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Intervista del ministro Alfano a: KOMPAS

1. Cosa pensa dell’ASEAN? Ritiene che sia destinata a crescere nel lungo termine? Nella situazione attuale, cosa fa l’Italia per adattarsi alle circostanze?

Sin dalla sua nascita nel 1967, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico ha dimostrato di essere un attore chiave a livello regionale, ed oggi apporta un contributo importante a livello globale alla stabilità e alla prosperità. L’Italia ha dato mostra di seguire con particolare attenzione l’ASEAN e cio’ rispecchia come in Europa ci sia una consapevolezza sempre maggiore dell’importanza di questa regione, sia a livello politico, sia economico.

Sosteniamo con convinzione la centralità dell’ASEAN nell’architettura della regione. L’ASEAN svolge un ruolo fondamentale nella difesa del libero scambio fondato su un multilateralismo basato sulle regole. Ruolo questo  particolarmente importante, in un momento di incertezza globale, per contrastare l’unilateralismo e derive protezionistiche.

L’ASEAN è una realtà in rapida crescita. La popolazione complessiva dei dieci Stati Membri è di circa 650 milioni, pari all’8,8% della popolazione mondiale. Complessivamente il valore delle economie dei dieci Paesi Membri ha toccato i 2,4 mila miliardi di euro nel 2017. L’ASEAN continua a crescere ad un tasso annuo del 5%. L’ASEAN, come gruppo, è già la terza economia asiatica e la sesta nel mondo.

L’Italia, la cui economia punta sull’esportazione, è certamente molto consapevole di queste trasformazioni. Per quanto riguarda l’industria manufatturiera, l’Italia è seconda in Europa dopo la Germania ed è la terza economia piu’ forte dell’Eurozona. Il lancio dell’ASEAN Economic Community nel  dicembre del 2015 ha rappresentanto un punto di svolta  per la crescita economica e per lo sviluppo del Sud-est asiatico, ma anche per le relazioni della regione con il resto del mondo.

L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea. Noi riteniamo che esista una perfetta corrispondenza tra la UE e l’ASEAN in quanto entrambe rappresentano esperienze positive di integrazione regionale. Vogliamo che la UE sviluppi ulteriormente i suoi rapporti con l’ASEAN; siamo fortemente a favore della possibilita’ di un accordo di libero scambio transregionale (FTA) completo, ambizioso e bilanciato. La UE è disposta a condividere le sue migliori prassi nel campo della “connettività”. Il Mercato Unico Europeo può servire da ispirazione in questo senso.

In breve, l’ASEAN e l’Europa hanno bisogno di essere piu’ vicini, affrontando insieme le sfide globali e costruendo un futuro sostenibile.

2. Come vede la posizione dell’Indonesia in questo periodo di cambiamento?

L’Italia considera l’Indonesia un partner strategico essenziale. L’Indonesia è la prima economia dell’ASEAN, un importante membro del G20 e un Paese con un enorme potenziale di crescita costante negli anni a venire. Condividiamo gli stessi valori di pluralismo e di democrazia; Giacarta svolge un ruolo chiave per la promozione della tolleranza, del rispetto dei diritti umani e della stabilità nel Sud-est asiatico.

L’Italia e l’Indonesia credono nell’importanza del dialogo interreligioso e interculturale, quale antidoto all’intolleranza, alla radicalizzazione e alla discriminazione. Siamo fieri dell’ottima collaborazione bilaterale in questo campo, che ha avuto inizio nel 2015 a Giacarta con l’inaugurazione da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di un evento di grande successo sul dialogo interreligioso. Inoltre condividiamo l’impegno di affrontare sfide globali quale il cambiamento climatico. Vogliamo promuovere l’uso di energie rinnovabili, combattare l’inquinamento marino e garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni. Con quasi 7.500 km di coste, l’Italia capisce e condivide le preoccupazioni relative all’impatto del riscaldamento globale. Dobbiamo lavorare insieme per garantire la piena attuazione dell’accordo di Parigi.

L’Indonesia è un partner chiave per l’Italia e per la UE in seno all’ASEAN, in quanto condivide la visione comune di integrazione regionale, multilateralismo e democrazia. Bisogna anche aggiungere che l’Indonesia puo’ contribuire molto allo sviluppo di una completa “connettività” regionale ed interregionale.

Siamo convinti sostenitori del rafforzamento delle relazioni tra la UE e l’Indonesia. L’entrata in vigore dell’accordo di partenariato e cooperazione (APC),il primo  siglato dall’Unione con un partner del Sud-est asiatico,  ha già dato nuovo impulso alle relazioni tra l’Indonesia e la UE.

3. Che farà l’Italia per potenziare i rapporti con l’Indonesia?

Le economie di questi due paesi sono in gran parte complementari e le opportunità abbondano. I nostri rapporti economici bilaterali sono cresciuti costantemente  in questi ultimi anni, anche se non hanno ancora espresso tutto il loro potenziale.

Il crescente interesse dell’Italia al rafforzamento delle relazioni economiche con l’Indonesia è stato ribadito durante l’ultima visita del Ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, nel 2017. Il mio collega ha discusso con i partner indonesiani occasioni concrete di collaborazione tra i nostri due Paesi, dalle infrastrutture, al campo energetico, dai trasporti all’agroindustria.

L’Indonesia è il terzo mercato piu’ grande per le nostre esportazioni all’interno dell’ASEAN. Un gran numero di aziende italiane, incluso alcune PMI, sono già attive sul mercato indonesiano, ma c’è ancora ampio spazio per potenziare i nostri rapporti commerciali ed industriali. Le aziende italiane sono in grado di offrire tecnologie all’avanguardia e soluzioni innovative riconosciute a livello globale.

L’Accordo di partenariato economico tra l’Unione Europea e l’Indonesia (CEPA), attualmente in corso di negoziato, porterebbe all’abbassamento delle barriere tariffarie e non-tariffarie e ad aprire nuove opportunità commerciali favorevoli per entrambi i paesi.

4. Che cosa si prefigge l’Italia per quanto riguarda il volume degli scambi commerciali con l’Indonesia?

L’Italia è il terzo partner europeo dell’Indonesia. Gli scambi commerciali hanno raggiunto il ragguardevole valore di 2.8 miliardi di euro nel 2016. Se si considerano i dati demografici e le previsioni di crescita per i prossimi decenni, appare chiaro che l’Indonesia offre ancora un grande margine di miglioramento. I macchinari e le attrezzature  industriali, che rappresentano uno dei settori di punta delle esportazioni italiane in tutto il mondo, troverebbero in Indonesia un mercato ancora più promettente.

Le aziende italiane sono sempre più presenti in settori chiave del suo Paese, come ad esempio quello dell’energia e delle infrastrutture, dei beni di consumo e dei servizi finanziari. Siamo fiduciosi che questa tendenza si consolidi ulteriormente.

Dobbiamo agevolare accordi di partenariato e società miste tra i nostri operatori economici. Il flusso degli investimenti tra i nostri due paesi  è ancora piuttosto limitato. Possiamo lavorare insieme per potenziarlo.