celebrative nazionali, tournée delle compagnie dei principali teatri russi, esibizioni delle principali compagnie di balletto russo. Stiamo pensando di conferire all’iniziativa un carattere incrociato, organizzando nel 2019 in Italia un’iniziativa analoga, sulla scorta del successo conseguito nel 2014 dall’”Anno Incrociato del Turismo”.

 4. Cosa dovrebbe insegnare la situazione in Catalogna?

La crisi catalana insegna che forzando le procedure fino a collocarsi al di fuori dell’ ordine costituzionale,  un governo locale  legittimo finisce per creare esso stesso le premesse del proprio fallimento.

 5. L’avvicinamento così auspicato tra la Russia e gli Stati Uniti con l’elezione di Trump non è avvenuto. Pensa che lo stato attuale dei rapporti tra due paesi possa essere pericoloso per la sicurezza europea?

Il dialogo fra Russia e Stati Uniti è fondamentale in molti scacchieri, a partire da quelli mediorientali, e riverbera effetti positivi sulla sicurezza a livello globale.

Abbiamo sempre considerato fondamentale una interlocuzione positiva e costruttiva fra Mosca e Washington e salutiamo con favore ogni iniziativa che la possa incoraggiare. Non mi pare che nel recente passato ed ancora oggi manchino le occasioni di confronto su temi delicati ed importanti per cui mi sembra improprio affermare che non vi sia stato “avvicinamento”. Comprendiamo che il contesto nel quale tale dialogo si sviluppa e le implicazioni di politica interna che spesso lo condizionano finiscono per rallentarlo in alcune fasi, ma non per questo possiamo dire che gli sforzi genuini di Russia e Stati Uniti per riacquistare reciproca fiducia siano senza risultato. Per questo non vedo alcun pericolo per la sicurezza europea, ma soltanto benefici.

Con i nostri colleghi americani abbiamo sempre adottato un approccio coerente e condiviso nei confronti di Mosca. Assieme all’UE, essi riconoscono come sia fondamentale tenere aperti canali di comunicazione con Mosca, pur dovendo lanciare segnali chiari rispetto a scelte politiche russe che non possiamo in alcun modo sottoscrivere, per le quali sia l’UE che gli Stati Uniti hanno adottato misure restrittive e sanzioni.

 6. Tanti si chiedono come mai l’Italia per ora è riuscita ad evitare atti terroristici. Quale è la situazione e come si è garantita la sicurezza?

L’Italia è un potenziale obiettivo dei terroristi non meno di altri Paesi europei e asiatici impegnati – come noi – a contrastare la minaccia rappresentata da Da’esh, Al Qaeda e altre organizzazioni. La circostanza che finora l’Italia non sia stata colpita da un grave atto terroristico è da ricondurre alla straordinaria opera di protezione e prevenzione condotta quotidianamente e instancabilmente dalle nostre Forze di Polizia e Forze Armate.  Io stesso, nella mia precedente funzione di Ministro dell’Interno, ho firmato diversi decreti di espulsione per cittadini stranieri dediti al reclutamento di combattenti o alla propaganda dell’estremismo violento. Mi sia consentita però una precisazione: per quanto valido possa essersi dimostrato finora il nostro modello di prevenzione, non potrebbe mai essere veramente efficace al di fuori di un contesto di cooperazione internazionale, che dobbiamo puntare a rendere ancora più forte: in questo senso, consideriamo il partenariato con la Federazione Russa nel contrasto al terrorismo come fondamentale.

 7. L’Italia sta per finire la presidenza del G7. Di quali risultati si può parlare? Pensa che questo formato si sia confermato attuale e che ci saranno le condizione a breve per tornare al G8?

La Presidenza italiana del G7 si è svolta in una congiuntura particolarmente complessa, caratterizzata dalla densità dell’agenda globale, dall’interrelazione con processi elettorali in importanti Paesi membri e dalle nuove posizioni degli Stati Uniti su alcuni temi di grande rilevanza, in precedenza caratterizzati da un approccio unitario o, comunque, convergente. Malgrado tale difficile scenario, è stato possibile raggiungere risultati sicuramente apprezzabili e, date le premesse, per nulla scontati.

Tra i principali esiti del Vertice di Taormina va ascritta, innanzitutto, la Dichiarazione sulla lotta al terrorismo e all’estremismo violento, che ha segnato un salto di qualità nell’impegno del G7 in materia. La riunione dei Ministri dell’Interno dello scorso 20 ottobre ha consentito di approfondire i termini della collaborazione tra i partner G7 in questa importante materia. Tra i risultati di maggior rilievo di tale azione rientra la collaborazione instaurata con i principali operatori privati globali del mondo digitale per sviluppare tecnologie atte a individuare e eliminare in tempi strettissimi i contenuti terroristici dalla rete e per diffondere una narrativa alternativa al terrorismo “online”.

A Taormina, come alla precedente riunione dei Ministri degli Esteri di Lucca, è stata inoltre ribadita l’unità del G7 in riferimento alle principali aree di crisi e di instabilità: Siria, Libia, Ucraina, Corea del Nord.

In materia di commercio internazionale, è stata particolarmente importante la riaffermazione a Taormina dell’impegno del G7 nel contrasto al protezionismo e dell’esigenza di un sistema internazionale di regole, con riferimento specifico al ruolo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Altrettanto significativo – soprattutto dal punto di vista dell’Italia – è l’avere sancito nel comunicato finale di Taormina alcuni punti fondamentali sul tema cruciale delle migrazioni, tra i quali la necessità di un approccio globale e coordinato, basato sul principio della responsabilità condivisa e l’esigenza di impostare partenariati con i Paesi di origine e di transito.

Altro leit-motif dell’attività del G7 di quest’anno ha riguardato la necessità di rispondere, sul piano delle politiche economiche e sociali, alle inquietudini di quei settori della società che temono, spesso con fondamento, di essere tagliati fuori dai benefici della globalizzazione: la risposta – fornita con la Road Map per la riduzione delle disuguaglianze approvata alla Ministeriale Finanze G7 di Bari e avallata ai leader a Taormina – è che occorre utilizzare tutti gli strumenti disponibili per garantire che la crescita economica non sia soltanto robusta, ma anche adeguatamente inclusiva.

Sul tema dei cambiamenti climatici, ci si è dovuti misurare con la revisione della posizione degli Stati Uniti, a fronte di un compatto sostegno degli altri partner alla piena e rapida attuazione dell’Accordo di Parigi. Nel Comunicato del Vertice si è dovuto fare necessariamente stato di questa oggettiva differenza di posizioni. E’ comunque importante che gli altri partner G7 abbiamo confermato con nettezza gli impegni precedentemente assunti in materia.

Importante è stata anche l’attenzione riservata alle opportunità e alle implicazioni della Nuova Rivoluzione della Produzione, che sono state oggetto a Taormina di un piano di azione su Innovazione, Competenze e Lavoro. All’approfondimento di questi temi è stata dedicata l’Innovation Week, che dal 25 al 30 settembre ha visto succedersi a Torino tre riunioni ministeriali su Industria/ICT, Scienza e Salute. In tale circostanza si è svolta anche la prima riunione dell’engagement group “I-7 Innovators’ Strategic Advisory Board on People-Centered Innovation”, lanciato durante il G7 di Taormina per elaborare linee guida sulle nuove sfide dell’innovazione.

Altri temi di fondamentali rilievo, anch’essi oggetto di specifiche riunioni di livello ministeriale, hanno riguardato la salute e le questioni di genere, argomento quest’ultimo, che ha visto l’approvazione al Vertice di una specifica road-map.

Particolare attenzione è stata infine conferita alla stabilità e allo sviluppo sostenibile dell’Africa, tema trasversale che è riverberato, in varie forme e per diversi aspetti, sia al Vertice che in varie riunioni ministeriali. Basti ricordare, al riguardo, la sessione di outreach del Vertice interamente dedicata al contenente africano e l’impegno assunto dai Leader del G7 per l’aumento del sostegno collettivo alla sicurezza alimentare e alla nutrizione nell’Africa sub-sahariana.

Per il futuro, obiettivo comune rimane il ripristino di una interlocuzione piena e costruttiva a livello globale, che possa avvalersi anche dell’importante contributo che la Russia è in grado di offrire. E’ fondamentale quindi non risparmiare sforzi affinché possano essere rimossi gli ostacoli e create le condizioni perché ciò avvenga. Per nostra parte siamo disponibili a cogliere e valorizzare passi positivi da parte russa.