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Di Maio: “La Russia è quasi in default. Putin va indebolito cosi puo’ cedere” (La Repubblica)

È appena atterrato a Ciampino, di ritorno dalla Turchia. E già il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si prepara a ripartire: «Stasera partiamo per il Congo e l’Angola con Claudio Descalzi, l’amministratore delegato dell’Eni. È l’ultimo passo di una serie di missioni – dopo Qatar e soprattutto Algeria – che servono a diversificare le fonti energetiche».

L’energia fornita da questi Paesi quanto compenserà del gas russo?

«Con Congo e Angola è ancora da negoziare. Dobbiamo sostituire 29 miliardi di metri cubi di gas russo. Già così ne compenseremo la metà in due mesi. Ma sono ottimista, si può riuscire ad andare anche oltre».

Partiamo dall’adesione dell’Ucraina all’Ue. Una situazione eccezionale non richiederebbe una forzatura per accelerare i tempi?

«Eviterei il termine “forzatura”. Ci sono Paesi che aspettano da dieci anni nei Balcani occidentali. E però il tema dell’Ucraina va affrontato con la massima velocità e nel rispetto pieno dei trattati. Noi siamo pronti a impegnarci per riconoscere lo status di candidato all’adesione».

Ora dopo ora, ii pendolo diplomatico oscilla tra ottimismo e pessimismo. In questo momento ?

«Sto tornando da Antalya, dove ho registrato piccoli, ma preziosi passi: Lavrov e Kuleba si sono detti disponibili a rivedersi. E Putin a incontrare Zelensky. Ovviamente il summit va preparato per arrivare a un punto di mediazione».

Su quali basi?

«La Ue non deve essere un tema divisivo al tavolo: l’ambizione di Zelensky di portare l’Ucraina nell’Unione è più che legittima. Quanto alla neutralità: è una condizione politica che nel caso dovrà essere posta dal governo ucraino. Se fosse un punto di caduta, servirà un accordo internazionale con dei garanti, per assicurarla. Infine c’è il tema del Donbass e della Crimea. Sono questioni territoriali da affrontare con diversi meccanismi».

II bando all’energia russa è un’arma di pressione sui tavolo?

«Da parte nostra non ci sono e non ci sono stati veti. La Presidente von der Leyen ha annunciato un quarto pacchetto di sanzioni e noi non poniamo veti. Intanto dobbiamo continuare a lavorare alla diversificazione energetica del Paese. Ci permetterà di arrivare all’inverno con un piano di sicurezza. E ad affrontare altre eventuali sanzioni».

Non è però timida la risposta su energia e difesa che arriva dal Consiglio Ue di Versailles?

«Ricordo che ai tempi de Next generation EU, con una situazione drammatica, ci vollero quattro mesi di trattative. Noi lavoriamo perché siano di meno. Ma vedo un’Unione mai così compatta. Questo momento di crisi permetterà all’UE di raggiungere grandi risultati».

Come valuta l’eventuale tetto al prezzo del gas fissato dall’Europa?

«È utile alle imprese e alle famiglie. Ma ha anche un valore sanzionatorio verso la Russia, perché così riduciamo gli introiti di Mosca per finanziare questa guerra. I contratti con Gazprom, infatti, sono sulla quantità e non sul prezzo». Draghi non ha partecipato alla call con Biden? L’Italia è isolata?

«Assolutamente no. Lo dimostra il protagonismo a livello europeo. Non si scambi un lavoro assiduo e riservato per inattivismo. Dico invece che prima ancora della soluzione politica abbiamo bisogno di mettere in piedi un tavolo per una tregua umanitaria, patrocinato dall’Onu, con la Croce rossa e l’Unhcr, per provare a negoziare un cessate il fuoco nelle singole città e garantire l’evacuazione dei civili».

È possibile una no fly zone?

«Ho incontrato Stoltenberg e ne abbiamo ribadito l’impossibilità, come non c’è modo di dare caccia e Mig. La contraerea è sul territorio russo, bielorusso e in Crimea: allestendo una no fly zone dovremmo colpire quei bersagli. Farebbe scoppiare la guerra mondiale».

Come valuta la posizione della Cina nella crisi?

«Il ministro degli Esteri si è detto con me disponibile a facilitare il percorso di pace e chiede di cessare i combattimenti. Pechino può avere un ruolo importante. Incoraggiarla a mediare non significa ovviamente condividere tutto con loro».

Intanto però Putin assedia Kiev. Non c’è il rischio di una escalation?

«Per evitarla dobbiamo indebolire pesantemente Putin e l’economia russa. Ben venga il quarto pacchetto di sanzioni, che stanno avendo un impatto clamoroso. Praticamente quando dicono che pagano solo in rubli significa che c’è già stato il default. Quanto più li indeboliamo, tanto più Putin avrà difficoltà a sostenere guerre».

Per Draghi Putin non vuole la pace. È così?

«Sono d’accordo. Putin ha posto il tema di Donbass, Crimea e “denazificazione”: queste sono scuse o basi negoziali? E lui che deve dimostrare di volere la pace».

Putin merita un processo internazionale?

«Abbiamo presentato la procedura alla Corte penale internazionale. Ora è importante verificare i crimini di guerra. Io vedo attacchi brutali e disumani dell’esercito russo contro civili indifesi: è inaccettabile».

È favorevole all’intervento di Zelenski al Parlamento italiano?

«Si sta dimostrando un eroe mondiale e merita di essere ascoltato, anche se su alcune cose che ci dirà non ci troverà disponibili: penso alla no fly zone».

C’è una minaccia nucleare?

«Ad oggi non c’è un rischio. Serve pero massima cautela e prudenza visti gli attacchi alle centrali nucleari. L’obiettivo è verificarne con l’Aiea le condizioni. E penso che questi attacchi siano parte della strategia di Putin. I russi sanno bene dove sono posizionati gli impianti».

Salvini è andato al confine con la Polonia. Avevate sconsigliato la missione? E come la valuta?

«Non l’avevamo sconsigliata. Dico che ognuno è libero di agire come crede e risponde delle sue azioni. Noi sosteniamo le organizzazioni internazionali per salvare i cittadini dalla guerra. Ci sono tanti modi per essere solidali in Italia. E credo che in questo momento dobbiamo continuare a sostenere, come Paese, l’indebolimento di Putin, perché la società civile russa sta reagendo. Se Putin continua così, condanna alla morte economica il popolo russo, che si ribellerà sempre di più».

II Movimento deve aderire alla manifestazione di Eurocities a Firenze? E che pensa delle ambiguità di Petrocelli?

«Come ha detto Conte, aderiremo. La linea del Movimento la dà lui».

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